Un vergognoso accordo antifemminile
Per l'Ue lo stupro non è reato

Il negoziato in corso sulla direttiva europea pensata per unificare le normative sulla violenza contro le donne in tutta l'Unione Europea e facilitare la loro protezione ai sensi della Convenzione di Istambul delle donne si è incagliato nel Consiglio svoltosi lo scorso 6 febbraio, durante il quale, mancando su alcuni punti l'unanimità di vedute tra i 27 Paesi, il testo della direttiva è stato stravolto in modo tale da escludere lo stupro tra i reati riconosciuti e disciplinati dalla stessa Unione, che comunque ha espressamente menzionato nel testo della direttiva i reati di mutilazione genitale femminile, matrimonio forzato, condivisione non consensuale di immagini intime, stalking informatico, molestie informatiche e incitamento informatico all’odio o alla violenza.
In modo particolare, lo scontro è stato tra i Paesi che avrebbero voluto includere una definizione ampia di stupro come “sesso senza consenso” e altri conservatori che avrebbero voluto evidenziare l'indispensabilità della violenza morale o fisica contro la donna affinché si potesse parlare di stupro.
Nel diritto interno di molti Stati europei, tra i quali c'è l'Italia, lo stupro è punito solo quando è dimostrato che ci sia stata una violenza, una coercizione o una minaccia e non è sufficiente che l’atto sessuale sia avvenuto in mancanza di consenso, ma è vero anche che spesso la vittima si trova in uno stato di shock e non riesce a reagire, oppure sceglie di non farlo per paura di fomentare ancora di più il suo aggressore, per cui la legislazione interna di altri Paesi europei prevede che l'elemento sufficiente a integrare il reato di stupro sia la mancanza di consenso.
L'articolo 5 della proposta originale della direttiva, così come elaborata nel 2022 dalla Commissione, prevedeva il reato di stupro come “qualunque costrizione a un atto sessuale non consensuale” senza mettere in rilievo l'indispensabilità della violenza morale o fisica contro la donna al fine di integrare il reato stesso, e bisogna considerare che il reato di stupro non ha una definizione identica in tutti gli Stati dell'Unione europea: del resto, anche le istituzioni dell'Unione sono spaccate sulla direttiva in quanto il Parlamento europeo l'ha apertamente appoggiata, mentre il Consiglio europeo si è opposto, spaccandosi al suo interno.
Così nel progetto di direttiva, mancando l'unanimità sulla definizione di stupro, esso non figura tra i reati contro la donna riconosciuti dalla Ue: a votare a favore della sua esclusione sono stati Paesi come la Francia, la Germania, l' Austria, la Svezia e i Paesi Bassi che si sono trincerati dietro ragioni tecniche e giuridiche sulle modalità di adozione della proposta, e sulla stessa linea si sono schierati altri Paesi tradizionalmente conservatori come Portogallo, Polonia, Ungheria, Malta, Repubblica Ceca, Estonia, Bulgaria, Irlanda e Slovacchia.
Tredici Stati membri erano favorevoli all'inclusione dello stupro nella direttiva, ma era necessaria, nel Consiglio, una maggioranza qualificata del 55% degli Stati membri (ovvero almeno 15) che rappresentassero almeno il 65% della popolazione, e nessuno dei due parametri è stato raggiunto, così il Consiglio ha deciso di togliere dal testo della direttiva la materia del contendere, ovvero lo stupro, indebolendo così fortemente e ridimensionando il progetto di direttiva rispetto al testo varato nel 2022 dalla Commissione con il successivo pieno consenso del Parlamento.
Nel testo votato dal Consiglio il 6 febbraio è stata eliminato anche, su pressione dei Paesi conservatori, ogni riferimento alle molestie sessuali nel mondo del lavoro, tema che non rientrerà quindi nella direttiva e che invece figurava nel testo originario del 2022.
Nelle istituzioni europee, insomma, si è svolta una vera e propria battaglia tra una concezione conservatrice e una progressista in tema di violenza sessuale, ma il Consiglio ha scelto, per tacitare le contraddizioni tra gli Stati membri, di escludere il problema dello stupro, e a farne le spese saranno certamente soltanto le donne.

14 febbraio 2024