Intervento di Angelo Urgo a nome del Comitato lombardo del PMLI al presidio di Milano
Gli Stati Uniti vogliono un processo farsa contro Assange per tappare la bocca ai giornalisti investigativi di tutto il mondo

Se il ricorso alla Corte suprema britannica non desse esito positivo, il destino di Julian Assange sarà segnato e sarà consegnato agli Stati Uniti dove rischia 175 anni di reclusione per spionaggio ossia per aver svelato al mondo i crimini di guerra commessi dall’imperialismo Usa in Afghanistan e Iraq.
Assange teme per la propria vita e sua moglie ha già dichiarato che lo stesso attivista disporrebbe di prove che dimostrerebbero che la Cia statunitense avrebbe cercato di assassinarlo con il veleno quando era ancora rifugiato dentro l’ambasciata ecuadoriana a Londra.
In un comunicato ufficiale di due anni fa WikiLeaks, fondata dallo stesso Assange nel 2006, ha dichiarato che “Chiunque in Gran Bretagna abbia a cuore la libertà di espressione dovrebbe vergognarsi profondamente del fatto che il ministro dell’Interno abbia approvato l’estradizione di Julian Assange negli Stati Uniti, il Paese che ha complottato il suo assassinio”.
L’estradizione, infatti, metterebbe a rischio la libertà di stampa nell'intero pianeta e manderebbe un messaggio pesantissimo ai giornalisti di inchiesta di tutto il mondo affinché non si occupino del malaffare degli Stati Uniti, cosa che aveva fatto con successo WikiLeaks, che tra il 2010 e il 2011 aveva pubblicato oltre settecentomila documenti riservati i quali dimostrano che le forze armate degli Usa, insieme a quelle degli Stati satelliti comprese le forze armate italiane, hanno commesso crimini di guerra in Iraq e Afghanistan uccidendo complessivamente almeno 66mila civili innocenti, compresi giornalisti, e torturando un numero elevatissimo di persone.
L'Australia, di cui Assange è cittadino, non ha mosso un dito per soccorrerlo in questa persecuzione, e anche altri Paesi, tra i quali la Svezia, si sono contraddistinti nel montare ad arte false accuse di violenza sessuale rivelatesi totalmente destituite di fondamento, mentre la Gran Bretagna ha fatto di tutto per compiacere il capobastone del mondo capitalista, gli Stati Uniti.
Nemmeno il governo italiano si è mosso, ed è evidente, in quanto numerosi files pubblicati da WikiLeaks dimostrano che, quantomeno, le forze armate italiane erano informate insieme al governo di Roma dei massacri di civili.
La veridicità delle pubblicazioni di WikiLeaks è provata dal fatto che nessuno dei giornalisti che ha rilanciato tali rivelazioni è mai stato condannato, o anche solo incriminato, in base alle leggi vigenti sul diritto di cronaca, per cui il processo che gli Stati Uniti vogliono inscenare contro Assange è un vero e proprio processo farsa il cui obiettivo è creare un precedente per tappare la bocca ai giornalisti investigativi di tutto il mondo affinché non parlino delle nefandezze perpetrate dagli Usa e dai loro alleati, tra i quali ci sono anche lo Stato sionista d’Israele e quello italiano, un precedente utile anche a qualsiasi altra cordata imperialista come quella russo-cinese.
Solidarizziamo con Julian Assange e sosteniamo ogni mobilitazione che abbia come obiettivo sia l'impedimento alla sua estradizione verso gli Stati Uniti, dove andrebbe incontro a un processo provocatorio, sia la sua scarcerazione, affinché egli possa continuare, da uomo libero, la sua battaglia di verità, come ha già ampiamente dimostrato di fare.
Free Assange! Libertà per Assange!

28 febbraio 2024