Londra e Berlino si preparano alla guerra mondiale
Il capo dell'esercito inglese: “Cittadini addestratevi, preparatevi a combattere”

Le parole del capo dell’esercito britannico, il generale Patrick Sanders, pronunciate il 24 gennaio durante un suo discorso alla conferenza "International Armoured Vehicles" a Londra, hanno fatto rapidamente il giro dei media e provocato sensazione: “In caso di guerra contro la Russia, l’aeronautica non basta. Ora servono soldati di terra e una mobilitazione nazionale". “Britannici, - ha aggiunto - preparatevi a combattere, perché potrebbe essercene bisogno”. Il Paese “deve reclutare e addestrare un esercito di cittadini pronti alla battaglia” in caso di guerra di terra contro la Russia. “Nei prossimi tre anni, dobbiamo arrivare almeno a un esercito britannico di 120mila unità, attingendo anche dai riservisti. Ma dobbiamo fare molto di più”. Perché anche se questo accadesse, per Sanders non sarebbe abbastanza. Perché altri Paesi dell’Est e del Nord Europa stanno “già ponendo le basi per una mobilitazione nazionale: servirebbe anche nel Regno Unito, che coinvolga tutto il Paese”.
Parole impensabili fino a due anni fa, quelle del capo militare dello staff generale di Sua Maestà. Ma che oggi riflettono pienamente il pericolo di una guerra mondiale imperialista. Del resto come aveva annunciato la settimana precedente il ministro della Difesa britannico Grant Shapps, “bisogna rendersi conto che stiamo passando da un mondo post bellico a uno pre-guerra”. Per questo, in quella circostanza, Shapps aveva annunciato l’invio di 20mila soldati britannici per le più grandi esercitazioni NATO dopo la fine della Guerra Fredda. Mentre ancora in precedenza l’ex capo dell’esercito britannico, Lord Dannatt, aveva esortato il governo a investire sempre più nelle forze armate “per non ripetere gli errori degli anni Trenta”, prima che Hitler scatenasse la guerra: “Nel 2006 avevamo 106mila soldati, oggi siamo a 74mila e i numeri sono in picchiata. Bisogna cambiare rotta”. Già nel 2022, pochi mesi dopo l’invasione della Russia in Ucraina, il generale Sanders aveva sottolineato: “Questo è il nostro 1937, e l’esercito britannico deve essere in allerta. Sono il primo capo di stato maggiore dal 1941 a prendere il comando dell'esercito all'ombra di una guerra di terra in Europa che coinvolge una potenza continentale. La persistente minaccia dalla Russia mostra che siamo entrati in una nuova era di insicurezza. È mio unico dovere rendere il nostro esercito il più letale ed efficace possibile. Il momento è adesso e l'opportunità è da cogliere”.
All’allarme lanciato da Londra ha fatto eco quello di Berlino, secondo cui il nuovo zar del Cremlino Putin potrebbe attaccare l’Europa già nel 2024. Un rapporto segreto dell’esercito tedesco, anticipato il 15 gennaio dal quotidiano “Bild” prevede uno scenario sfaccettato di guerre ibride nei Paesi Baltici e un attacco militare al corridoio di Suwalki in autunno che porterebbe la tensione tra Russia e la NATO alle stelle. E proprio a ridosso delle elezioni americane. Nelle settimane precedenti l’intelligence tedesca e polacca avevano già messo in guardia dall’intenzione del Cremlino di scatenare un’offensiva nel continente nei prossimi tre o cinque anni. La novità è che il ministero guidato da Boris Pistorius prevede una forte accelerazione dei conflitti – militari ma anche ibridi – scatenati da Mosca. E il culmine delle aggressioni potrebbe arrivare tra ottobre e dicembre, quando alla Casa Bianca rischia di esserci di nuovo Donald Trump, scettico nei confronti della NATO e affatto disposto, com’è emerso anche di recente, a difendere l’Europa da un’eventuale guerra russa.
In ordine cronologico, la Bundeswehr prevede già una prima tappa della minaccia russa a breve, quando il Cremlino potrebbe costringere altri 200mila russi ad arruolarsi nell’esercito. Scopo della mobilitazione massiccia, scatenare un’offensiva di primavera in Ucraina e incassare robuste vittorie sul terreno, anche grazie all’attuale debolezza del sostegno occidentale a Kiev.
A luglio Mosca scatenerebbe altresì pesanti cyber attacchi e altre forme ibride di guerra contro l’Europa, a cominciare dai Paesi baltici, dove Putin punta a sobillare le minoranze russofone e ad aumentare le tensioni interne. Gli eventuali disordini interni in Estonia, Lituania e Lettonia fornirebbero la scusa ai russi per spostare truppe nell’Ovest della Russia e in Bielorussia, divenuto ormai uno Stato fantoccio controllato da Putin.
La fase più pericolosa, stando al rapporto riservato della Bundeswehr, partirebbe a ottobre. Sull’onda di una campagna massiccia di disinformazione e di propaganda su una presunta “minaccia della Nato”, Mosca trasferirebbe missili a medio raggio e truppe nell’exclave di Kaliningrad. Scopo della forzatura, conquistare il corridoio lituano-polacco di Suwalki che collega l’oblast di Kaliningrad alla Bielorussia.
Come nel Regno Unito anche in Germania da tempo è ripartita una pericolosa corsa al riarmo. Il ministro della Difesa, il socialdemocratico Pistorius ha già rotto una serie di tabù, l’ultimo, in ordine di tempo, quello di reintrodurre la leva obbligatoria. Se ne discuterà ad aprile. Del resto, poco dopo l’aggressione russa in Ucraina il cancelliere Olaf Scholz aveva già annunciato una “Zeitenwende”, una svolta epocale nella difesa tedesca, e 100 miliardi per rimettere in sesto la Bundeswehr, l’esercito tedesco, mentre lo stesso Pistorius aveva aggiunto, in un’intervista al “Tagesspiegel”, che Berlino potrebbe persino reclutare anche gli stranieri: “Non saremmo il primo esercito in Europa a farlo”, e infine superando un altro tabù, che una volta sarebbe stato impensabile, affermando che la Germania deve diventare “kriegstuechtig”: non solo pronta, ma persino “abile” nel condurre le guerre.
Ha visto giusto il Comitato centrale del PMLI nel suo ultimo recente Documento pubblicato per il Centenario della scomparsa di Lenin. In particolare l’aggressione neozarista russa all’Ucraina, la guerra di sterminio perpetrata dai sionisti e neonazisti di Israele contro la Resistenza e il popolo palestinesi e la conseguente guerra tra Iran, Siria, Libano e Yemen contro Israele, i venti di guerra di fronte alle coste di Taiwan, i bombardamenti USA e inglesi in Yemen, Iraq e Siria, stanno dimostrando ai popoli e ai Paesi di tutto il mondo non solo che l’imperialismo esiste ancora, ma che mai come oggi sono presenti i pericoli di una guerra mondiale imperialista.

7 febbraio 2024