Commento al messaggio di saluto di Scuderi alle Commemorazioni di Lenin a Cavriago e a Napoli
Una proposta che deve diventare piattaforma politica su cui lavorare

di Ugo - Genova
Ciò che il Segretario generale compagno Giovanni Scuderi scrive, nel suo messaggio alle e ai presenti alla Commemorazioni di Lenin svolte a Cavriago e a Napoli in luogo di Capri irraggiungibile per il maltempo, non si limita a un saluto, piuttosto si estende e diventa una proposta da sviluppare, da farla diventare piattaforma politica su cui lavorare.
Una chiara e lucida proposta rivolta a chi si identifica nel lavoro intellettuale e rivoluzionario di Lenin, e che riconosce nella sua grande opera teorica e organizzativa la via da seguire e che non può che essere anticapitalista. Proposta rivolta, principalmente, alle sfruttate masse proletarie, con l’indicazione di unirsi, di camminare fianco a fianco al PMLI su obiettivi comuni; la lotta senza quartiere contro il governo neofascista Meloni, contro i suoi disegni di legge e le sue controriforme, contro l’imperialismo e le guerre che inevitabilmente scatena.
Come sostiene il compagno Scuderi, esistono innumerevoli condizioni oggettive su cui trovare un punto d’incontro, su cui edificare un comune piano di lotta che possa aprire la strada in direzione di un progresso di civiltà. E la partecipazione di più organizzazioni, di più forze politiche, in occasione del centenario della scomparsa di Lenin, dimostra che lo spazio politico, per dare vita alla proposta del compagno Scuderi, esiste.
Concretamente, in questa fase, occorre superare tatticamente le differenze strategiche e acquisire la consapevolezza che esistono molte più questioni che uniscono di quelle che dividono; l’antifascismo, il diritto a un lavoro che non sia precario, la difesa dell’ambiente, la discriminazione di genere, salari e pensioni dignitose, e poi la guerra imperialista di aggressione, che potrebbe diffondersi, tracimare, e diventare mondiale. Non sono forse queste tematiche sufficienti a fare riunire più forze politiche, attorno a un tavolo a discutere, alla ricerca di un programma di lotta su obiettivi comuni? A fare riempire le piazze, a fare spostare l’asse politico del Paese, a fare pendere il piatto della bilancia a favore e per l’emancipazione del proletariato?
Sarebbe importante, ma non solo per il PMLI, piuttosto per il proletariato italiano, e per quella ampia parte civile e progressista del Paese, che la proposta, contenuta nel messaggio del compagno Scuderi, non cada nel vuoto e che diventi un percorso tattico e unificante per ogni Partito, o forza politica, autenticamente orientata a sinistra. Tuttavia, questo invito alla lotta va raccolto ora. Perché il governo neofascista Meloni occorre fermarlo, occorre abbatterlo. In seguito, come più compagni sostengono, ognuno perseguirà i propri obiettivi.
Il messaggio del compagno Scuderi termina rimarcando la posizione, riguardo alla possibilità di un conflitto armato, presa dal Comitato centrale del PMLI, “Noi chiameremo il proletariato e tutto il popolo italiano alla guerra civile se l’Italia imperialista parteciperà alla nuova guerra imperialista”.
Posizione ferma. Decisa. Necessaria. E senza tanti giri di parole. Perché nell’eventualità nefasta che si giunga a un conflitto mondiale e con l’Italia coinvolta direttamente e con un ruolo di aggressore e imperialista, in quel caso non si può giungervi impreparati a reagire. Non si può arrivarci e non essere all’altezza di assumere una posizione politica che possa trasformarsi persino in rivoluzionaria.

21 febbraio 2024