Indetto dalla CGIL Sicilia
Combattivo presidio a Catania contro lo sfascio della sanità pubblica
Il PMLI partecipa denunciando con forza l'autonomia differenziata

Dal corrispondente della Cellula “Stalin” della provincia di Catania
Indetto dalla CGIL Sicilia insieme a SPI e Funzione pubblica regionali il 16 marzo si è tenuto a Catania un partecipato presidio di lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati davanti all'Ospedale Garibaldi Centrale per dire No ai tagli alla sanità pubblica. Vi hanno partecipato anche le strutture sindacali di categoria di Caltagirone. Presidi di protesta si sono svolti in tutte le province della Sicilia.
I promotori hanno distribuito un volantino di denuncia: "I principi fondanti del servizio sanitario nazionale - universalità, uguaglianza ed equità - sono stati traditi", lo sfascio della sanità pubblica ha conseguenze che ricadono soprattutto sulle famiglie più povere già penalizzate dalle diseguaglianze sociali ed economiche congenite nel sistema capitalista. I promotori denunciano le carenze del sistema sanitario per gli interminabili tempi di attesa, per l'affollamento dei pronto soccorso, per l'impossibilità di trovare un medico o un pediatra di famiglia vicino casa. Inoltre, le inaccettabili disuguaglianze regionali e locali sino alla migrazione sanitaria, l'aumento della spesa privata sino all'impoverimento delle famiglie e alla rinuncia alle cure.
Per “ricostruire” una sanità pubblica degna di questo nome rivendicano: più finanziamento pubblico; più personale sanitario, medici, infermieri, tecnici e amministrativi; più investimenti nelle aree interne e nei presidi disagiati; riqualificazione delle RSA e CTA e tutele anche per il personale che lavora nella sanità privata; più medicina territoriale; rilancio e valorizzazione dei consultori; rafforzamento dei dipartimenti di salute mentale; più sicurezza per il personale sanitario e quant'altro.
“Stiamo scivolando da un servizio sanitario nazionale fondato sulla tutela di un diritto costituzionale verso 21 sistemi sanitari regionali regolati dalle leggi del libero mercato. La frattura strutturale Nord-Sud sta per essere normativamente legittimata attraverso l'autonomia differenziata voluta da Meloni e Schifani".
Il PMLI ha partecipato al presidio condividendo le ragioni della lotta. La Cellula “Stalin” della provincia di Catania ha affermato che bisogna lottare per la sanità pubblica nella sua totalità, che occorre essere uniti contro il governo neofascista Meloni, contro l'autonomia regionale differenziata che divide l'Italia con conseguenze disastrosi per il Meridione "perché in questo modo le regioni possano continuare con più libertà a privatizzare ciò che resta del servizio sanitario nazionale, consentendo di curarsi solo ai ricchi, in un servizio sanitario che verrebbe sempre più affidato alla gestione di privati, intenzionati a far profitto sulla salute, e ad organizzazioni religiose, complici nella negazione dei diritti, a cominciare dai diritti sessuali e riproduttivi".
I nostri compagni hanno diffuso il volantino “Autonomia differenziata, perché NO!” e portato in piazza il manifesto del Partito "Affossare l'autonomia regionale differenziata. No alla secessione delle regioni più ricche, appoggiare la proposta di legge di iniziativa popolare di modifica parziale del titolo V della Costituzione". Manifesto fotografato e filmato dai partecipanti.

20 marzo 2024