Attacco razzista e discriminatorio contro gli islamici
Valditara manda gli ispettori alla scuola multietnica
I 200 docenti della scuola esprimono “indignazione per la strumentalizzazione di una scelta legittima” e per essere stati “aggrediti dallo Stato”. Flc Cgil: “inaccettabili le esternazioni del ministro Valditara sulle presunte irregolarità”. Anche l'arcidiocesi milanese appoggia la decisione dell'istituto
Il Consiglio d'Istituto non si fa intimidire e conferma la chiusura

Nell'istituto comprensivo statale di Pioltello (Milano) intitolato a Iqbal Masih – il giovanissimo operaio pakistano di religione musulmana che si batté nel suo Paese contro il lavoro minorile – dove il 43% degli studenti è di origine straniera, gli organi collegiali hanno deciso di sospendere le lezioni per il prossimo 10 aprile, giorno della festa della fine del del Ramadan, importantissima festività del mondo musulmano, con la conseguenza che tutti i 1.200 alunni iscritti alla scuola rimarranno tutti a casa.
L’iniziativa è corretta da un punto di vista culturale ed educativo oltre ad essere giuridicamente motivata, perché è stata presa nel maggio dello scorso anno dal Consiglio di istituto - dove sono presenti anche alcuni rappresentanti degli studenti e dei genitori degli alunni – all'unanimità, quando è stato approvato il calendario dell’anno scolastico, in una scuola dove il 40% degli alunni sono islamici, che in quel giorno non sarebbero comunque andati a scuola per festeggiare tale ricorrenza con le loro famiglie e con le loro comunità religiose, per cui alle lezioni sarebbero mancati quasi la metà degli studenti: rientra nella autonoma facoltà dell’organo collegiale, infatti, la decisione circa la chiusura in alcuni giorni in relazione a eventi particolari che interessano l'istituto.
Nonostante la fondatezza ineccepibile della decisione, però, il ministro dell’Istruzione e del Merito, il leghista Giuseppe Valditara, ha fatto scattare una vera e propria rappresaglia politica, di stampo razzista e discriminatoria contro i musulmani, mascherata da atto amministrativo, ovvero si è rivolto agli uffici di competenza del suo dicastero al fine di verificare “le motivazioni di carattere didattico che hanno portato a deliberare la deroga al calendario scolastico regionale e la loro compatibilità con l’ordinamento ”, come ha scritto in un post sul social X: non ci sono dubbi sul carattere sfacciatamente politico e ideologico – e non certo giuridico e amministrativo – della decisione di Valditara, perché anche il capo della Lega in persona – Matteo Salvini – aveva lanciato una feroce invettiva contro la decisione della scuola di Pioltello, definendola, sempre su X, “inaccettabile, contro i valori, l'identità e le tradizioni del nostro Paese ”, con un tono sciovinista e razzista che ormai è una caratteristica costante della destra al governo. Il presidente del Senato, il camerata mussoliniano Ignazio la Russa, dal canto suo aveva rincarato la dose ritenendo, in un'intervista, che “non spetti alla scuola fissare nuove vacanze, ma spetta alla regione, allo Stato e non sicuramente alla scuola, la quale può tuttavia modificare leggermente il calendario per motivi didattici e non fissando nuove regole ”.
Ovviamente, è chiaro che la modifica del calendario scolastico decisa a Pioltello è di tipo didattico e squisitamente pragmatico, in quanto la scuola avrebbe dovuto tenere le lezioni in assenza di quasi la metà degli studenti iscritti, e il fatto sarebbe risultato illogico dal punto di vista didattico.
E l'Ufficio scolastico regionale per la Lombardia ha effettivamente inviato, come preannunciato da Valditara, gli ispettori che, di fronte ai chiari messaggi politici che provenivano da due ministri (Salvini è anche vicepresidente del Consiglio) e dal presidente del Senato, hanno pensato bene di cercare il pelo nell'uovo e di trovare “talune irregolarità ” peraltro non meglio specificate, come si legge nel loro rapporto, e quindi di ritenere “irregolare la chiusura della scuola per la fine del Ramadan ”, tanto che il direttore generale dell'ufficio scolastico lombardo, Luciana Volta, ha scritto al preside della scuola di Pioltello, Alessandro Fanfoni, invitandolo “a valutare la disapplicazione della delibera e la possibilità dell’annullamento in autotutela da parte dello stesso consiglio d’istituto, al fine di assicurare il rispetto delle disposizioni in materia ”.
Il messaggio trasversale di Valditara non è rivolto alla scuola di Pioltello e alla sua delibera dello scorso maggio – per la quale i termini di impugnativa presso il giudice amministrativo sono ormai abbondantemente scaduti – ma a tutti gli altri istituti, affinché non si azzardino a prendere decisioni analoghe: in parole povere, il ministro fascioleghista sta attaccando con inaudita violenza politica il principio dell'autonomia della scuola in nome di una crociata ideologica e razzista contro i musulmani, fatti entrambi politicamente inaccettabili.
Il preside Fanfoni, per nulla intimorito, ha espresso il suo pensiero in una nota: “ringrazio l’ufficio scolastico per il celere riscontro in merito alla necessità di disapplicare la delibera del consiglio di istituto relativa al calendario scolastico 2023/2024. Sarà pertanto doveroso coinvolgere nuovamente gli organi collegiali nel processo decisionale che porterà alla nuova delibera ”.
Il preside non è certo isolato nella sua battaglia che vuole portare avanti per la conferma della pregressa decisione, perché sono dalla sua parte i docenti del suo istituto, i suoi studenti, i genitori, i sindacati e persino la Chiesa cattolica, insieme a tutte le forze democratiche e progressiste presenti in Italia.
Vogliamo esprimere la nostra indignazione – hanno scritto in una lettera aperta i quasi duecento docenti dell'istituto - per la strumentalizzazione di una scelta legittima, condivisibile o meno, votata all’unanimità dei docenti presenti nel maggio 2023 e accolta all’unanimità dal Consiglio di Istituto. La scelta nasce dall’analisi e dalla valutazione del contesto territoriale, sociale e culturale in cui è inserita, in periferia di Milano, con un’utenza multiculturale con predominanza araba e pakistana. Ci teniamo a sottolineare con forza che la nostra non è una decisione politica e prendiamo le distanze da ogni strumentalizzazione. Siamo un Collegio formato da quasi duecento docenti, con idee ed orientamenti politici ovviamente molto diversificati, che ha operato una scelta didattica che va rispettata ”. “Da giorni – continua la lettera aperta dei professori - ci sentiamo aggrediti e non tutelati dall’ondata di odio generata su stampa e social anche da parte di esponenti politici. Non meritiamo questo trattamento, non abbiamo proposto al Consiglio di Istituto un giorno di vacanza aggiuntiva per riposarci meglio, chiediamo dunque rispetto ”. Ovviamente, affermando di essere aggrediti da esponenti politici, essi affermano implicitamente di essere aggrediti dallo Stato, nelle persone di almeno due ministri – tra i quali proprio quello dell'Istruzione e del Merito – e del presidente del Senato.
Anche i genitori dei ragazzi – tra i quali italiani e immigrati, cristiani e musulmani, laici – hanno scritto una lettera aperta anche a nome dei propri figli: “ribadiamo – vi si legge - che le motivazioni che hanno portato alla suddetta decisione, passando prima dal collegio docenti con successiva delibera del CdI, sono solo ed esclusivamente di carattere didattico. In un tessuto multiculturale come quello di Pioltello, la scuola, faro e realtà integrante della società, non può rimanere estranea al contesto in cui pone le sue radici e da cui prende vita ogni giorno ”.
Si schiera a favore dei diritti della scuola e contro l'intrusione a gamba tesa del ministro Valditara sulla vicenda anche Flc Cgil, il sindacato dei lavoratori scolastici, che in un comunicato ufficiale considera “inaccettabili le esternazioni del ministro Valditara sulle presunte irregolarità della delibera di adattamento del calendario scolastico e le indebite pressioni esercitate in queste ore affinché venga modificata ”. “Le scuole – prosegue il comunicato – hanno la facoltà, prevista dalle norme istitutive dell’autonomia, di adattare il calendario scolastico regionale alle specifiche esigenze del territorio e quella esercitata dall’Istituto Iqbal Masih non è in contrasto con le norme vigenti. Quello che stupisce è piuttosto l’accanimento dell’amministrazione scolastica nei confronti di una facoltà di cui tutte le scuole si avvalgono, con le più diverse motivazioni, anche legate alle tradizioni delle comunità educanti in cui sono presenti, come a Pioltello, molti alunni stranieri ”.
Anche monsignor Luca Bressan, vicario episcopale per la cultura, la carità, la missione e l'azione sociale dell'arcidiocesi di Milano sotto la cui giurisdizione ricade Pioltello, ha affermato a proposito di quanto accade nella scuola di quella città che “far dialogare le religioni favorisce la pace, noi cattolici non ci sentiamo minacciati ”, posizione comune a quella di Don Giacomo Roncari, don Marco Taglioretti e don Andrea Andreis, i tre parroci di Pioltello, i quali hanno condannato in una lettera pubblica congiunta la decisione di Valditara e le posizioni politiche che stanno alla sua base, affermando che “la decisione del Consiglio di Istituto è nata da una seria e attenta capacità di leggere il tessuto sociale della nostra città, non accettiamo in alcun modo i toni aspri e violenti con cui in questi giorni si è manifestato il dissenso, trasformando una scelta ponderata in una battaglia politica o ideologica ”.
Mentre il 25 marzo si teneva una nuova riunione del Consiglio d'istituto, rappresentanti di Flc Cgil e della Camera del Lavoro di Milano sono rimasti a presidiare l'edificio denunciando: “La scuola è sotto pressione e sotto processo. Docenti e dirigenti faticano a preservare la serenità dei bambini mentre vengono attaccati da alcuni partiti alla ricerca di un voto in più”. Resistendo alle pressioni, minacce e attacchi razzisti e discriminatori di stampo fascista di Valditara, Salvini e La Russa, e in nome del rispetto della civile convivenza e del principio di accoglienza nei confronti di varie culture, il Consiglio d'istituto ha unanimemente confermato la decisione contestata e non ha fatto nessun passo indietro confermando e motivando in modo ineccepibile la sospensione delle lezioni.

27 marzo 2024