Votata dai parlamentari della destra e della “sinistra” del regime capitalista neofascista
Alla Camera passa la legge “per la conoscenza della tragedia delle foibe”

Lo scorso 8 febbraio l'aula della Camera ha approvato con 224 voti favorevoli, 10 astenuti e nessun voto contrario la proposta di legge n. 1457 che, in un unico articolo, contiene misure per promuovere, a dire degli stessi parlamentari, la “conoscenza della tragedia delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata nelle giovani generazioni” con la quale si intende modificare la legge n. 92 del 30 marzo 2004, istitutiva del cosiddetto 'giorno del ricordo'.
Il testo, per diventare legge, dovrà essere approvato anche dal Senato nel testo approvato dalla Camera: in esso si prevedono, previo stanziamento di cospicui fondi economici, l'istituzione di un concorso artistico nazionale in collaborazione con scuole e università per la realizzazione di opere d'arte su questo tema, l'organizzazione di 'viaggi del ricordo' per gli studenti delle scuole secondarie, il finanziamento a favore di enti impegnati per la memoria delle foibe (la Lega nazionale di Trieste, l'Unione degli istriani di Trieste, l'Istituto regionale per la cultura istriano-fiumano-dalmata e la Federazione delle associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati) e la concessione di onorificenze a tutti i condannati a morte dai Tribunali del Popolo della resistenza jugoslava, i cui cadaveri furono gettati nelle foibe.
È chiaro che i parlamentari della destra e della “sinistra” del regime capitalista neofascista intendono alimentare ulteriormente quel programma legislativo nazionalista e anticomunista iniziato ufficialmente nel 2004 e che già era nell'aria da decenni, almeno da quando, il 22 febbraio 1980, il socialdemocratico Egidio Ariosto, ministro dei Beni culturali e ambientali del primo governo formato dal democristiano reazionario Cossiga, stabilì con decreto che la cosiddetta “foiba di Basovizza” dovesse essere considerata monumento nazionale “perché testimonianza di tragiche vicende accadute alla fine del secondo conflitto mondiale, divenuta fossa comune di un numero rilevante di vittime, civili e militari, in maggioranza italiani, uccisi ed ivi fatti precipitare”.
Poco importa, ovviamente, che storici rinomati come Alessandra Kersevan, Sandi Volk e Claudia Cernigoi hanno dimostrato che – alla luce del fatto che numerose spedizioni speleologiche pubbliche e private, italiane e straniere, abbiano esplorato e, soprattutto, scavato nel dopoguerra il fondo della cosiddetta foiba (in realtà è un pozzo minerario abbandonato) di Basovizza – in quel luogo non è stato ritrovato nemmeno un osso né animale né umano sul fondo della voragine di centinaia di metri. Spiazzato dal fatto che Volk, la Cernigoi e la Kersevan avevano dimostrato in un convegno del 2019 che Basovizza è una vera e propria truffa storiografica nonché un'impostura politica, lo storico Raoul Pupo, ex democristiano di destra e da sempre sostenitore della fantasiosa tesi degli infoibamenti di massa di cittadini italiani a Basovizza, era costretto ad affermare in un'intervista pubblicata su Repubblica del 5 febbraio 2019: “noi sappiamo abbastanza bene quello che è successo a Basovizza perché abbiamo molte testimonianze. Che sono attendibili e che parlano di una strage, cioè dell’uccisione di alcune centinaia di persone. Non abbiamo, però, l’evidenza dei corpi del delitto, perché i recuperi sono sempre falliti”.
Seguendo il ragionamento di Pupo, è come se alcuni buontemponi chiamano a turno il 112 avvisando che ci sono dei cadaveri in un luogo e la polizia, giunta in forze su quel luogo... scopre che lì non c'è nessun cadavere: in parole povere la polizia scopre che la notizia dei delitti è falsa (e che a telefonare sono stati dei buontemponi per beffare la legge) e allo stesso modo anche l'opinione pubblica scopre che l'eccidio di Basovizza è completamente inventato senza che ci sia nulla di vero (e che a lanciare la notizia sono stati dei disonesti con l'evidente proposito di gettare discredito sulla Resistenza)!
Nel frattempo il pozzo minerario di Basovizza è stato coperto dalle autorità italiane da una lastra di pietra che impedisce un'esplorazione indipendente, cosa che con la tecnologia attuale (ad esempio con dei droni) sarebbe molto più semplice che nel passato, ma siccome l'attuale regime neofascista vuole imporre la tesi degli infoibamenti di massa degli italiani in quanto tali come se fosse un dogma, la propaganda dei caporioni istituzionali dello Stato borghese deve evidentemente prevalere con tutti i mezzi – compresi quelli fraudolenti - su una seria ricerca storica, che dimostrerebbe in modo ancor più tangibile e con l'ausilio di fotografie e filmati ad altissima risoluzione che in fondo alla cavità di Basovizza c'è solo terra e sassi. Eppure qualcuno ha avuto la fantasia politica di costruire nei decenni una simile impostura storiografica, politica e istituzionale che è completamente priva di riscontri al solo, evidente, scopo di gettare fango sulle forze di liberazione comuniste slave e sui Tribunali del Popolo istituiti nelle zone da esse controllate che ebbero il coraggio di fare vera pulizia di fascisti, al contrario di ciò che accadde in Italia, dove le varie istituzioni preposte alla defascistizzazione consentirono di fatto a centinaia di migliaia di responsabili dei crimini fascisti in Italia e all'estero (appartenenti a corpi militari e di polizia, questori, prefetti, magistrati e burocrati) non soltanto di farla franca, ma addirittura di riciclarsi nella Repubblica.
Complice di una simile omissione di giustizia fu la scellerata amnistia promossa da Palmiro Togliatti in qualità di ministro di Grazia e Giustizia in combutta con un mascalzone del calibro di Gaetano Azzariti, che nel dopoguerra farà di tutto per dimostrare di essere stato durante il ventennio solo apparentemente fascista ma in realtà già antifascista (fu presidente del Tribunale della Razza e in tale veste tolse libertà, beni e dignità migliaia di ebrei italiani e stranieri), e la Repubblica lo premiò al punto da eleggerlo presidente della Corte costituzionale.
Eppure gli inenarrabili crimini compiuti dall'amministrazione italiana, sia civile sia militare, nei territori della Jugoslavia erano emerse già nell'immediato dopoguerra dalle indagini della commissione parlamentare d’inchiesta presieduta da Luigi Gasparotto - ministro della difesa nel terzo governo De Gasperi nel 1947 – la quale indicava decine di migliaia di responsabili di tali atrocità al vertice dei quali figuravano i generali Mario Roatta, Mario Robotti e Alessandro Pirzio Biroli, insieme al prefetto Temistocle Testa: essi, come altre decine di migliaia di criminali italiani, la fecero franca con la giustizia italiana che, anziché istituire Tribunali del Popolo, emanò una infame amnistia, così come la fecero franca centinaia di migliaia di membri dell'apparato dello Stato fascista che si resero zelanti responsabili dell'attuazione di norme criminali, in Italia e fuori.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: i fascisti non eliminati ieri sono tornati oggi al potere a distanza di decenni.
In base a tali considerazioni invitiamo sin da ora gli artisti e gli esponenti del mondo della cultura antifascisti a non cadere nel trabocchetto istituzionale di questo disegno di legge e della legge che presumibilmente seguirà e a non mettere la loro arte e il loro ingegno a disposizione di una causa sbagliata, poiché tali norme sono emesse dal parlamento di quella stessa Repubblica Italiana che ieri avrebbe dovuto perseguire con fermezza i criminali infiltrati nelle amministrazioni pubbliche e non lo fece, mentre oggi getta discredito sui Tribunali del Popolo slavi e sui suoi provvedimenti che furono realmente antifascisti facendo passare, falsamente, i giudici popolari come persecutori nei confronti degli italiani in quanto tali, cosa che non furono mai.
Noi marxisti-leninisti non rinunceremo a batterci per ristabilire la verità storica, frutto di studi e di ricerche scientifiche, e contro quest'orgia revanscista, nazionalista e anticomunista sulle foibe sostenuta dagli eredi del ventennio mussoliniano assecondati dalla “sinistra” del regime neofascista e invitiamo i giovani e gli studenti a boicottare con ogni mezzo qualsiasi viaggio del ricordo in direzione di Basovizza o di altri luoghi dove si propaganda la tesi fasulla dell'infoibamento degli italiani in quanto tali, affinché le giovani generazioni non subiscano il lavaggio del cervello perpetrato dai neofascisti al governo e non si rendano complici delle loro vergognose menzogne .

21 febbraio 2024