La strage sul lavoro di Firenze è “solo” la punta dell’iceberg
Crescono gli infortuni mortali sul lavoro in Emilia-Romagna
Solo la lotta di classe e il socialismo possono fermare la mattanza

Dal corrispondente del PMLI per l’Emilia-Romagna
La morte di 5 operai nel crollo di un supermercato in costruzione a Firenze avvenut il 16 febbraio ha fatto tornare prepotentemente alla ribalta il tema degli infortuni sul lavoro con la tragica scia di sangue che si portano dietro, un tema che purtroppo non trova, e non troverà, soluzione finché perdurerà il sistema capitalistico, che si nutre appunto del sangue dei lavoratori.
In Emilia-Romagna, in base ai dati dell’Osservatorio Sicurezza e Ambiente di Vega Engineering di Mestre, il triste primato di morti sul lavoro nel 2023 spetta a Ravenna con un valore di 58 (ogni milione di occupati) da 70 del 2022, al secondo posto la provincia di Forlì-Cesena con 56,5, erano 52 nel 2022, Parma è passata addirittura dal valore di 15 del 2022 a 53 nel 2023, il valore più “basso” è quello di Rimini con 27,6 (sempre su un milione di lavoratori) contro 13,8 del 2022. L’indice medio regionale è passato da 29,8 del 2022 a 35 nel 2023.
I sindacati confederali denunciano i 18 infortuni e i 3 morti al giorno sul lavoro, ma non il sistema che li genera, cioè il capitalismo. Anche la ricetta sindacale è del tutto insufficiente: “L’unica via è costruire il concetto di ‘cultura della salute e della sicurezza’, che manca nel nostro Paese, a partite dall’istruzione. I sindacati stanno proponendo che questo tema venga inserito anche nelle materie scolastiche, soprattutto negli istituti tecnici, che sono direttamente prossimi al luogo di lavoro”, come se di per sé la conoscenza dei diritti esigibili, comunque importantissima, dia poi la garanzia del fatto che questi vengano effettivamente soddisfatti, e non invece che i lavoratori siano costretti ad accettare condizioni di insicurezza, talvolta anche gravi, per non perdere il lavoro e cercare di garantire, se si riesce a sopravvivere al lavoro, una vita dignitosa a sé e alla propria famiglia.
I lavoratori devono poter conoscere i propri diritti, ma per vederli poi soddisfatti non vi è altra strada che la lotta di classe contro i padroni e il capitalismo.

21 febbraio 2024