Perché occorre sostenere il governo ucraino e Zelensky
 
Lo abbiamo detto e scritto a partire dall'importantissimo Comunicato dell'Ufficio stampa del PMLI, scritto dal suo Segretario generale, compagno Giovanni Scuderi, dal titolo "Isolare l'aggressore russo", emesso il 24 febbraio 2022 qualche ora dopo l'aggressione del nuovo zar e criminale di guerra Putin all’Ucraina, un comunicato con un alto contenuto ideologico, politico e strategico, un modello di analisi marxista-leninista dell'attuale situazione dell'imperialismo e delle guerre in corso. Lo abbiamo solennemente e dialetticamente spiegato di recente nel potente e strategico Documento del Comitato centrale del PMLI, “Teniamo alta la grande bandiera antimperialista di Lenin ”, approvato in occasione del centenario della scomparsa del grande Maestro del proletariato internazionale. E lo abbiamo ribadito passo per passo in questi due anni allorché i drammatici eventi, con i bombardamenti indiscriminati contro obiettivi civili e centrali nucleari, i massacri e le deportazioni della popolazione ucraina, l'annessione illegale di suoi territori, la minaccia dell'uso di armi atomiche, la mobilitazione forzata di centinaia di migliaia di giovani russi per spedirli al fronte, hanno confermato la giustezza della nostra analisi, condotta con telescopio e microscopio ideologici e politici autenticamente antimperialisti, esattamente quelli del marxismo-leninismo-pensiero di Mao.
Il nostro appoggio alla Resistenza ucraina, al suo governo e al suo presidente Zelensky è stato e resta totale. Tanto più oggi che si è incrinato il supporto internazionale, che le forniture di armi a Kiev procedono a singhiozzo, che da più parti fortissime appaiono le pressioni sull’Ucraina e su Zelensky affinché mollino e, sulla falsariga degli accordi sottoscritti alla Conferenza di Monaco del ‘38 tra l’occidente capitolazionista e la Germania hitleriana che spalancarono le porte della seconda guerra mondiale a Hitler, si decidano ad accettare un cessate il fuoco e una pace che segnino di fatto la vittoria del nuovo zar del Cremlino, che andrebbe a calmare gli appetiti espansionistici dell’imperialismo russo. Tanto più oggi che sull’Ucraina e sulla pace i putiniani fanno un gran chiasso ideologico e politico e un gran lavoro elettorale, giornalistico, propagandistico e organizzativo. Come abbiamo visto recentemente con la nascita della “lista per la pace, la terra e la dignità” promossa da Michele Santoro e Raniero La Valle per le prossime elezioni europee che si terranno a giugno o come leggiamo quotidianamente su “Il Fatto” di Travaglio, Conte e Putin.
Tanti sono i motivi per cui occorre sostenere il governo ucraino e Zelensky nell’eroica Resistenza all’aggressione russa. Ma il primo e principale resta che quella dell'Ucraina è una guerra di resistenza classica, che mira soltanto a liberare il Paese da un invasore straniero e ripristinare i suoi confini legalmente e internazionalmente riconosciuti, e finché sarà tale i sinceri comunisti, anticapitalisti, antimperialisti e pacifisti hanno il dovere di stare dalla sua parte e contro il vero aggressore, indipendentemente se tale guerra di resistenza è diretta da un governo e da un leader anticomunisti ed è appoggiata anche dall'imperialismo dell'Ovest per altri suoi fini. Ossia occorre individuare la contraddizione principale. La lezione che i Maestri del proletariato ci insegnano è che in ogni situazione bisogna distinguere la contraddizione principale da quelle secondarie, e regolarsi di conseguenza. E in questo momento la contraddizione principale è quella tra un paese invasore e un paese invaso, e bisogna schierarsi al fianco di quest'ultimo. Tutto il resto viene dopo la risoluzione di questa contraddizione. Non si può giustificare l'aggressore perché dalla parte dell'aggredito ci sono anche gli USA, la UE, la NATO, il governo neofascista Meloni o chicchessia. Questo è un pretesto capzioso dei filoputiniani, che ammettono l'esistenza di un solo imperialismo, quello dell'Ovest, e negano invece quella dell'imperialismo dell'Est, appoggiando la Russia neozarista di Putin e la Cina socialimperialista di Xi come se fossero ancora dei paesi socialisti, o comunque paesi antimperialisti aspiranti solo a rompere il predominio USA per un “mondo multipolare” più equilibrato e plurale. Del resto con Putin sono schierati sovranisti come Orban, partiti e raggruppamenti neofascisti e neonazisti, il miliardario candidato alla presidenziali americane Trump e, dunque, il criterio degli schieramenti non può rappresentare un discrimine tra chi ha ragione e chi torto.
Schierarsi con l'Ucraina aggredita non è assolutamente in contraddizione con il nostro giudizio sull'imperialismo USA e UE e sull'Alleanza atlantica imperialista, espansionista e guerrafondaia, e infatti chiediamo che l'Italia esca da tale alleanza; come non lo era certo quello di Stalin nei confronti delle potenze occidentali, USA, Gran Bretagna e Francia, che fino allo scoppio della II guerra mondiale avevano cercato in tutti i modi di spingere Hitler contro l'Unione Sovietica: ciononostante non esitò ad allearsi con loro nel fronte antinazifascista, pur sapendo benissimo che vinta la guerra si sarebbero rivolte di nuovo contro la patria del socialismo. Lo stesso fece Mao alleandosi con Chiang Kai-shek, sostenuto dagli USA, per combattere l'invasore giapponese. Ciò non gli impedì, dopo la liberazione dai giapponesi, di riprendere la lotta contro questo assassino con le mani lorde del sangue dei comunisti cinesi, fino alla sua cacciata dal paese e alla fondazione della Repubblica Popolare.
Rigirare la frittata e scambiare l'aggredito con l'aggressore è tipico della propaganda di Putin. Si arriva all'assurdo di giustificare da una parte l'invasione russa dell'Ucraina come una “guerra difensiva”, e dall'altra di accusare la resistenza del governo, dell'esercito e del popolo del Paese invaso come la vera causa della prosecuzione di tale guerra, perché così vorrebbero USA, UE e NATO che usano l'Ucraina come pedina per piegare la Russia. Non è, insomma, l'Ucraina che minaccia l'esistenza della Russia, ma esattamente il contrario. Si sta ripetendo qui, a parti invertite, lo stesso copione di quanto successo con l'Afghanistan, quando gli stessi sedicenti comunisti che ci insultano oggi perché stiamo “dalla parte degli USA e della NATO”, ci insultavano allora perché stavamo “dalla parte dei Talebani” che avevano cacciato gli imperialisti USA e NATO: non capendo neanche allora qual era la contraddizione principale, cioè la lotta di liberazione nazionale del popolo afghano contro gli invasori imperialisti dell'Ovest, mentre invece per essi la contraddizione principale era rappresentata dall'oscurantismo e dalla misoginia dei Talebani.
Per noi marxisti-leninisti ci sono due punti fermi irrinunciabili: pretendere il ritiro delle truppe di Putin dall’Ucraina e sostenere Zelensky, perché in questo momento egli rappresenta la testa della Resistenza dell’Ucraina contro l’invasore. Nessuna simpatia particolare, conosciamo bene il suo pensiero, stato sociale, analisi storiche. Non ci dimentichiamo che è pur sempre il presidente a capo di un paese capitalista, zeppo di oligarchi, mafiosi e corrotti, così come c’è del vero in quello che sentiamo e che ci viene detto su Zelensky anche da simpatizzanti e amici del PMLI, circa l’antidemocraticità e l’anticomunismo dell’attuale regime ucraino. Va specificato però che i partiti messi al bando, compreso il partito comunista revisionista, erano a favore di Putin. Ma ciò è del tutto secondario e ininfluente rispetto alla questione principale dell'eroica Resistenza ucraina.
Non è questo il punto. Il fatto è che Putin è l'aggressore e Zelensky è l'aggredito. Invertire l'ordine vuol dire perdere la rotta e non capire qual è il proprio dovere antimperialista.
Quindi dal punto di vista marxista-leninista e antimperialista non si può non stare con Zelensky, e i fatti dimostrano che è un eroe nazionale, che invece di accettare la protezione americana e fuggire in elicottero da Kiev sotto attacco russo è rimasto in prima linea a combattere per il suo popolo e la sua terra. Perché dolersene? Perché “schifarsene”? Anche nella recente intervista rilasciata al Tg1 il presidente Zelensky ha ribadito di non voler cedere all'invasore e di volere una pace giusta: “L'obiettivo principale di Putin è privarci dell'indipendenza vuole che l'Ucraina sia parte del suo impero noi abbiamo proposto al mondo la formula di pace in 10 punti”.
Occorre fare attenzione a non indebolire, criticandolo, chi ha subito l'aggressione. In tal modo, oggettivamente si fa il gioco di Putin. Noi marxisti-leninisti, per principio, se riteniamo che una causa è giusta, l'appoggiamo, anche se è sostenuta da altre forze lontane e nemiche; quello che conta è la motivazione di ogni sostenitore. La lotta armata dell'Ucraina per difendere la propria libertà, indipendenza, sovranità e integrità non è una causa giusta? Non ha l'Ucraina il diritto di liberare il suo territorio? La questione dei russi e dei russofoni presenti in essa non potrà che essere risolta alla fine della guerra.
È vero che tra i combattenti ucraini ci sono anche dei nazisti, com'è altrettanto vero che ce ne sono anche tra le milizie filorusse del Donbass e nei corpi speciali di Putin, come il famigerato gruppo mercenario Wagner, che nella più benevola delle ipotesi è l'equivalente russo del battaglione Azov. Anche se i putiniani nostrani si guardano bene dall'ammetterlo, così da poterci scagliare l'accusa puerile di “flilonazisti”, come se dall'altra parte ci fosse la gloriosa Armata Rossa di Stalin. E che dire allora del battaglione ceceno del tagliagole Kadirov? Sta di fatto che i massacri di civili, gli stupri, le torture e le deportazioni in pieno stile nazista accadono in una delle due parti, quella ucraina.
Sbaglia altresì chi afferma che l'Ucraina non è crollata solo perché ha combattuto armata fino ai denti dall'imperialismo occidentale; lo stesso Putin data l'enorme disparità di armamenti in grande favore dell'armata zarista, aveva ipotizzato di occupare l'Ucraina con una sorta di guerra-lampo; eppure l'Ucraina ha dato fin da subito, e quindi ben prima che iniziassero le forniture estere, filo da torcere agli occupanti, segno che in questo momento il popolo ucraino lotta per l'indipendenza a fianco del suo governo. Una volta libera, indipendente, sovrana e integrale, spetterà sempre al popolo ucraino e a nessun altro decidere del proprio destino e i propri rappresentanti.
Infine non si può sostenere la tesi della pace qualsiasi, della pace a tutti i costi perché altrimenti Putin potrebbe usare l’arma nucleare. La pace dev’essere giusta e duratura, e perciò non può essere ottenuta sacrificando all’invasore pezzi di territorio ucraino cedendo al ricatto atomico, il che non farebbe che covare nuovi focolai di guerra sotto la cenere.
Fino a qui il comune denominatore di ogni iniziativa è stato la richiesta dell'immediato “cessate il fuoco” per poi iniziare a negoziare. Ma a chi gioverebbe questo tipo di “pace” in questo momento? All'Ucraina aggredita, devastata ed occupata, oppure a Putin che ad oggi si è impossessato di una larga parte di territorio dell'Ucraina dell'Est cruciale per avviare il suo disegno neozarista? La popolazione coinvolta – che in ogni caso è quella ucraina – otterrebbe così una pace sicura, libera e soprattutto duratura?
Per quale motivo oggi, di fronte ad una guerra così chiaramente di stampo imperialista, la richiesta del ritiro immediato dell'esercito di Mosca dai confini ucraini non è in cima a tutte le piattaforme di pace? Eppure basterebbe questo a far terminare la guerra e andare poi a trattare sulla base degli interessi della parte aggredita. Non tutti coloro che non comprendono a fondo questa enorme contraddizione, la principale, che a noi pare evidente e chiara come la luce del sole, sono agenti prezzolati al soldo di Putin. Come lo sono a “Il Fatto Quotidiano” di Travaglio, dove non passa giorno senza attaccare Zelensky e la Resistenza ucraina, perorando come nell’intervista a Biagio Di Grazia, generale di Divisione in pensione, già vice comandante del contingente italiano in Bosnia, pubblicata nell’edizione dell’8 febbraio, una soluzione dove “Russia e Ucraina accetteranno un confine come in Corea: non riconosciuto, ma tollerato. Agli USA la guerra non conviene più. Le zone russofone e ucraine sono ormai tracciate. I territori sotto il controllo delle due parti resteranno ormai in questa condizione. Per questo immagino una soluzione alla coreana: nel 1953, quando le due parti capirono che nessuno poteva vincere, chiamarono l’Onu e tracciarono una frontiera, il 38° parallelo, che è stata accettata, anche se non viene formalmente riconosciuta ”.
Noi ci rivolgiamo agli altri, a tutti quelli che hanno veramente a cuore il popolo ucraino, i suoi interessi e soprattutto che non vogliono legittimare questa sanguinaria occupazione. Per questi motivi il “cessate il fuoco immediato”, in ultima analisi, favorisce Putin e le sue mire annessioniste; non sfugge a nessuno infatti che egli ha già dichiarato al mondo intero che Donbass e Crimea gli appartengono, e che sono parti integranti essenziali del suo progetto da “Grande Russia”. Lo ha ribadito anche nell’ultima intervista di oltre 2 ore a Mosca al compiacente ex ancorman della rete televisiva americana “Fox”, il destro guerrafondaio Tucker Carlson, da anni il più influente dei giornalisti trumpiani schierato con Putin fin dall’inizio dell’invasione, dove tra l’altro è tornato a dare la colpa a Lenin e Stalin di avere crealto lo Stato dell’Ucraina. Chi può essere così sciocco e illuso da pensare che una volta deposte le armi, gli accordi internazionali dei quali si è infischiato da un anno, faranno bonariamente ritirare i russi dalle terre occupate che Putin considera annesse per volontà referendaria? E se Putin manterrà tali territori con queste dinamiche d'invasione e di massacri di stampo nazista, cosa gli impedirà di farlo ancora in Moldavia o in Transnistria, per giunta sotto il ricatto nucleare?
In ogni caso nessuno può e deve sostituirsi al popolo ucraino nel decidere del proprio destino, e nulla può essere deciso alle sue spalle.
Per il PMLI la pace è possibile solo con la vittoria dell’Ucraina libera, indipendente, sovrana e integrale.
Uniamoci per aiutare il glorioso popolo ucraino a liberarsi dall'occupante, oppressore e macellaio russo. Con lo stesso spirito con il quale dobbiamo unirci e lottare per aiutare il glorioso e martoriato popolo palestinese a liberarsi dall'oppressione neonazista, genocida e sionista di Israele. Questa si chiama coerenza antimperialista, mentre il resto è puro opportunismo e diventa complicità con il lupo che, nella favola di Fedro, si mangia l'agnello lungo il torrente dove ambedue si abbeverano, accampando una qualunque e fantasiosa scusa per giustificare la sua aggressione.

14 febbraio 2024