Putin assassina l'oppositore Navalny
Salvini, Travaglio e Santoro lo coprono
 
Il 16 febbraio scorso l'attivista russo, capo del Partito nazionalista "Russia del Futuro", tra i principali e più inflessibili oppositori di Putin e del suo partito "Russia Unita" (da lui definito "partito di ladri e truffatori") Alexsej Naval'nyi, è stato trovato morto in carcere ufficialmente per "una sindrome da morte improvvisa".
Per la sua attività politica fu processato, spesso con accuse ridicole, arrestato e persino avvelenato nel 2020 per volontà di Putin. Fu curato nel 2020 in Germania su richiesta della Merkel (allora cancelliere), appena tornato in Russia però venne nuovamente arrestato.
Nei suoi ultimi mesi di vita Navalny aveva ulteriormente attaccato il criminale Putin, sfidandolo alle prossime presidenziali e mostrando la sua contrarietà all'aggressione neozarista e neonazista all'Ucraina. La sua morte sembrerebbe la conseguenza di un pugno al cuore sferratogli dopo che era stato costretto a stare due giorni di seguito in piedi a temperature vicine ai meno 30°, mentre alla madre, Lyudmila Navalnaya, è stato vietato un funerale pubblico sotto ricatto da parte del regime fascista russo. Un omicidio brutale, opera di Putin e dei suoi sgherri, spaventati in particolare dal consenso crescente verso Navalny in Russia anche in seguito alla crescente impopolarità del nuovo zar legata alla vicenda Ucraina, in prospettiva delle presidenziali (peraltro da sempre palesemente truccate). Del resto sono centinaia i politici, i giornalisti, i blogger accusati anche di "terrorismo", ammazzati, avvelenati o fatti sparire nel nulla. Una brutalità che accomuna la Russia di Putin ai regimi dell'Occidente capitalistico, se si pensa che l'imperialismo Usa vorrebbe chiudere in carcere per ben 175 anni Julian Assange, il fondatore di Wikileaks solo per aver rivelato al mondo gli orrori compiuti dagli imperialisti dell'Ovest.
Come sull'Ucraina, anche sul caso Navalny, a coprire l'assassino Putin si sono distinti il ministro fascioleghista Salvini, oggi capo del secondo partito di governo dopo i neofascisti della Meloni, l'anticomunista liberale Marco Travaglio e l'ex "maoista" pentito Michele Santoro, che aspira con la sua lista a rientrare nell'europarlamento della UE imperialista.
Su "Il Bolscevico" abbiamo documentato per anni la vicinanza di Salvini, di pezzi di FdI, dello stesso defunto (e non compianto) Berlusconi a Putin. Ricordiamo qui il caso di Gianluca Savoini, anello di collegamento tra la Lega e Putin, il quale, alla fine dello scorso anno in un suo libercolo intitolato: "Da Pontida al Metropol. La lunga guerra dei poteri forti internazionali contro la Lega" ha palesemente riaffermato "con forza e convinzione" i legami con Putin nel nome dl tradizionalismo, dell'ultranazionalismo, dei dogmi antidemocratici alla base dell'estrema destra, divenuta da tempo un network internazionale.
Tutto questo basta e avanza a comprendere perché il fascioleghista Salvini, vicepremier e ministro dei lavori pubblici del nero governo Meloni, copra Putin sull'omicidio di Navalny sostenendo vergognosamente che: "dovranno essere la magistratura russa e i medici a fare chiarezza sulla vicenda, non noi. " Per questa ragione alla fiaccolata in ricordo di Navalny del 20 febbraio tenuta al Campidoglio il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo, è stato contestato dai manifestanti e dai giornalisti.
Analogo è il discorso del direttore de "Il Fatto Quotidiano", Marco Travaglio, allievo del fascista Indro Montanelli, con il quale collaborò a "Il Giornale" della famiglia Berlusconi (quando sapeva benissimo chi erano i Berlusconi). Dopo penose sbandate verso Grillo, Conte e i pentastellati, che lo hanno portato a sostenere i due antipopolari governi Conte (il primo in alleanza con la Lega), che tanto male hanno fatto al popolo italiano spargendo solo illusioni elettorali e portando avanti esattamente le stesse politiche economiche e sociali dei precedenti governi, dettate dalla UE imperialista e dalla borghesia nostrana, "Il Fatto Quotidiano" dall'invasione dell'Ucraina del 24 febbraio del 2022 in poi si è trasformato in un organo di stampa filoputiniano. E così il 20 febbraio nel suo consueto editoriale che compare di spalla nella prima pagina del suo quotidiano ha scritto: "Non si può escludere, viste le decine di personaggi scomodi morti ammazzati o vittime di strani incidenti, che sia stato ucciso e che l’ordine sia partito da Putin. Ma al momento, senza elementi certi, non si può neppure affermarlo, anche se i governi di mezzo mondo si sono affrettati a farlo un minuto dopo, senza prove.(sic) Gli opposti complottismi si esercitano nel giochino del cui prodest: per gli anti-russi, Putin non vedeva l’ora di tappare la bocca per sempre al grillo parlante; per i filorussi quel cadavere eccellente serve al mondo Nato per scagliarlo addosso a Putin ora che sta vincendo(!) la guerra in Ucraina e gli Usa e l’Europa si sono abbondantemente stufati di svenarsi per quella causa persa. A lume di naso, un autocrate intelligente ha poco da guadagnare e molto da perdere a un mese dalle elezioni che stravincerà per mancanza di rivali (e non per brogli, violenze e perché i rivali sono stati ammazzati? sic) e nel momento più difficile per il fronte pro Kiev dalla morte di un oppositore più popolare qui che là (!) e sepolto vivo a 2 mila km da Mosca. Tanto più se è vero, come sostiene la Bild, che Navalny gli serviva vivo per scambiarlo con un agente russo recluso in Germania”. Insomma Travaglio prende le difese di Putin col pretesto di opporsi all'andazzo dei due pesi e due misure: l'incoerenza dei filo imperialisti occidentali nel trattare temi come l'Ucraina e la Palestina, Navalny e Assange, diventa per lui giustificazione per fare altrettanto nei confronti dell'imperialismo dell'Est. Mentre gli altri si affannano a difendere Navalny e a ignorare Assange, lui difende il secondo e copre l'assassino del primo. Un gioco sporco che getta fumo negli occhi dei sinceri antimperialisti confondendo ad arte aggrediti e aggressori.
Ai due si è unito l'ex "maoista" pentito Michele Santoro, ora promotore della lista elettorale antiastensionista "Pace, Terra, Dignità" da presentare alle prossime europee con il fine di legittimare a sinistra la UE imperialista. Ospite di Giovanni Floris a "DiMartedì" il 20 febbraio scorso su La7 di Urbano Cairo confonde ad arte il caso Assange con quello Navalny, per ridimensionare la morte di quest'ultimo, quando in realtà sono due situazioni diverse che mostrano il carattere antidemocratico di ogni imperialismo: "La verità è che l'Occidente dice che va rovesciato Putin e quindi deve continuare la guerra " (come se non fosse stato Putin ad invadere l'Ucraina), "manifestare per Navalny significa solo volere inviare armi a Kiev, come vuole Calenda, fino alla sconfitta di Putin "
Quindi attacca appunto l'astensionismo citando l'arcirevisionista ex segretario del Pci, Enrico Berlinguer (che pure si sentiva più sicuro sotto l'ombrello della Nato) , sostenendo che gli astensionisti fanno il gioco dei partiti borghesi screditati, ma nello stesso momento apre ad un'alleanza con il "centro-sinistra" (e quindi parte di quegli stessi partiti screditati!) all'interno del quale vorrebbe giocare il ruolo del "cattivo", in realtà quello di colui che riporta alle urne almeno parte degli astensionisti di sinistra, questo è il punto.
E poi aggiunge: "Bisogna parlare di pace, basta destra e sinistra (qualunquismo puro), noi abbiamo separato la Germania dalla Russia che già si sono affrontate con milioni di morti (come se la Russia di Putin fosse l'Urss di Stalin) le dobbiamo unire... io sono uno di sinistra, ma liberal, non certo un leninista (ma va? Chi lo aveva mai pensato?) perché dico che ci vuole la pace se volete il salario minimo e i diritti, non le armi a Kiev per abbattere Putin ". Insomma secondo questo opportunista occorre votarlo alle europee per legittimare la UE imperialista e costringere l'Ucraina a capitolare all'invasore russo, smettendo di sostenere la sua gloriosa Resistenza, perché il colpevole dell'aggressione russa è "l'Occidente" attraverso la sua marionetta Zelenski e Putin sta portando avanti in ultima analisi una guerra difensiva, tipica narrazione putiniana.
Santoro è un giornalista e un imbroglione politico nemico dei popoli e della nazioni oppresse, contemporaneamente schierato al servizio di Putin e della UE imperialista che vuole legittimare da sinistra con la sua lista per "la pace" (ingiusta) e antiastensionista e dunque completamente al servizio dell'imperialismo, servizio pagato lautamente se fosse eletto anche dai contribuenti italiani in euro, oltre che in rubli da parte di Putin.
Speriamo davvero che gli antimperialisti, antifascisti e amanti della pace giusta, cioè coloro che stanno dalla parte dei popoli e delle nazioni oppresse e non dei loro carnefici, lo boccino clamorosamente come tutti i partiti e le liste borghesi che si presenteranno alle prossime elezioni per il rinnovo della deputazione italiana in seno all'europarlamento, cominciando dai sinceri comunisti, i quali non devono e non possono dimenticare la sporca equiparazione tra comunismo e nazifascismo votata dalla destra e dalla "sinistra" borghese della UE, propedeutica alla messa fuorilegge dei Partiti comunisti in tutta Europa e in Italia, per volere di FdI, in particolare proprio del PMLI.
Lottiamo conseguentemente contro ogni imperialismo, della Ue e dell'Ovest ma anche dell'Est, per il socialismo e il potere politico del proletariato!

28 febbraio 2024