Il generale tanto amato da Salvini
Vannacci indagato per peculato e truffa a Mosca e per odio razziale

Il generale Vannacci, tanto amato da Salvini al punto che quest'ultimo gli ha ripetutamente promesso la candidatura con la Lega alle prossime elezioni europee, è stato accusato di peculato e truffa dalla Procura presso il Tribunale militare di Roma, che ha già informato la giustizia ordinaria, e di istigazione all'odio razziale dalla Procura presso il Tribunale ordinario di Roma.
E non è tutto, in quanto sul militare da mesi grava un'inchiesta amministrativa promossa dall'Esercito per accertare eventuali infrazioni disciplinari in relazione ai contenuti del suo libro, per cui rischia sanzioni che vanno dalla sospensione dell'impiego all'espulsione dal servizio, con possibile perdita del grado per rimozione.
La Procura militare ha aperto la sua indagine sulla base di una relazione a seguito a un'ispezione del ministero della Difesa che ha accertato illeciti commessi da Vannacci durante il suo periodo da addetto militare all’ambasciata italiana di Mosca, incarico iniziato il 7 febbraio del 2021 e terminato il 18 maggio 2022, quando Mosca decretò l'espulsione di 24 tra diplomatici ed esperti militari italiani per rispondere a un'analoga mossa del governo Draghi che aveva espulso dall'Italia un gruppo di diplomatici russi dopo lo scoppio della guerra in Ucraina.
In particolare, la Procura militare accusa Vannacci di avere percepito indebitamente rimborsi per la presunta presenza della moglie e delle figlie a Mosca, presenza indicata sui moduli di autocertificazione sottoscritti dallo stesso Vannacci ma categoricamente smentita dai timbri di entrata e uscita sul passaporto che dimostrano che nei periodi indicati da Vannacci i suoi famigliari non si sono recati in Russia.
Altre accuse riguardano spese ingiustificate per 9.000 euro legate alla manutenzione dell’auto di servizio, una vecchia Bmw che lo Stato maggiore aveva autorizzato ad alienare entro il 31 ottobre 2018 e comunque al manifestarsi di inefficienze che avrebbero richiesto interventi troppo onerosi.
Infine, ulteriori contestazioni riguardano presunte spese di rappresentanza per cene che, a seguito di accertamenti, la magistratura militare ritiene non essere mai avvenute.
La relazione degli ispettori ministeriali è già stata inviata, come prevede la legge, anche alla Procura presso il Tribunale ordinario di Roma e alla Procura generale presso la Corte dei conti.
L'indagine della magistratura ordinaria, invece, riguarda il reato di istigazione all'odio razziale che la Procura di Roma ha ritenuto presente nel suo libro intitolato “Il mondo al contrario”, che ha già venduto oltre duecentomila copie in pochi mesi. Per questa inchiesta già Vannacci è stato convocato dalla Digos per eleggere domicilio e nominare un legale di fiducia, che il generale ha individuato nella persona dell'avvocato Marco Carta, il quale ha messo anche la storia “al contrario” paragonando Roberto Vannacci al fondatore della scienza sperimentale, Galileo Galilei, perseguitato dall'Inquisizione.
Il legale di Vannacci ha sicuramente voglia di scherzare, ma i magistrati romani scherzano decisamente di meno, ritenendo che alcuni brani del suo libro, come l’episodio ambientato a Parigi in cui l'autore fa riferimento sprezzante a neri africani, integri il reato di istigazione all'odio razziale previsto e disciplinato dall'articolo 604 bis del codice penale.
La Lega, alla quale Vannacci potrebbe portare almeno un 3% di voti in più alle prossime elezioni europee, difende comunque a spada tratta l'autore de “Il mondo al contrario”: “ribadisco la stima nei confronti di una persona scomoda che evidentemente dà fastidio al sistema ”, ha affermato il deputato leghista Andrea Crippa, vice di Matteo Salvini.

6 marzo 2024