Consiglio europeo con l'elmetto
L'UE imperialista si prepara nell'eventualità della terza guerra mondiale innescata dalla Russia imperialista di Putin
Nel documento finale si legge: “Rafforzare e coordinare la preparazione militare e civile”. Chiesto alla Banca europea per gli investimenti di finanziare l'industria bellica. Meloni: ”Rafforzare l'industria della difesa europea”. Zelensky: “La Russia deve sentire il costo reale della guerra e la necessità di una pace giusta”. Risposta della Russia: “L'Ovest ha reso l'operazione militare speciale guerra a tutti gli effetti”
 
Seppur la ducessa Meloni si sia affrettata a negare un clima di guerra “che ho letto su alcuni organi di stampa non è quello che ho visto. Certo, siamo in un conflitto e nessuno affronta le questioni con leggerezza o non ponendosi il tema del passo successivo o anche del lungo termine ”, infatti, “con il bilancio pluriennale abbiamo avuto un'ottica di medio periodo. Non prendiamo decisioni a cuor leggero ma non ho visto un clima diverso rispetto ai precedenti Consigli, con preoccupazioni su possibili escalation, ‘mettiamoci l'elmetto in testa per combattere o i cittadini sono in pericolo ’”, quello svoltosi a Bruxelles il 21 e 22 marzo è stato un Consiglio europeo caratterizzato dallo spettro di una guerra globale capace di coinvolgere direttamente l’Europa. Tanto che il premier ungherese Viktor Orban ha dichiarato: "A Bruxelles c'è un'atmosfera di guerra, un linguaggio di guerra e una logica di guerra ". Secondo Orban, "ora siamo a un punto in cui i Paesi della NATO vengono sollecitati a intervenire militarmente nella guerra russo-ucraina. E se un Paese entra in un conflitto armato con la Russia, potrebbe minacciare una guerra mondiale". L’UE è in “una spirale di guerra ” e “ciò che sembrava assurdo e impensabile solo due mesi fa, ora è diventato realtà ”.
Così per la prima volta da alcuni decenni, i 27 capi di Stato e di governo dell’Unione europea hanno discusso di scenari fino a poco tempo fa inimmaginabili: uno scontro diretto con la Russia sul suolo continentale, un’economia più marcatamente bellica e un riarmo di massimo livello. Insomma l’UE imperialista si deve preparare alla terza guerra mondiale.
Già nei giorni precedenti un appello in tal senso era stato lanciato da alcuni premier e dall’Alto Rappresentante UE, Josep Borrell. Adesso però c’è un salto di qualità. Perché nel documento finale del vertice di Bruxelles spunta addirittura un programma d’emergenza proprio in caso di attacco bellico. “L'Unione europea – vi si legge - è determinata ad aumentare la sua prontezza alla difesa e le sue capacità di difesa complessive affinché siano all'altezza delle sue esigenze e ambizioni nel contesto delle crescenti minacce e sfide per la sicurezza. Sulla scorta della dichiarazione di Versailles e della bussola strategica, è determinata a ridurre le sue dipendenze strategiche e ad accrescere le sue capacità. La base industriale e tecnologica di difesa europea dovrebbe essere rafforzata di conseguenza in tutta l'Unione. L'aumento della prontezza alla difesa e il rafforzamento della sovranità dell'Unione richiederanno ulteriori sforzi, conformemente alle competenze degli Stati membri, per: a) rispettare l'impegno comune di aumentare in modo sostanziale la spesa per la difesa, e investire insieme in modo migliore e più rapido; b) migliorare l'accesso dell'industria europea della difesa ai finanziamenti pubblici e privati. In tale contesto, il Consiglio europeo invita il Consiglio e la Commissione a esaminare tutte le opzioni per mobilitare finanziamenti e a riferire in merito entro giugno. Si invita inoltre la Banca europea per gli investimenti ad adeguare la sua politica di prestiti all'industria della difesa e la sua attuale definizione di beni a duplice uso, salvaguardando nel contempo la sua capacità di finanziamento; c) incentivare lo sviluppo e gli appalti congiunti per far fronte alle carenze in termini di capacità critiche dell'UE, in particolare per quanto riguarda gli abilitanti strategici, nonché per sfruttare appieno le sinergie tra i processi di pianificazione della difesa a livello nazionale ed europeo; d) potenziare gli investimenti cooperativi/congiunti nel settore della difesa, dalla fase di ricerca e sviluppo a quella di pianificazione, fino all'industrializzazione e agli appalti congiunti, e migliorare la prevedibilità, ad esempio attraverso contratti pluriennali fissi; e) aumentare la resilienza dell'industria europea della difesa, la sua flessibilità e la sua capacità di sviluppare e produrre prodotti per la difesa innovativi, potenziando la loro interoperabilità e intercambiabilità nonché garantendo la loro disponibilità per gli Stati membri; f) incentivare l'ulteriore integrazione del mercato europeo della difesa in tutta l'Unione, agevolando l'accesso alle catene di approvvigionamento della difesa, in particolare per le PMI e le società a media capitalizzazione, e riducendo la burocrazia; g) migliorare la risposta rapida e l'individuazione tempestiva delle strozzature nelle catene di approvvigionamento per il mercato della difesa e garantire che la regolamentazione dell'UE non costituisca un ostacolo allo sviluppo dell'industria europea della difesa; h) sostenere le iniziative volte a continuare a investire nella manodopera qualificata per far fronte alle prevalenti carenze di manodopera e di competenze nell'industria della difesa ”.
Pertanto “Il Consiglio europeo invita il Consiglio, l'alto rappresentante e la Commissione a portare avanti rapidamente i lavori relativi alla comunicazione congiunta su una strategia per l'industria europea della difesa (EDIS). Invita altresì il Consiglio a portare avanti senza indugio i lavori sulla proposta relativa a un programma per l'industria europea della difesa (EDIP) che l'accompagna ”. Altresì “L'attuazione della bussola strategica rimane un elemento chiave per aumentare la prontezza alla difesa dell'Europa e dovrebbe essere accelerata. La capacità di dispiegamento rapido dell'UE, la mobilità militare, le esercitazioni reali, il potenziamento della sicurezza spaziale, la lotta contro le minacce informatiche e ibride e il contrasto alla manipolazione delle informazioni e alle ingerenze da parte di attori stranieri rivestono particolare importanza a tale riguardo”. Perché “Un'Unione europea più forte e più capace nel settore della sicurezza e della difesa contribuirà positivamente alla sicurezza globale e transatlantica ed è complementare alla NATO, che rimane il fondamento della difesa collettiva per i suoi membri ”.
Il presidente del Consiglio europeo, il belga Charles Michel, in conferenza stampa a Bruxelles al termine del summit, ha affermato che le conclusioni mandano "un messaggio al Cremlino: siamo determinati. La rapidità con cui abbiamo preso decisioni estremamente importanti sul piano geopolitico segnalano la nostra determinazione. Non siamo intimiditi: siamo robusti e continueremo a fare quello che è necessario per difendere la pace, la prosperità e la sicurezza ".
Dal canto suo Meloni ha rilevato: “Si parla di difesa, sicurezza, di un coordinamento maggiore da questo punto di vista, anche se rimane aperto il nodo delle risorse. Io sono molto d'accordo con l'iniziativa della Commissione di rafforzare l'industria della difesa, dopodiché bisogna anche fare i conti con le risorse che sono a disposizione. La proposta di allargare il mandato della Banca Europea degli investimenti trova molto consenso, è un passo avanti, secondo me si può fare qualche passo avanti ulteriore, ma è sicuramente un dibattito in divenire ”. Che i leader UE siano "divisi" sulla possibilità degli eurobond per sostenere le spese per la difesa lo ha detto anche il premier belga Alexander De Croo, presidente di turno dell'UE, al termine della prima giornata di lavori del Consiglio europeo. Interpellato su quali fossero i Paesi contrari - e se fra loro vi fossero Germania e Olanda - De Croo ha risposto che tra i Ventisette vi è la "classica contrapposizione ", tra frugali e chi invece chiede solidarietà. "Non ho la sfera di cristallo " per sapere come andrà, ha osservato il premier belga, aggiungendo che "in passato, in relazione a necessità inevitabili, le posizioni sono cambiate". “È assolutamente chiaro che, se l'Europa vuole davvero rimanere forte sul fronte della difesa, dovrà studiare nuove modalità di finanziamento della spesa ” ha dichiarato il premier greco Kyriakos Mitsotakis, parlando con la stampa al suo arrivo al Consiglio europeo, e dicendosi favorevole agli eurobondallo scopo esclusivo ” di sostenere l'industria della difesa.
Il Consiglio europeo di Bruxelles ha approvato anche il paragrafo delle sue conclusioni relativo all'Ucraina con lo stanziamento di nuovi fondi per il governo di Kiev, 50 miliardi di euro di sostegno finanziario ed economico per i prossimi quattro anni e 5 miliardi di euro di aiuti militari per quest’anno, che per bocca del presidente Volodymyr Zelensky, intervenuto in videocollegamento, rappresentano un’importante decisione anche se da parte europea si può e si dovrebbe fare di più. “Abbiamo bisogno di progressi sul corretto utilizzo dei beni congelati della Russia – ha affermato il presidente ucraino -. L’aggressore dovrebbe pagare il prezzo più alto per la guerra – questo è in linea sia con la lettera che con lo spirito della legge. Quest’anno dobbiamo utilizzare le risorse russe per proteggere e ripristinare la vita in Ucraina, che l’aggressore sta distruggendo. Ciò è giusto solo quando sia i profitti delle attività russe che le attività stesse serviranno a ricostruire l’Ucraina dopo le ostilità, a sostenere l’Ucraina e, in parte, ad acquistare armi per fermare il terrorismo. La Russia deve sentire il costo reale della guerra e la necessità di una pace giusta ”.
Immediata è arrivata la risposta nazizarista russa. A oltre due anni da quando il nuovo zar e criminale di guerra Putin annunciò l’inizio di una “operazione militare speciale ” in Ucraina, il Cremlino ha dato l’annuncio che il conflitto, oggi, è diventato una guerra. Il cambio di narrativa è stato annunciato in un’intervista al settimanale “Argumenty i Fakty” e poi ribadito in una nota successiva entrambe diffuse il 22 marzo da Dmitri Peskov, portavoce del presidente russo, usando come ragione della scelta lessicale il crescente coinvolgimento occidentale. "De jure è ancora un'operazione militare speciale, ma de facto per noi si è trasformata in una guerra poiché l’Occidente rafforza sempre più direttamente il suo coinvolgimento ”.
 

27 marzo 2024