La premier neofascista Meloni non li condanna
Saluti fascisti a Roma
Anche FdI all'adunata nera
Sciogliere i gruppi neofascisti e i gruppi neonazisti

Domenica 7 gennaio centinaia di fascisti si sono pubblicamente radunati in Via Acca Larentia a Roma, nel quartiere Tuscolano, per omaggiare con tanto di saluti e cori fascisti le vittime, definite "i camerati caduti", dello scontro a fuoco avvenuto il 7 gennaio del 1978 tra alcuni giovani fascisti e un gruppo di terroristi ultrasinistri "rossi", in realtà neri, presso quella che allora era una delle sedi romane del Movimento Sociale Italiano. L'agguato fu rivendicato dal gruppo dell'ultrasinistra trotzkista di allora, i "Nuclei Armati per il contropotere territoriale", considerati poi una costola dei famigerati Nuclei armati proletari (Nap), l'organizzazione ultrasinistra alleata delle "Brigate rosse" (in realtà nerissime), nata nelle carceri del meridione da alcuni scissionisti di "Lotta continua". I responsabili dell'agguato non sono mai stati individuati.
Durante l'agguato furono uccisi due membri dell'allora “Fronte della Gioventù” (l'organizzazione giovanile del Msi allora guidata da Gianfranco Fini, pupillo del criminale Giorgio Almirante), Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, al quale si aggiunse poi Stefano Recchione, giovane fascista ucciso dalle "forze dell'ordine" qualche ora dopo, nel luogo dell'agguato, durante una manifestazione di protesta organizzata proprio dai fascisti.
Vergognoso il revisionismo storico della "sinistra" borghese anche sui fatti di Acca Larentia, si pensi all'allora sindaco di Roma, Veltroni, che nel 2008 espresse la volontà del comune di Roma di dedicare una strada della Capitale, medaglia d'oro della Resistenza, ai tre fascisti "caduti" facendolo passare come "un dovere civile per tutta la nostra comunità".
La commemorazione dei "caduti" da parte dei fascisti rappresenta un oltraggio alla Resistenza e al socialismo, tanto più se si pensa che dal 2012 i militanti dell'ex sede del Msi di Acca Larenzia hanno sostituito la targa commemorativa apposta nel 1978, modificando la dicitura "vittime della violenza politica" con la nuova "assassinati dall'odio comunista e dai servi dello Stato" a cui segue la firma "i camerati", cosa palesemente eversiva e illegale (oltre che falsa ribadiamo perché di "comunista" in quell'azione non vi fu nulla). Per non parlare dell'enorme croce celtica, disegnata sul marciapiede che si trova al civico 20 di Acca Larentia, angolo via Evandro, vergognosamente mai cancellata e talmente grande che è visibile persino con i software satellitari e le applicazioni per trovare gli indirizzi e le strade.
Anche quest'anno in piazza erano presenti praticamente tutte le sigle dell'ultradestra italiana: FdI, Casapound, Forza Nuova, Msi Fiamma Tricolore, Veneto fronte skinhead, l'associazione "Il selvaggio" di Siena e altre, che hanno mobilitato centinaia di squadristi in camicia nera e croci celtiche. Naturalmente nessuno si è sognato di impedire la commemorazione dei fascisti, né si sono viste manganellate contro i partecipanti, cosa che avviene invece contro i lavoratori in lotta, gli antifascisti, gli antimperialisti, gli studenti, i giovani in lotta contro i cambiamenti climatici e così via.
Il governo Meloni è stato bersagliato dalle proteste e dalle manifestazioni spontanee antifasciste, ma la risposta del ministro dell'Interno Piantedosi in particolare è agghiacciante: “Le forze di polizia hanno adottato lo stesso modulo operativo seguito nelle analoghe manifestazioni effettuate negli anni scorsi, frutto di esperienze professionali e di competenze tecniche consolidate, che non mutano di fronte a qualsivoglia manifestazione, pur di diverso estremismo ideologico. Penso, ad esempio, alle recenti iniziative anti-israeliane svolte a seguito della crisi in Medio Oriente”. Così si è espresso costui alla Camera proprio rispondendo alla Schlein del PD il 10 gennaio scorso.
Mettendo sullo stesso piano l'obbligo normativo ancora formalmente in vigore di colpire i fascisti con la sua opinione anticostituzionale di colpire la libertà sacrosanta delle masse di manifestare contro lo stato nazista sionista israeliano e la sua politica di sterminio e a favore del popolo palestinese, con tanto di riferimento, anche questo illegale e fascista, di colpire manifestazioni di dissenso di "diverso estremismo ideologico".
Quale sarebbe l'altro "estremismo ideologico" che le leggi e la Costituzione prevedono di combattere? Nessuno, ma Piantedosi intende ovviamente il comunismo e chiunque combatta il regime neofascista tanto per gli atti di politica interna quanto per quelli di politica estera.
Il complice silenzio di Mattarella, le balbettanti risposte in merito della "sinistra" borghese, politica e sindacale, la spocchia dei fascisti che apertamente rivendicano la possibilità di effettuare saluti fascisti e l'eredità politica del fascismo anche come atto legittimo "complementare" a quello di chi canta l'Internazionale o Bandiera Rossa con il pugno chiuso, sono un chiaro sintomo che la messa fuorilegge dei partiti comunisti potrebbe verificarsi non solo di fatto (come per certi aspetti è già) ma anche di diritto molto presto.
A dimostrazione del fatto che i padroni e i loro servi fascisti di ieri e di oggi tremano al pensiero di una rivoluzione proletaria e che considerano attualissimo il marxismo-leninismo-pensiero di Mao (al di là della propaganda e della favoletta della "morte del comunismo") contro il quale devono scatenare tutto il loro odio e la loro violenza essendo il loro nemico strategico. Altro che "equiparazione" e "opposti estremismi"!
Dunque i fascisti in doppiopetto continuano spediti nella loro infame politica di lacrime, sangue, repressione e anticomunismo, anche quando sono in grande difficoltà, approfittando delle contraddizioni e della debolezza della "sinistra" borghese.
Per gettare fumo negli occhi degli antifascisti Piantedosi ha comunque dichiarato che sono state identificate alcune persone, 150 in totale, che verranno indagate dalla procura di Roma per apologia di fascismo, ma anche qui non riesce proprio a nascondere il suo neofascismo, la sua valutazione politica verte infatti anche sull'inaccettabile ragionamento secondo il quale i saluti romani illegali e certi slogan hanno in qualche modo snaturato "lo spirito della commemorazione di tragedie così gravi come quella di Acca Larenzia, che ha causato il vile assassinio di giovani vite e che rimane tuttora senza giustizia, è tradito dalla riproposizione di gesti e simboli che rappresentano un'epoca condannata dalla storia" e quindi danneggiano il governo e la sua opera di riscrittura in senso neofascista e anticomunista della storia. Non una parola sul fatto che i "caduti" fossero fascisti appartenenti a un partito illegale e incostituzionale.
Fra l'altro fra gli indagati per apologia del fascismo non ci sono esponenti di FdI, ma com'è possibile se tanti suoi esponenti hanno partecipato e se, come visibile già dal simbolo, è questo partito il vero erede del Msi? Msi che, bisogna ricordare, in quegli anni, sotto la direzione del fucilarore di partigiani Almirante, lavorava apertamente per l'instaurazione di un regime militare in Italia sul modello della Grecia dei colonnelli, organizzando pestaggi nei confronti di esponenti di sinistra, strizzando l'occhio (e fornendo braccia direttamente e indirettamente) al terrorismo stragista, diretto dall'alto dallo stato borghese, dalla Cia, dalla Dc, dai golpisti, in funzione anticomunista, abbracciando poi e realizzando concretamente nel "centro-destra" (grazie ai vertici conniventi e corrotti della "sinistra" borghese politica e sindacale) il "Piano di Rinascita democratica" e lo "schema R" della P2 di Gelli, Craxi e Berlusconi, contribuendo ad instaurare l'attuale seconda repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista, federalista e interventista che FdI vorrebbe spostare ancora più a destra con l'introduzione del premierato, "la madre di tutte le riforme".
La Meloni oggi tace sulla commemorazione eversiva dei fatti di Acca Larenzia , ma nel 2008, quando era Ministro della Gioventù, con Berlusconi a Palazzo Chigi (e quando dunque era un membro del governo) posò una corona di fiori proprio sulla grande croce celtica disegnata in ricordo dei militanti fascisti uccisi dai terroristi ultrasinistri e trotzkisti. Il suo silenzio fa rumore e vale più di mille parole, la verità è che non può dissociarsi dalla commemorazione di Acca Larenzia, anche per non perdere voti a destra e in direzione della Lega di Salvini alle prossime europee.
Per questo manda avanti il camerata La Russa, seconda carica dello Stato che, mentendo sapendo di mentire, ha affermato: "Abbiamo sempre detto ai nostri di non partecipare a certe manifestazioni, che vengono inevitabilmente strumentalizzate da chi vuole attaccarci. (Quindi non perché non le si condivide!ndr.) Non si va a certe commemorazioni. Non c'entriamo nulla, non c'entra il partito".
Dichiarazioni ridicole anche perché fra chi chiede chiarezza alla Meloni ci sono anche gli alti papaveri della Ue e dell'europarlamento, perché questi avvenimenti fanno il giro del mondo e si inseriscono nella contraddizione interimperialista principale, tra imperialismo dell'Ovest (Usa, Ue, Nato) del quale fa parte l'Italia (anche se molti politicanti borghesi di destra e di "sinistra" sono putiniani) e quello dell'Est (Cina, Russia, India). L'emittente di Mosca Russia 1, la più vicina al criminale neozarista e neonazista Putin con la sua conduttrice Olga Skabeeva (considerata quasi una portavoce) in un servizio ha spiegato, mostrando le immagini di Acca Larenzia e attaccando la Meloni e Fdi, che “questa è la situazione dell'Italia oggi, nella capitale Roma, oggi, nel presente. Così gli italiani di destra hanno onorato la memoria di tre loro fratelli di sangue, neofascisti, non solo con il saluto romano, ma con un palese 'Sieg Heil' (il saluto nazista)”.
Non ci sembra valga neanche la pena di commentare visto che Putin è simile a Hitler tanto quanto la Meloni a Mussolini e fu proprio a Fdi (oltre che alla Lega) che arrivarono importanti quantità di rubli per destabilizzare con dei mercenari fascisti il Donbass e preparare la criminale invasione ucraina.
Ma dal punto di vista della Ue però tutto questo è imbarazzante perché non vuole trovarsi in difficoltà nella lotta per l'egemonia del mondo nella quale la propaganda gioca un ruolo importante, specie nella prospettiva di una nuova terrificante guerra mondiale. L'imbarazzo e il silenzio della Meloni derivano dunque da questa duplice contraddizione, non può dissociarsi dai suoi camerati, nemmeno opportunisticamente, ma non può nemmeno rivendicare apertamente la partecipazione di esponenti del suo immondo partito di fronte alla Ue imperialista per non indebolire il suo ruolo e quello dell'Italia all'interno della coalizione imperialista dell'Ovest.
Anche la vergognosa commemorazione di Acca Larenzia, la reazione delle massime cariche istituzionali del regime, l'imbelle opportunismo della "sinistra" borghese, la tracotanza dei neofascisti, sono l'ennesima prova provata che siamo in pieno regime capitalista neofascista e che occorre un ampio e combattivo Fronte unito antifascista per abbattere questo governo e questo regime da sinistra e dalla Piazza, prima che possa fare ulteriori irreparabili danni al nostro popolo (e non solo), cominciando con la lotta per lo scioglimento di tutti i gruppi neofascisti, neonazisti, razzisti, antimigranti, omotransfobi, antifemminili e ultracattolici.
Invitando il popolo italiano anche alla guerra civile se necessario nel caso di una sciagurata partecipazione dell'Italia ad un nuovo terrificante conflitto mondiale.
Occorre però che i sinceri antifascisti comprendano che per liquidare il fascismo vecchio e nuovo dal nostro martoriato Paese occorre liquidare il capitalismo che ne è la causa, legando la lotta antifascista contro il governo, violenta e pacifica, legale e illegale(purché si tratti di violenza di massa) alla lotta di classe per il socialismo.
Come indica l'esemplare Documento del CC del PMLI contro il governo Meloni dell'ottobre del 2022: "In questo fronte unito le forze anticapitaliste con la bandiera rossa dovrebbero svolgere un ruolo di avanguardia, di esempio e di spinta, concertando un'unità più stretta tra di esse, sulla base di un progetto comune sul futuro dell'Italia, che occorre discutere e approvare quanto prima, come abbiamo proposto pubblicamente il 17 febbraio 2021 nel documento contro il governo Draghi.
In questo fronte unito il proletariato - la classe delle operaie e degli operai che producono tutta la ricchezza del Paese ma ne ricevono solo le briciole - deve assumere un ruolo dirigente appropriandosi della sua cultura storica, che è il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e non quella dell'operaismo, dell'anarco-sindacalismo e del riformismo.
Finché non si riuscirà ad abbattere il governo neofascista Meloni bisogna rimanere uniti, poi ognuno andrà per la propria strada. Il PMLI andrà fino in fondo sulla via dell'Ottobre verso l'Italia unita, rossa e socialista.
Che gli autentici fautori del socialismo - donne, uomini, Lgbtqia+ - capiscano che il loro dovere rivoluzionario è di dare tutta la propria forza intellettuale, morale, politica, organizzativa e fisica al PMLI per il trionfo del socialismo in Italia. "
A morte il regime capitalista neofascista!
Uniamoci contro il governo neofascista Meloni!
Per il socialismo e il potere politico del proletariato!

7 febbraio 2024