“Né a Ferrara né altrove” gridano gli antirazzisti
Grande manifestazione a Ferrara contro i Cpr
Aprire le frontiere dell'Europa e dell'Italia all'ingresso libero e sicuro dei migranti

Dal corrispondente del PMLI per l'Emilia-Romagna
Una grande manifestazione di oltre 1.500 antirazzisti contro i Centri di Permanenza per i Rimpatri (Cpr) si è svolta sabato 2 marzo a Ferrara, dove nei mesi scorsi il sindaco fascio-leghista Alan Fabbri aveva dato la disponibilità ad aprirne uno proprio nella città emiliana, unico capoluogo ad averlo fatto, dopo che il governo neofascista Meloni con il decreto Cutro ne aveva annunciato l’apertura di uno per ogni Regione, salvo poi il recente dietrofront probabilmente in vista delle elezioni amministrative di giugno che si terranno appunto anche a Ferrara, col sindaco Fabbri che assieme al senatore di Fdi Alberto Balboni dichiarava: “Chi si oppone al Cpr è contro la sicurezza dei cittadini”, mentre ora sono stati affissi dei manifesti "Grazie a Fdi nessun Cpr a Ferrara".
Ma gli organizzatori, una cinquantina di associazioni locali tra le quali la “Rete No Cpr Ferrara”, facente parte della “Rete No Cpr Emilia-Romagna”, non si fidano e giustamente temono che la questione venga riproposta dopo le elezioni, vista anche la linea razzista e antimigranti espressa dal governo; per questo hanno organizzato la manifestazione per dire “No ai Cpr né a Ferrara né altrove”.
In tantissimi hanno risposto, anche da fuori Ferrara, sfilando combattivamente da piazza Poledrelli fino a giungere in Piazza Castello dove sono stati fatti gli interventi conclusivi, fra questi è stato detto che “La nostra non è solo un’opposizione a modelli di reclusione e segregazione ma è anche rivendicazione e impegno per un’accoglienza degna, percorsi di autonomia, integrazione, libertà e giustizia sociale senza discriminazioni. La presenza di un Cpr peggiora il clima delle nostre città, in particolar modo per le comunità di origine straniera, già vittime di profilazione razziale".
La Cgil ha denunciato come “la politica dei Cpr ha il solo effetto di creare un esercito di irregolari che finiscono nelle mani di imprenditori che vogliono fare profitto sulla pelle di lavoratori senza diritti”, mentre l’attore bolognese Alessandro Bergonzoni ha sottolineato: "La tortura è anche non fare niente, non dire alle persone che sono in un Cpr quanto ci rimarranno, quando e se andranno a casa. Quali sono le loro colpe? Piangiamo il morto in mare, ma non consideriamo quello che si salva".
La manifestazione di Ferrara si inserisce in un percorso di lotta, fatto anche di presidi davanti alle prefetture, a livello regionale partito lo scorso ottobre con una manifestazione svoltasi a Bologna, dove si era cominciato a parlare dell’apertura di un Cpr e dove alcuni anni fa è stato chiuso un Cie-Cpt, come si chiamavano allora, dopo una lunga e dura battaglia, con gli attivisti antirazzisti che denunciano: “il governo Meloni sta rilanciando il sistema dei Cpr dichiarando di volerne aprire almeno uno in ogni regione. Si tratta di luoghi in cui vengono rinchiusi cittadini stranieri senza permesso di soggiorno, reato amministrativo non penale, privati dei diritti umani essenziali, senza una vera tutela legale e senza cure mediche adeguate. ‘Non luoghi’ in cui si verificano, come ci raccontano le cronache, maltrattamenti, abusi, somministrazione forzata di psicofarmaci, violenze che spesso portano ad atti di autolesionismo fino al suicidio, come quello di Sylla Ousmane, rinchiuso nel Cpr di Ponte Galeria, avvenuto all’inizio di febbraio”. “Attualmente i Cpr in Italia sono 10, tre dei quali sotto indagine per reati come truffa, maltrattamenti, violenza privata pluriaggravata, falso ideologico e crimini di natura fiscale. A essere inquisiti sono gli enti gestori ma anche agenti di polizia e personale medico. Tra le accuse quella più odiosa è la somministrazione di massicce dosi di psicofarmaci ai migranti a loro insaputa, con lo scopo di sedarli”.
Come ha denunciato il PMLI tramite un articolo dal titolo “Il nuovo decreto conferma la linea del governo neofascista del muro contro i migranti” pubblicato da “Il Bolscevico”, il decreto annunciato dal governo neofascista Meloni durante il Consiglio dei ministri svoltosi a Cutro, dopo l’ennesima strage di migranti annegati in mare, rappresentava un ulteriore pugno duro contro i migranti, col fascio leghista Salvini che “ha ottenuto anche l'inserimento nel decreto di alcuni pezzi dei suoi decreti sicurezza approvati quando era ministro dell'Interno del Conte 1, che erano stati modificati da Lamorgese durante il Conte 2, tra cui il vessatorio restringimento della protezione speciale per i rifugiati. Completano il suo ricco carniere l'aumento dei vergognosi Centri per i rimpatri (Cpr) ad almeno uno per regione, con tanto di ultra semplificazione delle procedure di appalto sul modello ponte di Genova, e una legge detta spregiativamente ‘anti Soumahoro’ contro le cooperative che si occupano dell'accoglienza. Per eliminare i trafficanti e l'ecatombe nel Mediterraneo, arrivata a 26 mila annegati negli ultimi dieci anni, basterebbe aprire le frontiere dell'Europa e dell'Italia all'ingresso libero e sicuro dei migranti”.

6 marzo 2024