Contro "un governo che taglia i fondi all'istruzione, che cerca di stoppare il diritto di chi scende in Piazza e che resta indifferente all'orrore Palestina"
Gli studenti occupano il liceo “Spedalieri” di Catania

Dal corrispondente della Cellula “Stalin” della provincia di Catania
Il 15 febbraio gli studenti del liceo classico Nicola Spedalieri di Catania hanno dato vita ad un’occupazione partecipata e combattiva, con assemblee e incontri per esprimere i motivi della battaglia intrapresa, il loro dissenso verso il governo della Meloni, "un governo che taglia i fondi all'istruzione, che cerca di stoppare il diritto di chi scende in Piazza e che resta indifferente all'orrore Palestina". Queste ed altre le motivazioni che hanno portato all'importante azione di lotta, nel mentre continuavano le regolari attività didattiche.
Gli studenti hanno stilato un documento che manifesta una maturità culturale di interpretare la realtà attuale: "Occupiamo perché? Le studentesse e gli studenti occupanti propongono attraverso questo documento, un diverso svolgimento delle regolari attività didattiche nei giorni a venire... per capire questo strumento di lotta che è l'occupazione che hanno adottato diverse istituti d'Italia. In questi anni abbiamo avuto modo, in numerosi occasioni, di discutere del sistema educativo attualmente in vigore, reputandolo insoddisfacente, carente sotto molti punti di vista e oltremodo alienante. Già da tempo, infatti, noi studenti e studentesse abbiamo messo in atto un processo di informazione e consapevolezza collettiva attraverso diverse giornate di autogestione e molti altri momenti, anche extrascolastici" da tutta questa esperienza ne è "scaturita una forma di riflessione e presa di coscienza su temi che ci coinvolgano, in maniera diretta... come i continui e ingenti tagli ai fondi destinati all'istruzione, le riforme che intendono snaturare gli obiettivi e le funzioni di cui la scuola pubblica dovrebbe essere garante, con l'obiettivo di avvicinarla a una logica aziendale del profitto”.
Mentre il governo neofascista Meloni invece di accogliere le istanze degli studenti e delle studentesse le reprime talvolta con metodi repressivi. Una repressione a cui sono sottoposti coloro che si schierano e sostengono la causa palestinese. Gli studenti puntano il dito contro "l'inadeguatezza degli investimenti destinati, dal governo attuale e dai precedenti, in favore del sistema scolastico. La mancanza di risorse mortifica una realtà che avrebbe bisogno di maggiori investimenti, questi ultimi spesso elargiti ad altri settori, come quello dell'industria bellica o al progetto del ponte sullo stretto di Messina per cui verrebbero stanziati circa diversi miliardi di euro, fondi che potrebbero sollevare il Mezzogiorno dall'arretratezza in cui riversa”.
A rendere ancora più critica la situazione della scuola pubblica vi sono le ultime “riforme” previste dal ministro dell'istruzione e del merito Giuseppe Valditara, le quali contribuiscono all'ingerenza delle aziende all'interno dell'apparato scolastico: "all'aziendalizzazione della scuola e quella del cosiddetto '4+2' la quale porterebbe alla riduzione del percorso scolastico da 5 a 4 anni per gli istituti tecnici e professionali, con la possibilità di frequentare i due anni supplementari del biennio ITS, promuovendo i rapporti con le aziende al posto di valorizzare la formazione degli studenti. Abbiamo scelto di adoperare questa forma di protesta in primo luogo come risposta alle spropositate azioni repressive perpetrate dal ministro dell'istruzione e del merito Giuseppe Valditara, in questi mesi ha rilasciato una serie di dichiarazioni che mirano a silenziare e punire qualunque forma di dissenso studentesco" .
Il documento continua con la solidarietà agli studenti e alle studentesse dei licei Virgilio e Tasso di Roma, Barozzi di Modena e Maria de' Liguori di Acerra che hanno subito le politiche repressive del ministro Valditara. La “sentenza numero 1044 del 30 marzo del 2000, di una certa importanza della corte di cassazione penale, afferma che 'l'edificio scolastico, pur appartenendo allo Stato, non costituisce una realtà estranea agli studenti, che non sono dei semplici frequentatori, ma soggetti attivi della comunità scolastica e pertanto non si ritiene che sia configurato un loro limitato diritto di accesso all'edificio scolastico nelle sole ore in cui è prevista l'attività scolastica in senso stretto'. Le occupazioni esistono poiché i luoghi di aggregazioni e discussioni attiva e critica spesso mancano e, se ci sono, la loro sopravvivenza è minacciata dallo Stato".
L'occupazione degli studenti del liceo Nicola Spedalieri va appoggiata nei contenuti di lotta e condivisa dal movimento di massa catanese.

28 febbraio 2024