Il ministro della Difesa mette l'elmetto
Crosetto: “L'Italia si prepari a interventi militari all'estero”
 
I raid aerei statunitensi e britannici che si sono abbattuti sull’aeroporto e su alcune basi militari in Yemen, confermano che stanno crescendo esponenzialmente i pericoli di guerra, per ora limitati a ristrette aree geografiche ma in ogni momento capaci di allargarsi a nuovi conflitti e persino a una nuova guerra mondiale. Come abbiamo scritto nell'articolo recuperabile al link http://www.pmli.it/articoli/2024/20240131_05f_UsaUeYemen.html, le vicende nel Mar Rosso rappresentano un ulteriore e pericoloso allargamento del conflitto in Medioriente, che segue le ripetute e impunite violazioni della sovranità – oltre che dello Yemen stesso – anche di Libano e Siria da parte dei sionisti, ma che mette in evidenza il ruolo egemonico ed espansionistico dell'imperialismo europeo, confermato dalle annunciate operazioni militari UE contro gli Houthi. Uno scenario nel quale il Governo italiano sta giocando un ruolo di primo piano.

Crosetto calza l'elmetto
In un'articolata intervista rilasciata al quotidiano La Stampa , il ministro della Difesa del governo neofascista Meloni, Guido Crosetto, ha voluto pubblicamente lanciare l'allarme: l'Italia si prepari alla guerra e si attrezzi col massiccio riarmo e con la creazione di corpi speciali di riservisti in grado di intervenire rapidamente in ogni momento e in ogni area geografica del globo per tutelare gli interessi imperialisti nazionali. E ciò perché la situazione nel Mar Rosso non rappresenterebbe solo un'offensiva militare nei confronti dell'occidente, bensì l'inizio di una “guerra ibrida” per alterare le regole del commercio mondiale in favore dell'imperialismo dell'est col fine di marginalizzare i porti del Mediterraneo. Pertanto la già decretata missione militare europea sarebbe ancora più urgente “per gli interessi italiani”.
Dopo aver criticato il rifiuto all'intervento militare da parte della Spagna definita “ideologica” e miope nei confronti della indispensabile ed inderogabile “sicurezza internazionale”, Crosetto mette l'elmetto e conferma l'invio di una nave da guerra italiana nel Mar Rosso che si aggiungerà alle altre.
La missione è chiara: le navi, inclusa quella italiana potranno bombardare se vi sarà richiesta di un “Paese amico”, se uscirà una risoluzione internazionale, o semplicemente se sarà ritenuta necessaria per “anticipare” eventuali attacchi. Quindi un'azione di guerra in tutto e per tutto. E per giustificare l'intervento imperialista e guerrafondaio europeo Crosetto non fa che ripetere che l'attuale “mondo pacifico” costruito “senza invasioni” e senza “guerre che non incidono sul benessere dei nostri cittadini” è ormai al tramonto perché destabilizzato “da Iran, Russia e Corea del Nord che hanno una capacità militare superiore a quella della Nato”.

“Nuovo modello di difesa” e “riforma” dell'esercito
“Sì, - avverte Crosetto - abbiamo trasformato le forze armate con l'idea che non ci fosse più bisogno di difendere il nostro territorio e che la pace fosse una conquista di fatto irreversibile. Le forze armate, in questo quadro, al massimo partecipano a missioni di pace, senza arrivare a scontri veri e propri. Ora i recinti sono stati abbattuti, non ci sono più regole”.
Ora, a parte la falsità “di un mondo pacifico” mai esistito, appare evidente la volontà del ministro della guerra Crosetto di giustificare la missione nel Mar Rosso come l'ennesima crociata contro chi metterebbe a repentaglio gli interessi imperialistici occidentali e nazionali nel quadro di una situazione internazionale che sta rapidamente volgendo alla guerra e che quindi impone un nuovo modello di difesa e una radicale ristrutturazione dell'esercito italiano in chiave imperialista, interventista ed espansionista, ora che le “missioni di pace” all'estero non sono più sufficienti. Insomma ci propina l'antica e abusata tesi a cui ricorrono tutti gli imperialisti: l'Italia della Meloni interviene nel Mar Rosso e partecipa all'aggressione dello Yemen o dell'Iran semplicemente per evitare di “doversi difendere sul proprio territorio”, perché oggi sarebbe “necessario intervenire in Paesi lontani per difendere gli interessi italiani.” Plaude all'interventismo militare come a quello economico del cosiddetto “Piano Mattei”, definito come “la vittoria di Meloni che è stata far capire agli Stati occidentali che questo è il secolo dell'Africa”. Un continente che deve essere a ogni costo strappato all'influenza del socialimperialismo cinese e dell'imperialismo russo per soddisfare gli appetiti neocoloniali italiani, europei ed occidentali.
La necessità di uno “nuovo modello di difesa” e di una ristrutturazione delle forze armate in funzione aggressiva e interventista viene peraltro confermata senza tanti giri di parole anche in Commissione Difesa, dove Crosetto invoca la creazione di corpi di “riservisti”, termine tirato in ballo recentemente da Putin per rimpolpare le file dell'esercito neozarista nell'aggressione all'Ucraina. Il governo Meloni spinge dunque sull'acceleratore e tira dritto verso una “riforma” della difesa (per la quale c'è già una delega in Parlamento) che chiama a raccolta volontari, e corpi speciali per affiancarli alle forze armate, in maniera tale da poter costituire un vero e proprio fronte militare pronto a tutto. Battaglioni dove si potranno unire i mercenari dell'esercito “regolare” con volontari d'ogni genere.

All'Italia il comando tattico nel Mar Rosso
A corollare il sogno neocoloniale di Meloni e Crosetto, in questi giorni, è arrivato anche il mandato dell'UE che ha chiesto all’Italia di fornire il Force Commander (ovvero l’ufficiale che esercita il comando tattico navale della missione) dell’operazione Aspides, perché così si chiamerà l'intervento nel Mar Rosso. “Si tratta di un ulteriore riconoscimento dell’impegno del governo e della Difesa e della professionalità della Marina militare”, ha affermato una gongolante nota del Ministero della guerra.
Insomma come è stato ribadito dallo splendido e lungimirante Documento del Comitato centrale del Partito “Teniamo alta la grande bandiera antimperialista di Lenin”, crescono i conflitti tra i paesi imperialisti per il controllo e la redistribuzione dei mercati, le fonti di energia e in generale dei territori con grande rilievo economico. Le superpotenze imperialiste sono unite nel depredare le ricchezze dei paesi del mondo e nel soggiogare i rispettivi popoli, ma si dividono quando si tratta di spartirsi il bottino e di occupare più terreno possibile.
Anche le vicende ucraina, palestinese ed i suoi risvolti in Yemen e nell'area del Mar Rosso, fanno parte integrante di questo processo e aumentano i pericoli di guerra mondiale fra gli imperialismi dell'Ovest e dell'Est che divengono giorno giorno più concreti.

Tenere fuori l'Italia da ogni guerra imperialista
Se l’Italia entrasse in guerra, chiameremo il nostro popolo a unirsi come un sol corpo e a insorgere, denunciando e smascherando l’imperialismo, partecipando attivamente ai movimenti di massa contro la guerra imperialista, chiedendo al governo italiano il ritiro di tutte le forze militari ancora impegnate nelle missioni imperialiste in tutto il mondo, fino a chiamare il proletariato e tutto il popolo italiano alla guerra civile contro la guerra imperialista. Per adesso la misura più urgente è quella di abbattere il governo neofascista Meloni assieme a tutti i suoi ministri per stroncare sul nascere la sua politica guerrafondaia e le nuove mire dell'imperialismo italiano di cui le masse popolari sarebbero le prime vittime mentre non avrebbero altro da guadagnare che miseria, lutti, sangue e barbarie senza fine.

7 febbraio 2024