Davanti alla Rai di Napoli, presente “Il Bolscevico”
Manganellate meloniane contro i pro-Palestina
Manifestazioni di protesta in diverse città d’Italia

Redazione di Napoli
Martedì 13 febbraio a Napoli vi è stato un partecipato presidio davanti alla sede Rai in viale Marconi nei pressi di piazzale Tecchio, che ha visto centinaia di manifestanti protestare contro la tv “di Stato” perché dà spazio pressocché zero ai sostenitori della Palestina, declinando tutte le notizie, soprattutto quelle dei tg, a favore del governo nazisionista Netanyahu. Un fatto di una gravità inaudita al punto che i manifestanti decidevano di organizzare una protesta specifica.
La presenza di centinaia di manifestanti, di uno striscione di protesta contro la prezzolata gestione informativa della Rai retto dai giovani dei Centri sociali, ma anche dai sindacati di base (Cobas) e Potere al popolo, il fatto che il presidio si trovasse a pochi metri dall’entrata di viale Marconi, scatenava la repressione neofascista del governo Meloni per tappare la bocca ai presenti con delle cariche a freddo e selvagge da parte della polizia del ministro dell’Interno Piantedosi.
Il risultato è quello di manifestanti con il volto insanguinato, come la sindacalista Mimì Ercolano e la scrittrice Flavia Carlini che così denuncia: “La polizia ci ha manganellati decine di volte. Siamo stati tutti picchiati a sangue. E non è vero che stavamo spingendo, volevamo soltanto avanzare, ma senza violenza”. Alla fine della carica per terra c’erano in totale sei dimostranti, tra cui un fotoreporter freelance , che dovranno ricorrere alle cure ospedaliere.
Incredibile e sfacciata la solidarietà dei fascisti di FdI e della Lega di Salvini all'operato delle “forze dell'ordine” che hanno parlato di manifestanti che avrebbero ferito seriamente la polizia, ma dai video che circolano in rete e prodotti dai manifestanti non si notano situazioni del genere, inclusi quelli prodotti assieme alle fotografie dalla Redazione napoletana de “Il Bolscevico” presente davanti alla Rai e testimone delle violente manganellate.
L’ondata repressiva del governo neofascista è continuata giovedì 15 febbraio, questa volta a Bologna dove la polizia ha nuovamente caricato i manifestati davanti alla Rai locale, ma veniva respinta dai presenti. Bissavano il sit-in bolognese ben 300 dimostranti in presidio davanti alla sede Rai di Genova che procedevano ad un vero e proprio blocco di corso Europa al grido di “Palestina libera” e “Basta censura Rai”. A macchia d’olio si estendevano le proteste davanti alle sedi Rai di Torino e Bari, e così a Venezia soprattutto dopo la lettura dell’amministratore delegato Rai, il servo nazisionista Roberto Sergio, del comunicato durante il programma “Domenica In” che prendeva le distanze dalle prese di posizione per lo “stop al genocidio” dei palestinesi, come quelle del cantante Ghali.
La stretta raggiungeva l’acme con il provvedimento interno alla Rai propugnato dal leghista Alessandro Casarin, responsabile della Tgr, secondo cui, in caso di manifestazioni sotto le sedi Rai, bisogna “dare una breve notizia nel telegiornale senza girare immagini”, pregando, inoltre, “di non fare accordi con le questure per scendere a girare con una telecamera”.
Tutte queste nere censure non fermavano l’ondata di protesta pro-Palestina che sta coinvolgendo ogni città italiana tanto che sabato 17 febbraio migliaia di manifestanti (circa 2mila) indicevano una vera e propria manifestazione a Torino che bissava un corteo che si era concluso con gli scontri con le “forze dell’ordine” giovedì 15 in via Verdi con ben 50 identificati tra i presenti. Vi hanno partecipato, tra gli altri, Cambiare Rotta, Potere al popolo, Usb e PRC, oltre a tanti giovani dei Centri sociali. La manifestazione si concludeva, con le “forze dell’ordine” provocatoriamente in assetto antisommossa durante le 3 ore di marcia, in piazza Castello dove un flash mob ricordava la strage dei bambini palestinesi. Un'altra grande manifestazione si svolgeva anche nella Capitale.

21 febbraio 2024