Presentando il nuovo piano della Commissione a Bruxelles
Anche l'UE si prepara alla guerra mondiale imperialista incrementando l'industria bellica
Von der Leyen: “L’Europa deve svegliarsi”. Borrell: “Abbiamo bisogno di una politica di Difesa comune. La pace non è più scontata"
 
L’Unione europea secondo i suoi padri fondatori era nata oltre 70 anni fa, con il primo nucleo della Ceca (Comunità europea del carbone e dell’acciaio), per dire “mai più” alla guerra sul suolo europeo. Oggi, di fronte alla guerra di aggressione della Russia all’Ucraina, allo spettro del ritorno di Donald Trump negli Usa con annesse le smanie belliciste USA nell’indopacifico e a Taiwan, e al genocidio di Israele in Palestina, l’UE si prepara per essere pronta a farla di nuovo, la guerra imperialista. “Non c’è più spazio per le illusioni, Putin ha usato il dividendo della pace per prepararsi alla guerra. L’Europa deve svegliarsi”, ha scandito al Parlamento europeo di Strasburgo la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. La via maestra per farlo la sua Commissione lo ha presentato il 5 marzo a Bruxelles. Si chiama Strategia europea per l’industria della difesa (Edip), e il Programma che ne dovrebbe derivare prevede lo stanziamento di 1,5 miliardi di euro di qui alla fine del 2027 per costruire, appunto, la “prontezza della difesa europea” (alla guerra imperialista). Come? Sostenendo in primis la produzione e l’acquisto più rapido ed efficace di armamenti. Di regola da parte degli Stati membri, sovrani a norma di Trattati UE nel campo della difesa, attraverso meccanismi quali sussidi, sconti fiscali e attrazione di capitali privati. Ma, se i governi dei 27 approveranno la proposta, si profila la possibilità anche di acquisti congiunti europei – operati dunque direttamente dalla Commissione per conto degli Stati membri – di materiale bellico. “Proprio come abbiamo fatto con grande successo coi vaccini o col gas naturale” nell’ultimo triennio, ha anticipato Von der Leyen al Parlamento.
Il piano prevede un programma di acquisti congiunti per almeno il 40% delle armi entro il 2030, appalti comuni e misure per garantire che, entro il 2030, almeno il 35% dell'intero valore del mercato sia in UE. Sul lato dei finanziamenti viene inclusa anche la Banca europei degli investimenti. Gli Stati membri dell'UE potranno, se lo desiderano, emettere titoli di debito per garantire il piano di finanziamento a lungo termine dei programmi di armamento. Come si legge nella comunicazione della Commissione europea sulla strategia per l'industria della difesa europea, "Sebbene l'Unione non sia responsabile per l'emissione di debito da parte degli Stati membri, i contributi nell'ambito dell'Edip (il programma industriale europeo per la difesa) al funzionamento del Seap (la struttura del Programma d'armamento europeo) potrebbero migliorare le condizioni per il finanziamento da parte degli Stati membri dei programmi di armamento, che sono ammissibili al sostegno dell'Unione".
È da due anni che l’UE sta rivedendo la sua politica militare per stare al passo dell’imperialismo americano, di quello russo e del socialimperialismo cinese. Dall’adozione di una nuova “Bussola strategica” al piano ASAP per sostenere la produzione di munizioni – erano destinate inizialmente a sostenere militarmente il Paese già aggredito, l’Ucraina. Ora il focus si sposta alla predisposizione dell’industria militare interna all’Unione a ogni scenario, incluso quello del “conflitto ad alta intensità” che pareva consegnato alla storia. "L'Europa è ancora in pericolo, la guerra è ai nostri confini ed è una guerra che non sembra finire presto ed è per questo che dobbiamo rafforzare la nostra capacità di produzione, passando da una modalità di emergenza a un visione di medio e lungo periodo". Lo ha detto l'alto rappresentante UE, Josep Borrell nel corso della presentazione della strategia sulla Difesa europea. "La pace non è più scontata… L'Europa non ha un Pentagono, dobbiamo quindi raggruppare il modo in cui gli Stati membri reagiscono, abbiamo bisogno di una politica di Difesa comune", ha aggiunto. Per il portavoce della superpotenza imperialista europea “L’Ue non è un’alleanza militare, ma dobbiamo avere un’industria militare pronta”. Questo significa aumentare tanto la capacità di produzione (di armi e munizioni) quanto la certezza di un contesto finanziario utile. “I Paesi membri al momento comprano anche 5 o 6 tipologie diverse di armi, ed oltre 100 miliardi in acquisti di armi vengono spesi ogni anno fuori dall’UE, per il 60% solo negli USA. Se mai lo è stato, oggi questo modello non è più sostenibile”, gli ha fatto eco la commissaria alla Competizione Margrethe Vestager. “Dobbiamo cambiare il nostro modo di spendere: investire all’interno dell’Europa e passare da una modalità di risposta alla crisi a quella di una prontezza strutturale della difesa”. Lo stanziamento di bilancio di 1,5 miliardi di euro in due anni sono una frazione di quanto necessario per cambiare passo, come ammesso dagli stessi funzionari UE. “È un’allocazione iniziale per incentivare l’azione degli Stati membri, potrà solo crescere”, ha precisato Vestager.
I progressi fatti finora nel campo della Difesa, ha ribadito la Von der Leyen “dimostrano che l’Europa ha iniziato a comprendere l’urgenza e la portata della sfida che ci aspetta. Ma c’è molto altro da fare. E dobbiamo muoverci velocemente. La minaccia di guerra potrebbe non essere imminente, ma non è impossibile. I rischi di una guerra non dovrebbero essere esagerati, ma bisogna prepararsi. E tutto ciò inizia con l’urgente necessità di ricostruire, rifornire e modernizzare le forze armate degli Stati membri. L’Europa dovrebbe sforzarsi di sviluppare e produrre la prossima generazione di capacità operative vincenti. E di garantire che disponga della quantità sufficiente di materiale e della superiorità tecnologica di cui potremmo aver bisogno in futuro. Il che significa potenziare la nostra capacità industriale della difesa nei prossimi cinque anni”.
I pericoli di guerra mondiale imperialista aumentano di giorno in giorno, ecco perché i popoli europei e i popoli del mondo intero devono seguire questa lungimirante esortazione di Mao: “Popoli del mondo intero, unitevi contro tutte le guerre di aggressione messe in campo dagli imperialisti e dai socialimperialisti, specie le guerre di aggressione con la bomba atomica. Qualora dovesse verificarsi questo tipo di guerra, i popoli del mondo intero dovranno sconfiggere la guerra di aggressione con la guerra rivoluzionaria, e devono prepararsi fin da subito in qualche misura.

20 marzo 2024