Grandi e combattivi cortei organizzati da Non Una di Meno a Roma, Milano, Bologna, Genova, Torino, Firenze, Pisa, Livorno, Catania e in tante altre città
Celebrato l'8 Marzo con spirito antimperialista, antifascista, antimeloniano e antipatriarcale
Le giovanissime in prima fila. Sciopero nazionale di 8 ore proclamato dai sindacati non confederali e da FLC-CGIL nella giornata internazionale delle donne raccogliendo l'invito di NUDM. All'unisono rivendicati il lavoro, il diritto all'aborto, contro l'obiezione di coscienza, contro i femminicidi e la violenza di genere, per i diritti LGBT*QIA+ e per la Palestina libera
Il PMLI rilancia la linea storica e di classe dell'emancipazione delle donne
 
Questo 8 Marzo le piazze di numerose città sono state attraversate da grandi e combattivi cortei organizzati dal movimento transfemminista Non Una di Meno per l'ottavo sciopero nazionale delle donne e delle persone LGBT*QIA+. A migliaia di migliaia le donne sono scese in piazza contro la violenza patriarcale, per opporsi al governo Meloni e le sue politiche familiste, razziste e nazionaliste e fasciste,per il lavoro contro la precarietà, per la sanità pubblica e contro il suo smantellamento e la privatizzazione del Servizio Sanitario Nazionale, contro la chiusura dei consultori pubblici e gli sgomberi di quelli autogestiti, per il diritto alla casa, contro le linee guida del ministro Valditara sull’educazione “che riproducono un sapere patriarcale e coloniale, e nella scuola del merito che trasforma il diritto allo studio per tuttə in un privilegio per pochə mentre vengono precarizzatə sempre più le condizioni lavorative di maestrə, insegnanti, ricercatorə e docenti” come si legge nel comunicato di NUDM. Ma anche contro il genocidio del popolo palestinese da parte dell'esercito nazisionista di Netanyahu e per la Palestina libera.
In tutte le manifestazioni spicca il protagonismo delle giovanissime, studentesse, ragazze lavoratrici, impegnate nei centri sociali, affiancate dai loro compagni, di studio, di lavoro e di lotta. Le giovanissime si stanno confermando essere la punta di diamante di queste manifestazioni, esse si sono mobilitate all'indomani dell'omicidio patriarcale della studentessa Giulia Cecchettin, e da allora sono sempre in prima fila a “contagiare” con la loro combattività, con il loro entusiasmo, con il loro “rumore” tutte le manifestazioni delle donne che ci sono state fino ad oggi.
Ma forte anche la partecipazione delle donne, delle lavoratrici del settore sanitario, della scuola e dei servizi per l'infanzia, dei consultori, delle volontarie e attiviste dei centri antiviolenza. La grande partecipazione è stata favorita dallo sciopero nazionale di 8 ore proclamato da diverse sigle sindacali non confederali (USB, Slai Cobas, CUB) dei comparti dei trasporti, della sanità e della scuola, e da categorie e settori territoriali della CGIL come la FLC (Federazione lavoratori della conoscenza) e la Fisac-CGIL Roma e del Lazio, che hanno raccolto il precedente invito/lettera del movimento NUDM che li invitava a scioperare insieme per l'8 Marzo. Una nota di rammarico è che la CGIL anche quest'anno non ha avuto il coraggio di proclamare lo sciopero generale nazionale, dando invece libera scelta alle singole categorie, una scelta che ha tagliato fuori dalla partecipazione alle manifestazioni tante lavoratrici che vivono ogni giorno discriminazioni di genere, razziali e di classe nei luoghi di lavoro ma che non hanno modo di confrontarsi e venire in contatto fra di loro.
Le “meravigliose piazze” definite così dal movimento NUDM, e come non dargli ragione, hanno attraversato il nostro Paese dall'estremo Nord fino all'estremo Sud, coinvolgendo anche le isole. Udine, Trento, Padova, Torino, Alba, Alessandria, Milano, Brescia, Alessandria, Novara, Genova, Modena, Bologna, Firenze, Pisa, Lucca, Livorno, Massa Carrara, Roma, Tempio Pausania, Cagliari, Napoli, Catania, Reggio Calabria dove si sono svolte delle grandi manifestazioni.
Di seguito ne riportiamo la cronaca di alcune, le più significative.
Torino. “Sciopero dalle strade in cui non mi sento sicura, da un un’università machista ed eteronormata. Dal mio lavoro sfruttato. Dai giudizi a cui mi sento costantemente sottoposta. Dal professore che mi ha umiliata e mi ha fatto sentire sbagliata a un esame. Dallo sguardo maschile che mi oggettifica e ignora la mia voce. Dal cambiarmi prima di uscire perché ho paura che la gonna che ho scelto sia troppo corta”. Queste alcune rivendicazioni delle studentesse dell’università che hanno issato un enorme striscione fuori da Palazzo Nuovo con su scritto “Scioperiamo da tutto, didattica e ricerca. Se ci fermiamo noi si ferma il mondo” mentre picchettano le porte dell'Università per impedire le lezioni, e da dentro si sentono solo le voci delle giovani studentesse in assemblea. Una giornata di lotta che è iniziata a mezzanotte in punto, con l’occupazione della sede universitaria. In alternativa alle elezioni sono stati organizzati laboratori sulla violenza, sul sapere e sulla salute psicofisica. Alle 11 in segno di solidarietà alle lavoratrici dell'Associazione Eufemia (Terzo settore), in sciopero dal 29 gennaio contro il consiglio direttivo che ha demansionato alcune dipendenti, l’assemblea si è spostata in corteo verso Palazzo di Città.
Milano. Il corteo delle studentesse e degli studenti ha attraversato le vie del centro la mattina, partendo da largo Cairoli per concludersi a Porta Venezia. Sono migliaia con striscioni contro guerra e patriarcato. Le protagoniste in assoluto le giovanissime che gridano all'unisono le rivendicazioni che gli studenti hanno avanzato durante le ultime occupazioni: prima tra tutte “il sostegno alla Palestina vittima del genocidio portato avanti da Israele e dall'occidente", che prende forma di "boicot tour", con palloncini di vernice rossa lanciati contro un cartellone pubblicitario di Armani all'inizio di via Broletto e subito dopo contro le vetrine di Zara e davanti a Starbucks. Tutti colpevoli di sostenere il governo di Israele e la sua politica militare.
Lancio di palloncini anche davanti alla sede di Assolombarda, contro l'alternanza scuola-lavoro, e sotto l'Anagrafe in via Larga. Qui la richiesta, tra striscioni e fumogeni viola, è "non solo Carriere alias in tutte le scuole, ma diritti per tutti".
Il corteo colorato di fucsia e viola è composto da ragazzi ma le animatrici sono le ragazze. "Siamo il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che più non hanno voce" lo slogan scandito. “Vogliamo un cambiamento culturale che non può che partire dell'educazione e quindi dalla scuola”. "Non serve l'educazione all'affettività, per altro volontaria, prevista dal ministro Valditara - spiegano - ma un'educazione sessuale volta al consenso e al piacere. In Italia viene uccisa una donna ogni due giorni, significa che la cultura patriarcale è connaturata nella nostra società: è necessario partire dalla formazione". Al passaggio davanti a McDonald's di piazza Oberdan, decine di studenti entrano nel locale e si siedono a terra occupando l'intera sala. Le studentesse e gli studenti concludendo il corteo si sono dati appuntamento nel pomeriggio per partecipare alla manifestazione organizzata da NUDM. Per i dettagli di questa manifestazione rimandiamo alla cronaca locale.
La pioggia non ferma il lungo corteo a Genova . A migliaia si sono date appuntamento in piazza Caricamento per manifestare a favore dei diritti di genere e contro l’ineguaglianza sociale ed economica, un corteo che si è concluso a Palazzo Ducale, luogo simbolo della cultura genovese, con una simbolica invasione per protestare contro parte dell’allestimento della mostra di Artemisia Gentileschi, al centro delle polemiche per quella che è stata ribattezzata “la stanza dello stupro“.
Tante le ragazze e donne, ma anche tante famiglie, molte con bambini al seguito. Lo striscione che apriva il corteo riportava la parola d'ordine “Se le nostre vite non valgono, noi non produciamo”. Il combattivo corteo è arrivato con slogan e canti fino a Palazzo Ducale bloccando per diverse ore il traffico in città.
Bologna. In più di diecimila con striscioni e bandiere fucsia insieme a quelle della Palestina. La maggior parte giovanissime e ragazze in piazza per lo sciopero dell'8 Marzo, un lungo e combattivo corteo blocca i viali del capoluogo emiliano. Scandicono slogan contro il governo, contro la Meloni “Che propone soluzioni militari a qualsiasi soluzione”. Insieme alle ragazze ci sono tante lavoratrici, e studentesse e studenti dell'Erasmus spangnoli, studentesse indiane e palestinesi. Lo striscione che apre il corteo rivendica: “Non c’è transfemminismo senza Palestina libera”. Lo stesso slogan lo hanno srotolato in mattinata a Palazzo d'Accursio dalla Torre dell'Orologio.
Firenze. Le donne si sono date appuntamento nella storica piazza per i movimenti femminili di SS Annunziata nel primo pomeriggio per poi dar vita a un nutrito e combattivo corteo che ha attraversato le vie centrali della città del giglio nonostante la battente pioggia e nonostante che a poche centinaia di metri, in piazza Duomo, si teneva la manifestazione istituzionale indetta dalla Regione Toscana per l'8 Marzo. Tante le studentesse, delle scuole superiori e universitarie, tanti gli studenti stranieri. Molte le bandiere palestinesi e slogan per la Palestina libera. Per i dettagli si rimanda alla corrispondenza locale.
Roma. Sono più di 30 mila in corteo per la Giornata internazionale della donna. Sono giovanissime, giovani, lavoratrici, volontarie dei centri antiviolenza, sono compatte e all'unisono scandiscono slogan contro il genocidio del popolo palestinese e la cultura dello stupro, la precarietà e la limitazione dei diritti delle donne. Un corteo fucsia che ha letteralmente invaso la capitale, sfila da Circo Massimo a Trastevere. Tanti gli striscioni con su scritto “Free Palestine”, “Stop al genocidio”. “Siamo in piazza per tutte le donne, ovviamente innanzitutto quelle palestinesi – ribadisce un'attivista di NUDM in risposta alla presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche, Noemi Di Segni, che ha accusato NUDM di escludere le donne israeliane - perché in questo momento stanno subendo un genocidio. Il tema per noi non è la nazionalità, il tema è il colonialismo: noi siamo contro il progetto coloniale di Israele. Qualunque donna israeliana sia a sua volta contro questo progetto è la benvenuta”.
Lungo il corteo le attiviste di NUDM hanno “sanzionato” diversi cartelloni pubblicitari come quello della Lega che ritrae una donna musulmana con il velo con sotto scritto che in Italia le donne hanno gli stessi diritti del marito, perché ritenuta una pubblicità “tossica”: “Come se qui la cultura patriarcale non ci fosse - commentano le attiviste - Abbiamo coperto questi manifesti perché discriminano l’islam e stereotipizzano la donna musulmana sottomessa all’uomo”.
Slogan contro il precariato il lavoro “intermittente”, sfruttato, sottopagato. Slogan per l'aborto libero e sicuro e contro l'obiezione di coscienza mettendo in evidenza che in Italia il 63% dei medici è obiettore. Sono in piazza e scioperano anche per la difesa dei consultori che nel Lazio stanno diminuendo sempre più coi tagli alla sanità.
La manifestazione si conclude di fronte al ministero della Scuola, nei comizi finali si alternano le voci delle educatrici che condannando la precarietà in cui le costringe il Comune di Roma. Altre rivendicano “una scuola dove l’educazione sessuo-affettiva venga fatta dalle associazioni transfemministe”.
Napoli. Un corteo gremito di ragazze, donne, studentesse, lavoratrici, precarie e disoccupate ma anche di molti uomini "contro la violenza patriarcale e contro il genocidio dello stato sionista in Palestina", questa la parola d'ordine scelta.
In una nota delle attiviste di NUDM si leggono i motivi dello sciopero dell'8 Marzo: "Scioperiamo contro lo Stato sionista di Israele che da più di 75 anni opprime, stupra, violenta e uccide il popolo palestinese. Scioperiamo - hanno detto ancora - contro la strumentalizzazione che subiamo in quanto donne e persone non binarie e trans, per legittimare il massacro, il colonialismo e il genocidio del popolo palestinese. Scioperiamo contro il silenzio e l'islamofobia, contro tutti i governi fascisti e tutti i colonialismi. Scioperiamo contro la violenza maschile e di genere e qualsiasi forma di violenza: fisica, psicologica, economica e siamo qui per esprimere la nostra rabbia contro il quotidiano ripetersi degli stupri, dei femminicidi e transcidi che vengono ormai trattati come qualcosa di ordinario e sempre, irrimediabilmente, come una nostra colpa. Scioperiamo dai generi e dall'invisibilizzazione della violenza contro le persone queer, che si traduce oltre che in aggressioni verbali e fisiche anche nella quotidiana difficoltà di accedere ai luoghi di lavoro, nella patologizzazione medicalizzata e psichiatrica di chi intraprende percorsi di transizione. Scioperiamo contro questo governo fascista che taglia i fondi all'istruzione, e alla salute pubblica per investirli nelle spese militari, che appoggia i governi fascisti e colonialisti e che risponde con la repressione e con la violenza da parte delle forze dell'ordine in piazza che manganella e arresta chi manifesta e si oppone al genocidio in Palestina". Per la cronaca della manifestazione rimandiamo alla corrispondenza locale.
Catania. Nella città etnea il concentramento comincia molto presto in piazza Annibale Riccò, nel quartiere antico corso dove ha sede il liceo Nicola Spedalieri, dove resiste l'occupazione degli studenti, un simbolo di lotta per una scuola diversa. Indetto dal movimento "Non una di meno" e aperto dallo striscione "Sciopero contro la violenza, costruiamo spazi di autodeterminazione", il corteo si è snodato per il centro storico. Il PMLI era presente con la Cellula “Stalin” della provincia di Catania che ha sfilato dietro allo striscione con spirito unitario e militante. Per la cronaca della manifestazione rimandiamo alla corrispondenza locale.
Il PMLI dove presente, attraverso le compagne, i compagni, le simpatizzanti e i simpatizzanti ha rilanciato la linea storica e di classe dell'emancipazione delle donne, diffondendo a centinaia il volantino con gli estratti dell'editoriale della compagna Monica Martenghi, responsabile della Commissione donne del CC del PMLI, “Vivere l’8 Marzo come una battaglia contro lo sfruttamento, l’oppressione e la violenza sulle donne, per il socialismo” e tenendo alti i cartelli che riportavano il manifesto per l'8 Marzo superfotografati dalle partecipanti e ripresi anche dai tg Rai regionali come nel caso del tg della Toscana, o di altre tv e testate locali. Le nostre compagne e i nostri compagni non hanno avuto problemi e si sono mossi come pesci nell'acqua, i volantini sono stati ben accettati dalle manifestanti, che in alcuni casi hanno ricevuto anche parole di conforto, arrivando ad emozionarsi com'è accaduto a una donna con trascorsi di ex femminista degli anni '70 a Firenze nel vedere il simbolo del PMLI.
Solo in un isolato caso a Firenze le compagne e i compagni hanno dovuto “abbuiare” il simbolo del Partito su richiesta delle organizzatrici di NUDM-Firenze, è stato un compromesso “più che accettabile” a detta di queste ultime che erano partite con l'intento di non farli esporre del tutto.
Fra l'altro una posizione arretrata quella di NUDM-Firenze rispetto ad altri nodi territoriali come per esempio Milano, Catania, dove il PMLI ha sfilato innalzando con fierezza rivoluzionaria i cartelli senza coprire la falce e martello e l'effige di Mao. Una posizione arretrata anche se si pensa che il 6 marzo, a due giorni dalle manifestazioni per la Giornata internazionale della donna, sulla pagina nazionale di NUDM si dava grande risalto al comunicato/appello delle Giovani palestinesi in Italia di unire tutte le forze femministe e rivoluzionarie per appoggiare tramite lo sciopero dell'8 Marzo la causa palestinese e le donne di Gaza nel quale si legge nella parte finale “Mobilita con noi le forze rivoluzionarie pronte a prendere l’iniziativa per trasformare questa giornata in una rivolta contro il patriarcato, il genocidio, il capitalismo e il colonialismo con tutti i mezzi possibili”… Probabilmente NUDM-Firenze non ha accolto in pieno tale appello o forse, vogliamo pensare che non ne era informata, a differenza dei nodi di Milano e Catania...
Lo spirito antimperialista, antifascista, antimeloniano e antipatriarcale soprattutto delle giovani e delle ragazze che ha caratterizzato le innumerevoli manifestazioni dell'8 Marzo confermano quanto ha sostenuto il compagno Giovanni Scuderi, Segretario generale, Maestro, educatore, guida e organizzatore del PMLI nel messaggio di congratulazioni ai membri della Delegazione nazionale del PMLI alla grande manifestazione nazionale, tenutasi a Roma, contro la violenza sulle donne e di genere del novembre del 2018: “Le masse femminili italiane sono una componente pensante, combattiva e di avanguardia fondamentale del movimento anticapitalista” e ci fa ben sperare, come indica il prezioso editoriale della compagna Martenghi “che la nostra linea di classe sull’emancipazione delle donne e la nostra proposta di nuova società alla lunga verrà ben accettata dalle masse femminili sfruttate e oppresse, specie dalle ragazze che vogliono davvero trasformare se stesse e il mondo intero. Molto dipenderà dal lavoro di massa che sapranno fare le militanti e le simpatizzanti del PMLI, dalla capacità che avranno di legarsi alle masse femminili, ascoltare le loro problematiche, organizzarle sulla base delle loro esigenze ed aspirazioni e mobilitarle per realizzarle, legando sempre il particolare al generale” . Un compito a cui non possiamo sottrarci se vogliamo che le combattive ragazze comprendano fino in fondo che la denuncia generica del capitalismo come causa del patriarcato e delle violenza sulle donne di oggi possa evolversi un domani nel porre la questione del suo abbattimento e della nuova società che dovrebbe nascere dalle sue macerie, cioè il socialismo con al potere politico il proletariato.

13 marzo 2024