A Pisa, Firenze, Milano, Roma, Torino e in altre città
In piazza per la Palestina libera e contro i manganelli

Sabato 2 marzo le piazze di Pisa, Firenze, Milano, Roma e altre città d'Italia si sono nuovamente riempite per la Palestina libera e contro i manganelli mussoliniani usati dal governo Meloni per mettere a tacere l'ampia e combattiva protesta antimperialista che coinvolge sempre di più lungo la penisola giovani e giovanissimi studenti a quanti sin da subito si sono mobilitati contro il genocidio nazisionista del popolo palestinese e il vergognoso sostegno del governo italiano all'invasione militare israeliana dei territori palestinesi.
L'indignazione popolare provocata dai filmati che una settimana prima avevano mostrato al mondo intero di cosa è capace la polizia del governo della ducessa Meloni diretta dal ministro Piantedosi, era ancora viva negli occhi e nella mente delle masse popolari antifasciste, eppure esse non si sono lasciate intimidire dai manganelli mussoliniani e hanno voluto riaffermare le ragioni irrinunciabili di questa protesta: solidarietà col popolo palestinese, difesa a oltranza della libertà di manifestare e ferma opposizione alla repressione fascista-
Iniziative si sono infatti svolte nelle città di Roma , Torino e Milano. Nella Capitale almeno 1500 manifestanti hanno sfilato dietro allo striscione con la scritta “Palestina libera”, partiti da piazza Vittorio si sono diretti verso piazzale Tiburtino per poi passare vicino al consolato Usa in via Principe Amedeo, dove si è levato si un coro: “Israele criminale, Palestina immortale”. Oltre un migliaio di persone si sono ritrovate in piazza Castello, nel centro di Torino, per una manifestazione pro Palestina organizzata dal coordinamento «Torino per Gaza». Vi hanno partecipato anche centri sociali, Scuola per la Pace, Si Cobas e altre sigle di associazioni, mentre gli organizzatori hanno ricordato: “Siamo qui in solidarietà con la resistenza palestinese che va sostenuta. A Gaza si lotta ogni giorno per la sopravvivenza. Non dimentichiamo che il Comune di Torino è gemellata con Gaza”. Partito da piazza San Bavila, il corteo di Milano ha visto la partecipazione di oltre 1500 persone e si è concluso in piazza Duca D’Aosta.
Ma per forza di cose la mobilitazione più attesa e importante si è avuta in Toscana dove, se non fosse bastata la risposta data al governo e ai picchiatori delle “forze dell'ordine” in camicia nera venerdì 23 febbraio nelle manifestazioni spontanee di Pisa e Firenze, altre migliaia di studenti sono nuovamente scesi in piazza con forza, determinazione e coraggio. A Empoli hanno sfilato in qualche centinaio per le vie del centro con cartelli e slogan. La manifestazione è stata organizzata dal Collettivo studentesco 'Sav' dell'Istituto Virgilio di Empoli ma vi hanno partecipato anche studenti dell'istituto Pontormo, e rappresentanti del Comitato Empoli per la Pace, di Pace e Disarmo, dell'Anpi, di Non Una di Meno e della Federazione Anarchica Italiana, oltre ad alcuni gruppi ultras dell'Empoli calcio e membri dello storico centro sociale Csa Intifada. La manifestazione si è conclusa nella centrale piazza Farinata degli Uberti, dove si sono tenuti alcuni interventi dei rappresentanti delle varie sigle.
A Pisa oltre seimila i manifestanti in piazza a dare forza al corteo promosso dalla Rete degli studenti medi, partito da piazza Vittorio Emanuele, che è poi transitato anche in piazza dei Cavalieri, confine del pestaggio del 23 febbraio, sorvegliato da un ingente schieramento di agenti in assetto antisommossa che però stavolta hanno tenuto i manganelli a posto.
In testa al corteo, un cordone di una quindicina di minorenni superava di pochi metri un furgone munito di casse acustiche dal quale si sono avvicendati diversi giovani che hanno raccontato la loro testimonianza. Subito dietro uno striscione con su scritto “Pisa in piazza contro bombe e manganelli”, seguito da altri "Pisa non ha paura. Stop al genocidio. Studenti pro-Palestina", e “Solidarietà agli studenti picchiati”. Presenti tante bandiere palestinesi e altre arcobaleno. Numerosi anche gli slogan tra cui “Israele stato fascista e terrorista”.
Un altro grande abbraccio solidale della città al popolo palestinese e agli studenti pestati dalla polizia che si sono ripresi la piazza con l'appoggio degli antifascisti.
A Firenze le forze di polizia hanno reso inaccessibile l'area intorno al consolato statunitense in vista della manifestazione per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza prevista proprio nei pressi della sede diplomatica Usa.
Al corteo indetto da Comunità Palestinese, Si Cobas, centri sociali e dai collettivi studenteschi, hanno partecipato in oltre mille al grido di “Palestina libera”, “Stop al genocidio” e “Assassini, assassini, giù le mani dai bambini”. Presente anche la studentessa ventunenne che una settimana fa ha riportato una frattura scomposta al naso e un taglio sotto un occhio dopo una manganellata; "Sono qui perché credo sia giusto essere in piazza per chiedere lo stop al genocidio - ha detto -. Querelerò il poliziotto che mi ha colpito. Credo che dovrebbe vergognarsi per quello che ha fatto".
Il corteo ha proseguito sul Lungarno, attraversando il ponte Santa Trinita per poi finire sulle note della canzone “Casa mia” di Ghali in piazza Santo Spirito, dove un altro gruppo di manifestanti che ricordavano con uno striscione Riccardo Magherini, ha solidarizzato con gli studenti picchiati. Per la memoria, la notte del 3 marzo 2014, Riccardo Magherini, ex promessa del calcio e padre di un bimbo di due anni, morì stroncato da un arresto cardiaco mentre i carabinieri lo tenevano bloccato a terra per strada, durante un fermo. Per la Corte di Cassazione, che si è pronunciata nel novembre del 2018, i tre militari che intervennero non furono responsabili della sua morte.
Dalle manifestazioni, insomma, un segnale forte, importantissimo, che dimostra come i giovani e giovanissimi studenti e le masse popolari siano in buona parte antifasciste e non esitino a scendere in piazza se chiamate e stimolate a farlo, sui temi che condividono.
Queste manifestazioni antimperialiste hanno dato uno schiaffo a Piantedosi e alla sua polizia al servizio del regime capitalista neofascista che governa l’Italia; ci auguriamo che uno ancora più grande, poderoso e definitivo, colpisca al più presto il governo Meloni fino a buttarlo giù da sinistra prima che faccia altri danni.

6 marzo 2024