Intervento di Massimo Mani, membro del direttivo provinciale di Firenze della categoria, all'assemblea promossa dalla FLC CGIL Toscana
Ci vuole lo sciopero generale nazionale di tutte le categorie per cacciare il governo Meloni dalla piazza prima che sia troppo tardi

Lunedì 4 marzo si è svolta, purtroppo nella sola modalità on-line, un'assemblea promossa dalla FLC CGIL regionale per discutere sui pestaggi degli studenti a Firenze e Pisa, sullo sciopero dell’8 marzo che la categoria ha promosso a livello nazionale e relativamente alla manifestazione di sabato 9 a Roma contro la guerra che vede la partecipazione anche della CGIL nazionale.
All’assemblea hanno partecipato oltre 1.500 lavoratrici e lavoratori del settore fra Teams e la diretta youtube, alcuni dei quali sono intervenuti per dare alla discussione il proprio contributo. Fra di essi il compagno Massimo Mani, membro del Direttivo provinciale FLC di Firenze, apprezzato e rilanciato anche in alcuni interventi successivi. Di seguito il suo intervento.
 
Non ci sono dubbi, le manganellate meloniane sono di stampo mussoliniano, non sono il frutto di un “inciampo”, di un “errore” di qualche funzionario locale, come ripetutamente sostenuto dal ministro Piantedosi e da altri esponenti del governo, ma rispecchiano i “valori” fondativi neofascisti che appartengono a larga parte di questa compagine governativa.
Oramai dovrebbe essere chiaro che il governo Meloni non tollera il dissenso.
Abbiamo visto le manganellate agli studenti che manifestano per la Palestina, agli operai che chiedono condizioni di lavoro dignitose, a chi protesta contro l'occupazione “militare” della Rai e dell'informazione da parte del governo, ed ancora sanzioni disciplinari o addirittura il carcere a chi occupa le scuole, alle azioni dimostrative degli ambientalisti, a chi organizza eventi non autorizzati, a chi attua blocchi stradali e picchetti durante le lotte sindacali e sociali.
Nel mio contributo al documento politico congressuale di un anno fa, avevo denunciato la natura neofascista del governo Meloni, pur rimanendo da solo nel sostenerlo. Ai più pareva si trattasse di un’esagerazione. Oggi, dati i fatti, per lo meno in larga parte, questa coscienza c'è, anche se mancano le risposte adeguate che questo governo meriterebbe prima che faccia ulteriori danni.
La risposta più forte alla repressione di stampo fascista nei confronti degli studenti, c'è stata nella serata del 23 a Pisa, a poche ore dai fatti, quando i due presidi organizzati da forze diverse ma entrambi col pieno coinvolgimento popolare, sono poi confluiti in Piazza dei Cavalieri (la stessa negata agli studenti) fondendosi in una unica manifestazione. Anche se questa iniziativa non era autorizzata, stavolta le “forze dell'ordine” si sono tenute a debita distanza, anche perché è facile pestare qualche decina di studenti inermi, ben altra cosa è affrontare una mobilitazione di massa.
Anche da questo episodio dobbiamo imparare quale sia davvero la “Via Maestra”, da percorrere contro questo governo che non è soltanto in continuità con Draghi e gli esecutivi precedenti in ambito fiscale ed economico, ma segna un “salto di qualità”, un'accelerazione verso l'instaurazione definitiva della repubblica presidenzialista già disegnata dalla P2 di Gelli, che cancella definitivamente anche le libertà costituzionali democratico-borghesi che sono ancora in piedi.
Lo sciopero generale dell'8 Marzo ha una valenza politica importantissima perché mette in connessione donne che vivono discriminazioni trasversali, razziali, di classe, ma che non entrano mai in contatto tra loro. Uno sciopero generale che serve per far loro trovare una dimensione collettiva.
Per questi motivi lo sciopero deve essere “generale”, ed è un vero peccato che neppure quest'anno nonostante quell'onda emotiva che ha caratterizzato la società dopo l'omicidio di Giulia Cecchettin, la CGIL non abbia avuto il coraggio di indirlo. E così ci ritroviamo a dover parlare di eventuali scioperi di categoria. Ma questa “possibilità”, rappresenta in realtà già di per sé una sconfitta poiché depotenzia una forma di lotta che non ha caratteristica settoriale.
Apprezzo che la FLC lo abbia fatto e l'augurio è che riesca bene e sia partecipato.
Forse le politiche conservatrici di Meloni anche in termini da “Dio, Patria e Famiglia”, contro il diritto all'aborto, ecc., faranno sì che nel prossimo futuro l'8 Marzo sarà sciopero generale di tutta la confederazione. Peccato però dover sempre aspettare che si tocchi il fondo o che si sia già iniziato a scavare.
Andando a chiudere, ricordo che la strage di operai a Firenze, con tutte le questioni che si porta dietro, è solo un ulteriore motivo per riprendere saldamente quella mobilitazione inspiegabilmente interrotta dopo lo sciopero territoriale di novembre contro la legge di bilancio.
Il governo Meloni dev’essere cacciato dalla piazza, prima che sia troppo tardi. Se non reagiamo subito l'Italia diventerà una seconda Ungheria.
E noi ce ne accorgeremo solo quando i buoi saranno già scappati.
Buon lavoro a tutte e a tutti.

6 marzo 2024