Giusta e salutare contestazione al grido “Fuori i sionisti dall’Università”
Gli universitari napoletani contestano e cacciano Molinari
Fallito l’evento organizzato dal compiacente rettore Lorito

Redazione di Napoli
Venerdì 15 marzo all’Università di Napoli “Federico II” presso la storica facoltà di Ingegneria doveva tenersi il provocatorio dibattito “Il ruolo della cultura nel contesto di un Mediterraneo conteso”. Una conferenza unidirezionale dove il noto sionista e atlantista direttore di “Repubblica”, Maurizio Molinari, doveva rispondere ad alcune domande del rettore dell’ateneo Matteo Lorito nella consueta versione filo-Israele e anti-palestinese. Un evento che è stato criticato fortemente dalle studentesse e dagli studenti universitari che lo hanno contestato in centinaia al grido “Fuori i sionisti dall’Università” fino a farlo, di fatto, fallire, nonostante i tentativi dell’ultimo minuto di dare la parola ad una delegazione studentesca, chiaramente spedita al mittente.
Gli universitari contestano in particolar modo la monotematica direzione in cui certe iniziative vanno e, nello specifico, troppo ossequiose verso Israele nascondendo i crimini nazisionisti commessi dal premier Netanyahu. In una nota la posizione dei collettivi universitari, che sottoscriviamo: “Com’è possibile invitare in questa situazione il direttore di una delle testate italiane dichiaratamente sioniste? Noi chiediamo la rescissione di qualsiasi rapporto tra i nostri atenei e Israele”.
A soccorrere Molinari è intervenuto addirittura il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha telefonato al direttore sionista per esprimergli solidarietà e poi far diffondere una nota di condanna della protesta studentesca: “Quel che vi è da bandire dalle Università è l’intolleranza, perché con l’Università è incompatibile chi pretende di imporre le proprie idee impedendo che possa manifestarle chi la pensa diversamente”. E pensare che l’evento filo-sionista era stato imposto dagli alti vertici baronali senza che gli universitari venissero in alcun modo interpellati né che vi fosse un serio contraddittorio con Molinari.
La contestazione era così ben riuscita - al pari di quella romana contro Di Cesare - che poche ore dopo doveva schierarsi in difesa di Molinari anche la ministra dell’Università Anna Maria Bernini che chiamava il direttore di “Repubblica” per manifestargli “sconcerto e solidarietà”: “Violenza e sopraffazione non possono trovare spazio all’interno dei nostri atenei”. Seguivano le solidarietà di buona parte dei ministri del regime neofascista come Lollobrigida, Calderone e Santanchè, cui si aggiungevano quella dei presidenti del Senato La Russa e della Camera Fontana. Vergognose le manifestazioni di vicinanza della segretaria PD Elly Schlein, del leader di Azione Carlo Calenda per il quale impedire a qualcuno di parlare “non ha nulla a che fare con la democrazia”, del segretario di Italia viva Matteo Renzi che lo definisce un “gesto tecnicamente fascista” (sic!). Scorretta, provocatoria e assolutamente fuori contesto l’intervento della presidente dell’Unione Comunità ebraiche Noemi Di Segni che parla di antisemitismo confondendolo con la protesta contro il sionismo.
La giusta, legittima e salutare contestazione degli universitari napoletani contrasta efficacemente l’appoggio sia del governo neofascista Meloni che della stampa di regime nei confronti di Israele in chiave antipalestinese. Noi marxisti-leninisti sosteniamo la coraggiosa cacciata dall’università di Molinari da parte delle masse studentesche come monito perenne teso a non far passare il pensiero unico dei poli del regime neofascista di sostegno incondizionato nei confronti della cricca nazisionista e rilanciano, invece, l’eroica battaglia delle masse popolari palestinese contro l’occupante israeliano e i suoi lacchè.

20 marzo 2024