Catania
Non una di Meno porta in piazza migliaia di manifestanti dietro lo striscione "Sciopero contro la violenza, costruiamo spazi di autodeterminazione". Forte e sentita la solidarietà al popolo palestinese. Presenza militante del PMLI

Dal corrispondente della Cellula “Stalin” della provincia di Catania
A Catania l'8 Marzo comincia la mattina presto col concentramento in piazza Annibale Riccò, nel quartiere antico corso dove ha sede il liceo Nicola Spedalieri, dove continua ancora l'occupazione degli studenti, un simbolo di lotta per una scuola diversa. È da qui che prende inizio un partecipato corteo, indetto dal movimento "Non una di meno" aperto dallo striscione "Sciopero contro la violenza, costruiamo spazi di autodeterminazione". Molti i cartelloni scritti a mano del tipo “Se ci fermiamo noi si ferma il mondo”, “Scioperiamo per un altro genere di educazione”, “la salute delle donne non si tocca!”. C'è pure un camioncino con amplificatore alla testa del corteo addobbato con bandiere palestinesi e altre.
Il percorso si snoda per il centro storico tra cui via Gallo e via Santa Elena dove fu sgombrato il consultorio autogestito "Mi Cuerpo Es Mio" e lo studentato. Tanti gli interventi volanti contro il governo neofascista della ducessa Meloni. In piazza Stesicoro viene bruciata la bandiera di Israele.
Il corteo, attraversando via Etnea si ingrossa fino ad arrivare a diverse migliaia di manifestanti. Numerosa la partecipazione dei collettivi studenteschi. Dopo aver sfilato sotto il palazzo della prefettura il corteo si conclude in piazza Università dove continuano gli interventi di denuncia del governo locale e di quello nazionale e di un sistema economico politico capitalista borghese fondato sul profitto dove la donna è relegata a una schiavitù domestica per un lavoro sociale non retribuito, oltre al lavoro fuori casa (per chi c'è l'ha). Denunciata la risposta securitaria del sindaco meloniano Trantino allo stupro dello scorso 30 gennaio a villa Bellini che non sta bene al movimento Non una di meno, e non solo, ma anche all’opinione pubblica progressista: "la sicurezza della città la facciamo noi con i nostri spazi, non chi ci governa. Abbiamo voluto declinare lo sciopero sulla questione degli spazi di autodeterminazione. Catania è il primo capoluogo in Sicilia per femminicidio e abbiamo solo due centri anti violenza in città e provincia. Questa è una città invivibile, gli spazi autogestiti sono una risposta indispensabile".
Durante il corteo interventi contro uno stato patriarcale e contro il crimine dei femminicidi, la carente assistenza alle donne con strutture sanitaria da terzo mondo, carente anche sulla pillola abortiva RU 486 che non viene somministrata mentre la legge 194 è svuotata, a discapito della salute delle donne che rivendicano diritti civili e sociale, e contro le disuguaglianze fra Nord e Sud d'Italia. E tanta, tantissima solidarietà al popolo palestinese caratterizzata dallo slogan Palestina libera.
Anche quest’anno l'USB ha aderito alla giornata di sciopero generale, di tutte le categorie pubbliche e private, in risposta all’appello del Movimento transfemminista Non Una Di Meno e lo stesso hanno fatto le lavoratrici e i lavoratori della conoscenza della CGIL.
Il PMLI era presente con la Cellula “Stalin” della provincia di Catania e si è unito ai manifestanti con spirito unitario e militante. È stato portato il manifesto per la Giornata internazionale delle donne 2024 con la parola d'ordine “Vivere l'8 Marzo come una battaglia contro lo sfruttamento l'oppressione e la violenza sulle donne, per il socialismo". Sono stati distribuiti i volantini dell'8 Marzo e sulla Palestina con il QR code degli articoli più importanti. Volantini accettati con interesse. Abbiamo visto in piazza tanti giovani pieni di vitalità e di speranze in una nuova società.

13 marzo 2024