Per Vannacci Mussolini era lo “statista che governò l'Italia”
Nasce un comitato di destri che sostengono la discesa in campo del generale

In una serata nella quale il generale reazionario e omofobo dell'esercito italiano Roberto Vannacci stava presentando il suo libro “Il mondo al contrario”, un distillato di intolleranza, razzismo e fascismo, è stato intervistato da un cronista della trasmissione di Rai 3, “Chesarà”.

Vannacci riabilita Mussolini
A quasi tutte le domande che gli sono state poste, sia sui fatti di Acca Laurentia e dei saluti romani, sia sul “pericolo” di deriva fascista del nostro Paese, sia sulla presenza di filoputiniani Doc tra i promotori della stessa presentazione, Vannacci ha glissato appellandosi al fatto che egli sarebbe un “uomo delle istituzioni” e perciò impossibilitato a esprimersi sul governo, né su altro che non riguardasse strettamente il suo libro.
L'unica domanda alla quale il Generale ha pensato di rendere conto riguardava il suo pensiero su Benito Mussolini. La sua risposta è stata lapidaria: “Mussolini è lo statista che governò l'Italia dal 1922 al 1943”. Quindi, come ha scritto Repubblica “Non il mandante di omicidi politici, non il dittatore, non l'alleato di Hitler, non colui che lasciò l'Italia in macerie: lo Statista”.
Ora, l'estrazione di destra di Vannacci non era in discussione, ma adesso anche per i più attendisti, questa chiara rivalutazione del Duce spazza via ogni dubbio sulle sue simpatie fasciste.

Il supporto dei neofascisti
Il Generale, nella promozione del suo libro è stato supportato da un comitato che da qualche settimana si è dotato di statuto, di regolamento, ha dato il via al tesseramento a 30 auro a tessera ordinaria (gratis per i minorenni), ed ora annuncia la costituzione di sezioni. A capo di questo comitato vi è già ora un manipolo di destri che si sta spartendo cariche specifiche: presidente è l'amico paracadutista ed incursore in pensione, già camerata in armi di Vannacci, Fabio Filomeni, il suo vice è l’ex campione paraolimpico Norberto De Angelis, già in Fratelli d'Italia, che svolge anche il ruolo di coordinatore nazionale, mentre Bruno Spatara, ex Forza Nuova e CasaPound, poi in Azione Identitaria è segretario, ed infine l'altro incursore Gianluca Priolo svolge il ruolo di tesoriere.

Il comitato si fa partito
A confermare l'imminente scesa in campo politico del Generale o assieme alla Lega dell'ex aspirante duce Salvini o di Alemanno che ne sono stati fin da subito estimatori e corteggiatori, oppure in autonomia sempre nell'ultradestra, è che lo stesso Fabio Filomeni che ha costituito il comitato per la promozione del libraccio e per mitizzare la figura e le gesta dell'eroe Vannacci, sta formando anche una nuova formazione politica dal nome che già di per se è tutto un programma: “Europa sovrana ed indipendente”.
Secondo lo stesso Filomeni, l’obiettivo politico è quello di avviare un progetto embrionale che annoveri tra le sue fila ex-militari, ambasciatori – neofascisti aggiungiamo noi -, con la ferma intenzione di riallacciare le relazioni politiche e commerciali con la Russia del nuovo Zar Putin. Un movimento che vorrebbe dunque l'Italia “libera dall'egemonia degli USA, fuori dalla Nato ed in pace con la Russia”.
Naturalmente, a questo punto, a poco servono le smentite di Filomeni sul legame del nascente gruppo politico neofascista con il generale Vannacci, poiché sarà lui, suo superiore di grado anche nell'esercito, ad essere con tutta probabilità il candidato alle Europee di primavera, ovvero dopo essersi tolto di dosso quantomeno formalmente la divisa.

L'uomo forte
Fra l'altro a marzo uscirà il secondo libro di Vannacci dal titolo “La forza e il coraggio”, un’autobiografia in cui egli racconta la sua vita privata e il suo ruolo nell’esercito, che rafforza il suo ego e la sua immagine scaltramente confezionata di fedele servitore dello Stato come generale incursore e di uomo forte, mostrato necessario come non mai agli occhi dell'elettorato di destra.
Un tempismo perfetto per un'ultima campagna elettorale precedente a quella reale, a beneficio dell'ennesimo fascista ora in divisa, da domani in doppio petto, che chiama a se l'intera galassia dell'ultradestra italiana qualunque sarà il suo definitivo sfondo partitico.
Per le masse popolari italiane, per gli antifascisti, e per i democratici, Vannacci rimane un nemico di classe - come ce ne sono tanti in questo Paese governato da neofascisti - un portatore del pensiero fascista, dell'intolleranza, del patriarcato, del razzismo e di tutti gli altri disvalori enunciati nel suo ignobile scritto, da combattere quotidianamente e risolutamente con tutti i mezzi possibili.

14 febbraio 2024