Ad Acerra protestavano contro l'inceneritore e la Terra dei Fuochi
70 studenti sospesi per aver occupato la scuola
Gli studenti romani sottoposti a un “grande processo collettivo”
Il manganello disciplinare di Valditara si abbatte sul movimento studentesco

Dopo le manganellate della polizia, le schedature di massa e le denunce all'autorità giudiziaria, a partire dalla fine di gennaio il movimento studentesco, che nei mesi scorsi è stato protagonista delle occupazioni di centinaia di istituti per protestare “contro la scuola del merito e le politiche sociali di questo governo” e si è battuto “per una nuova scuola pubblica”, adesso deve fare i conti anche con il manganello disciplinare del voto in condotta restaurato per decreto dal ministro fascioleghista dell'Istruzione e del “Merito” Giuseppe Valditara all'inizio di questo anno scolastico.
La nuova norma infatti è stata subito brandita dai dirigenti scolastici più reazionari per punire, reprimere, intimidire, isolare e discriminare i protagonisti delle occupazioni e delle proteste studentesche.
Ad Acerra (Napoli) il 27 gennaio il dirigente scolastico del liceo “Alfonso Maria de’ Liguori”, Giovanni La Montagna, ha inflitto dai tre ai cinque giorni di sospensione a testa a una settantina di studenti “colpevoli” di aver organizzato l'occupazione dell'Istituto per protestare “contro l’inceneritore e il biocidio che interessa la cosiddetta area della 'Terra dei fuochi'”.
Si tratta di provvedimenti disciplinari mirati a colpire gli studenti più attivi e rivoluzionari che, si legge nelle rispettive lettere inviate ai genitori: “hanno rivestito un ruolo di promotore dell’azione dell’occupazione” o anche di semplice “occupante” attivo e che proprio alla luce delle nuove sanzioni punitive introdotte da Valditara e dal governo neofascista Meloni potrebbero sfociare in sede di scrutinio finale in un voto di condotta insufficiente e alla conseguente bocciatura in massa di tutti i ragazzi che dall’8 al 15 gennaio scorso hanno preso parte a vario titolo all'occupazione dell'Istituto per denunciare “l’assurdo silenzio che aleggia attorno all’impianto che avvelena la nostra città”.
In un comunicato gli studenti dell'”Alfonso” hanno denunciato fra l'altro anche la sospetta discrezionalità con cui sono state inflitte le sanzioni disciplinari sottolineando che all'occupazione hanno preso parte più di 500 ragazzi, ossia la stragande maggioranza degli studenti compresi i rappresentati d'Istituto, ma ad essere colpiti sono solo gli studenti più “sediziosi” col chiaro intento di creare un pericoloso precedente per intimidire, criminalizzare e soffocare sul nascere ogni eventuale e futura forma di protesta.
“Il problema – si legge ancora nel comunicato degli studenti acerrani - non sono solo le sospensioni, ma come sono state applicate. Come sono stati individuati i promotori dell’occupazione? Come mai la dirigenza afferma che ‘alcuni studenti hanno ammesso di aver promosso l’azione’, nonostante questo non sia mai successo? Vi diciamo noi la verità! Il nostro è stato un gesto corale, appoggiato e promosso da tutti. Insieme abbiamo abbracciato la causa con coraggio e responsabilità. A differenza di quanto si dice sul nostro conto, noi non ce ne siamo lavati le mani, e non inizieremo di certo ora a farlo. Il gravissimo attacco del preside si smentisce da solo: la partecipazione di più di 500 studenti sottolinea la dimensione collettiva del gesto, che smaschera anche il goffo tentativo di ridurre la nostra mobilitazione a settanta studenti. Lo diciamo a preside e professori ci state tradendo e ne risponderete alla nostra Terra”.
Gli stessi provvedimenti disciplinari minacciano di colpire anche gli studenti dei Collettivi studenteschi romani. Tra questi spicca il liceo Virgilio dove addirittura è stato costituito un sorta “Gran Consiglio Disciplinare” col compito di istruire un “grande processo collettivo” contro i 286 studenti e studentesse che la dirigenza dell’istituto ha individuato come responsabili dell’occupazione dello scorso dicembre.
Si tratta di “un problema politico – denunciano gli studenti del Virgilio - i presidi non agirebbero così se non avessero l’avallo del governo per questa repressione, nella scuola del merito della destra non c’è spazio per la critica”.
Una rappresaglia senza precedenti alla quale le studentesse e gli studenti del Collettivo hanno risposto con un coraggioso comunicato stampa in cui non solo rivendicano e si assumono tutte “le responsabilità” dell'occupazione ma contestano a gran voce l’“Atto d’incolpazione d’addebito disciplinare” che il “Gran Consiglio Disciplinare” su richiesta della preside Isabella Palagi, ha inviato agli studenti incriminati e ai loro genitori. l' “Atto d'incolpazione” infatti individua tre gradi di colpevolezza: “recidivi”, “organizzatori” e “iscritti al primo anno”. Per questi ultimi, offensivamente giudicati incapaci per la giovane età di rendersi “conto delle conseguenze del proprio comportamento”, sono previste sanzioni più lievi; mentre per tutti gli altri sono previste sanzioni disciplinari molto più pesanti ivi compreso un voto di condotta insufficiente e conseguente bocciatura.
La stessa sorte che potrebbe toccare anche al rappresentante d'Istituto di un liceo linguistico modese sanzionato con ben 12 giorni di sospensione per aver espresso in una intervista alla “Gazzetta di Modena” il proprio dissenso nei confronti della dirigenza scolastica che ha abolito i viaggi di istruzione all’estero e l’ultimo giorno di scuola dello scorso anno ha fatto perquisire gli zaini di tutti gli studenti trattandoli come dei terroristi.
Segno evidente che nella scuola capitalistica, neofascista e meritocratica di Meloni e Valditara l'ordine, la disciplina e la repressione la fanno da padrone e non è ammesso il dissenso; proprio come avveniva durante il regime fascista.

14 febbraio 2024