10 anni di amministrazione di “centro-destra” non hanno portato benefici alle masse operaie e popolari
Chi sono i candidati alle elezioni comunali a Perugia
Delegittimiamo le istituzioni rappresentative borghesi. Creiamo le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo
Non votare i partiti borghesi al servizio del capitalismo.
Asteniamoci

Dal corrispondente del PMLI per l'Umbria
A Perugia, capoluogo dell'Umbria, si terranno l'8 e 9 giugno, contemporaneamente a quelle europee, le elezioni per il rinnovo del consiglio comunale e del nuovo neopodestà.
Perugia è una città che storicamente era una roccaforte della “sinistra” borghese PCI e PSI (in città e nella provincia molte sono le strade che richiamano a Lenin, all'Unione Sovietica e al 1° Maggio), fino al 2014 quando ha vinto il candidato del “centro-destra”, Andrea Romizi (FI), confermato nel 2019.
Perugia ha più di 15.000 abitanti quindi in base alla legge elettorale del sistema maggioritario, se il candidato sindaco non ottiene la maggioranza ci sarà il ballottaggio. In caso di parità viene eletto il sindaco più anziano.
Saranno ammesse tutte le liste e i gruppi di candidati che avranno superato la soglia di sbarramento del 3% dei voti validi. A chi vince viene attribuito il 60% dei seggi. Ad oggi ci sono almeno 14 liste e 5 candidati a sindaco in corsa per Palazzo Priori.

I 10 anni del “centro-destra” di Andrea Romizi
In questi 10 anni di mandato del “centro-destra”, molte sono state le critiche per un operato a firma del neopodestà Romizi e della sua giunta che non ha portato nessun beneficio alla città del Grifo e ai suoi abitanti. Nel 2016 però, durante un'intervista al programma “Ottoemezzo” l'allora segretario del PD, Matteo Renzi lo aveva definito “buon sindaco” (sic!).
Il programma politico di Romizi, è stato incentrato sul “rilancio del centro cittadino”, risultando però un fallimento in quanto la città negli anni si è svuotata dei suoi abitanti, rimanendo ad uso e consumo della Perugia “benestante” piuttosto che al servizio delle masse popolari perugine. Attualmente ci sono quartieri completamente abbandonati, come quello di Ponte d'Oddi senza servizi o collegamenti efficienti come denunciato dalla protesta degli abitanti della zona, soprattutto da parte degli anziani.
L'elenco delle tanto pubblicizzate promesse non mantenute da Romizi nelle campagne elettorali, toccano vari fronti e ne riportiamo alcune su temi centrali.
Nei dieci anni di mandato, Romizi e la sua giunta, piuttosto che lavorare sul riutilizzo dell'esistente, hanno preferito costruire e cementificare, incrementando il consumo del suolo e lasciando inutilizzate vere e proprie “cattedrali nel deserto” o meglio nella campagna circostante che si stagliano abbandonate nella più assoluta incuria. Solo nel 2023 nell'intera Regione, amministrata sempre dal “centro-destra” con la governatrice Donatella Tesei (Lega), è stato consumato suolo per 120 campi da calcio, più il 44% rispetto al 2021. A Perugia e provincia, c'è stata un'impennata di crescita edilizia soprattutto nelle aree di Corciano, Ponte San Giovanni, Santa Maria degli Angeli, Assisi e Bastia Umbra. Così Romizi ha favorito il grande capitale e la grande proprietà fondiaria a discapito del territorio e dei suoi abitanti, concedendo la costruzione soprattutto di numerosi e grandi centri commerciali, fast-food, supermercati o nuove case stile villette, “uccidendo” i piccoli produttori e commercianti a favore della “grande distribuzione organizzata”.
Altro tema dolente e sentito dai perugini è la mobilità pubblica, insufficiente nel collegare le zone limitrofi, tanto che Perugia ha il primato italiano di un alto numero di veicoli rispetto agli abitanti. Le piste ciclabili e pedonali sono mal funzionanti e mal collegate. Oltre a ciò in ogni angolo della città e della provincia permane il gravoso e pericoloso problema “buche” nell'asfalto, con veri e propri crateri. Le vie anche di scorrimento veloce sono mal curate, i marciapiedi inesistenti e inadeguati per i disabili con vere e proprie barriere architettoniche. Nei parchi intorno alla città e il verde in generale è lasciato al degrado.
Per i giovani non ci sono spazi di aggregazione, anzi Romizi appena 5 mesi dopo il suo insediamento del primo mandato, nel 2015, ha effettuato lo sgombero dell'unico centro sociale cittadino “Ex-Mattatoio” a Ponte San Giovanni. Uno stabile che Romizi ha venduto per rimpinguare le casse comunali, non offrendo un'alternativa ai 15 anni di attività dei giovani.
Perugia città universitaria, in realtà non offre un'adeguata accoglienza abitativa, costringendo gli studenti fuori sede a cercare sistemazioni lontane che però sono mal collegate dai trasporti alle facoltà nel centro città. Come denunciato più volte dall'Udu: “sono 458 le matricole lasciate per strada dalla Regione... vogliamo il rinnovo dei pass Tpl” (per i trasporti, ndr), su questo il Comune non si è fatto minimamente parte attiva.
La sanità, complice anche la politica regionale fatta di tagli, è allo sfascio e viene incentivato il privato. L'Umbria è la terza regione in Italia per famiglie che rinunciano alle prestazioni sanitarie per mancanza di soldi o per le vergognose liste di attesa. Anche su questo tema Romizi e la sua giunta hanno sempre taciuto per il bene placido dell'alleanza con i vertici politici regionali.
In merito ai diritti di LGBT, citiamo il negato patrocinio nel 2023 da parte proprio di Romizi alla manifestazione Umbria Pride che si è svolta a Perugia.
Romizi, in linea con la politica nazionale neofascista e razzista del suo partito e dei suoi alleati, sul piano abitativo è stato l'artefice dell'inserimento in un bando per l'assegnazione delle case popolari della clausola che favoriva gli italiani e i residenti in Umbria da almeno 15 anni. Un fatto grave prontamente denunciato dal Sunia-Cgil in quanto porta all'esclusione in maniera arbitraria di molti immigrati senza casa.
Questa in estrema sintesi la fotografia di Perugia a oggi, una città che non soddisfa minimamente le esigenze delle masse operaie, lavoratrici e popolari, bensì dei pescecani capitalisti che vogliono sfruttare economicamente una città e una regione per i propri profitti.

I 5 candidati alle comunali
Margherita Scoccia. Attualmente è assessore comunale all'urbanistica.
Scoccia è sostenuta da Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia, Perugia civica, Progetto Perugia, “Fuori tutti” di Tuteri e Giogoli, “Futuro giovani”, vari professori e civici. La candidata del “centro-destra” sta portando avanti la sua campagna elettorale con lo slogan “Il futuro non si ferma” e sull'esempio della ducessa Meloni e della sua politica familista e conservatrice, che gridava dal palco “sono una madre, sono una donna, sono una cristiana”, si presenta all'elettorato così: “sono una donna, ho 45 anni, sono mamma di due splendidi bambini di 0 e 11 anni, moglie di Pierpaolo, Sono una donna fortunata perché ho la fortuna di avere al mio fianco una famiglia splendida... ho anche 2 cani”. I personaggi ai quali si ispira sono la Montessori e Luisa Spagnoli. Scoccia in gioventù è stata iscritta ad “Azione giovani” movimento giovanile di Alleanza nazionale, lo stesso che ha formato la Meloni, si definisce “erede politica” del neopodestà uscente.
In un recente incontro con il ministro degli interni Piantedosi, Scoccia ha affermato che i suoi temi centrali sono “l'ordine pubblico, la prevenzione, la difesa della proprietà privata e la lotta alla criminalità”. La Perugia che vuole è “viva, contemporanea e green”. Uno slogan in netto contrasto col suo operato quinquennale di assessore dove di green troviamo ben poco.
 
Vittoria Ferdinandi. È la candidata del “centro-sinistra”. A Perugia il cosiddetto campo largo si è realizzato e questo la dice lunga sull'affidabilità e coerenza politica dei partiti che vi fanno parte.
Ferdinandi è sostenuta da PD, M5S, AVS (Alleanza Verdi e Sinistra), Rifondazione comunista, Pensa Perugia (Azione, +Europa e Socialisti per Perugia), tutti partiti che in questi dieci anni di governo cittadino del “centro-destra”, hanno fatto opposizione di “cartone” piuttosto che di piazza. Ferdinandi è titolare del ristorante e centro polifunzionale a Perugia “Numero zero” ed è sostenuta nella sua candidatura da “Fondazione cassa di Risparmio di Perugia” e dall'imprenditore locale e internazionale Brunello Cucinelli. È stata insignita del titolo “cavaliere dell'ordine al merito della Repubblica italiana”. Lo slogan della sua campagna elettorale è “Anima Perugia”, in quanto vuole una Perugia “aperta, attrattiva, solidale”. I suoi punti di riferimento e d'ispirazione sono papa Francesco, Aldo Capitini (esponente antifascista e ghandiano), Don Milani. La sua idea di città ha “al centro i giovani, una città sostenibile, solidale e aperta.... Perugia capitale dello sport, nuovi collegamenti ferroviari, no al consumo del suolo”.
A lei si rivolgono 100 giovani che hanno elaborato un appello a suo sostegno dove evidenziano che “Perugia ha smesso di accogliere i giovani... mancano interventi sugli affitti, mancano spazi di aggregazione e cultura accessibili, mancano servizi pubblici accessibili e capillari su un territorio scollegato, manca un trasporto pubblico integrato e pensato per le esigenze dei giovani, vedi la totale assenza della mobilità notturna”. Richieste sacrosante che vengono disattese completamente in molte città con amministrazioni di “centro-sinistra” come il capoluogo toscano, Firenze, che più che sulle esigenze dei giovani punta su città vetrina e turistica per mano del neopodestà piddino Dario Nardella.
Una nota merita il sostegno alla Ferdinandi da parte di Rifondazione comunista che evidentemente non vuol rimanere esclusa dai palazzi di potere e che oramai da anni è collaborazionista dei partiti della “sinistra” borghese e che afferma attraverso il suo segretario provinciale Andrea Ferroni: “metteremo a disposizione le nostre sedi, i nostri circoli, la nostra gente per sostenere questa candidatura unitaria che dopo tanto tempo ha visto tutte le forze del ‘centro-sinistra’ insieme”.
 
Massimo Monni. Si candidata all'insegna dello slogan “Perugia Merita” e sarà sostenuto da PSI e alcune liste civiche. Monni è un ex socialista, eletto nel “centro-destra” in comune e regione. I suoi temi di rilancio sono riqualificazione urbana, cultura e turismo, sicurezza pubblica e decoro.
 
Davide Baiocco. È candidato di “Alternativa popolare Perugia”. Ex capitano del Perugia calcio, è sponsorizzato dal neopodestà di Terni Stefano Bandecchi che lo definisce “brava persona, un professionista e un imprenditore”. È bene menzionare che al misogino Bandecchi (per le sue esternazioni anche in consiglio comunale), un anno fa la Guardia di finanza di Roma ha sequestrato 20 milioni di euro per evasione fiscale. Bandecchi è fondatore e amministratore dell'università telematica di Roma Unicusano e presidente del club umbro. Insomma un buon mentore di fiducia per la sponsorizzazione di Baiocco il cui tema principale d'intervento è la sanità.
 
Leonardo Caponi. Candidato per il PCI. Ex senatore per due legislature, presidente della commissione industria, è stato corrispondente de “l'Unità” da Perugia, ex consigliere e assessore in provincia e in comune. Ha militato prima in Rifondazione, stretto collaboratore di Cossutta, contribuendo alla costituzione del PCI. I punti principali del suo programma sono: rifacimento delle strade, la sanità pubblica, i servizi sociali, stop a nuove volumetrie abitative e centri commerciali, puntare sul centro storico, utilizzare per gli obiettivi locali fondi nazionali, europei ed implementare le tasse comunali sui redditi alti e altissimi ed eventuali tasse di scopo. La sua lista la definisce “antisistema”, anche se affermiamo noi, rimane in realtà nel sistema borghese.
Questa carrellata sui candidati alle elezioni comunali a Perugia, evidenzia le caratteristiche di chi concorre alle cariche nelle istituzioni rappresentative della borghesia. La realtà dei fatti è che la musica non cambia per le masse operaie e popolari perugine indipendentemente siano governate dalla “sinistra” o dalle destra del regime borghese. L'alternativa è astenersi e creare le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo perché Perugia sia governata dal popolo e al servizio del popolo.

17 aprile 2024