15.000 in piazza a Bologna. Sconcerto e rabbia per la strage di Suviana
Sciopero generale in Emilia-Romagna: “Basta morti sul lavoro”
Contestate le istituzioni e il PD al corteo di Bologna. Il PMLI partecipa alla manifestazione di Forlì

Dal corrispondente del PMLI per l'Emilia-Romagna
La strage di lavoratori alla centrale idroelettrica Green Power di Bardi, nel lago di Suviana, che si trova nell’Appennino bolognese nel comune di Camugnano, ha caricato di sconcerto e di rabbia lo sciopero generale di giovedì 11 aprile, già indetto da tempo da Cgil e Uil a livello nazionale con al centro proprio “Zero morti sul lavoro”, “Per una giusta riforma fiscale” e “Per un nuovo modello sociale e di fare impresa”.
A livello nazionale lo sciopero è stato di 4 ore, ma in Emilia-Romagna è stato allargato a tutte le 8 ore ed esteso al settore pulizie pubblico. In tutta la Regione si sono svolti presidi e manifestazioni, la più imponente e sentita è stata quella di Bologna dove oltre 15.000 manifestanti, partiti da Piazza XX Settembre, hanno sfilato gridando forte “Basta morti sul lavoro”.
Tanto sgomento e tanta rabbia per quanto accaduto alla centrale idroelettrica dove alle 15 di martedì 9 aprile l’esplosione di una turbina all’ottavo piano sotto zero ha causato un incendio e l’allagamento del nono piano, facendo crollare un solaio che ha travolto 12 lavoratori, 7 dei quali hanno perso la vita, prima che un tubo refrigerante della turbina allagasse l'ambiente.
L’ennesima strage che guarda caso colpisce ancora una volta lavoratori di ditte in appalto, in questo caso da Enel. Il sistema degli appalti oramai è una giungla dove si perdono diritti e condizioni di lavoro che garantiscano ai lavoratori di tornare a casa alla sera, come e più di quanto accade con la presenza diretta delle imprese “titolari”.
Per Michele Bulgarelli, segretario generale Cgil Bologna, "Questi sono morti di appalto. Ancora oggi non abbiamo il quadro contrattuale completo e di che aziende erano dipendenti e con che contratto i feriti e i deceduti. Una situazione indegna”, mentre per la segretaria confederale Uil Ivana Veronone, "Il governo deve darci ascolto e affrontare seriamente temi, non fare spot. Chiediamo un confronto sulla cultura della sicurezza che o c'è o non se ne fa niente. Dobbiamo ridurre tutti i rischi per arrivare a zero morti sul lavoro".
Gli operai di Enel distribuzione hanno denunciato "Ci sentiamo insicuri noi, così come i colleghi in appalto. Per noi si fa troppo poco".
Alla manifestazione erano presenti tutte le istituzioni, locali e regionali, dal presidente della Regione Stefano Bonaccini, “È evidente che però non si può parlare ogni volta di tragica fatalità. Non se ne può proprio più. È un'emergenza nazionale quella delle morti sul lavoro e come tale va trattata e andrebbe trattata”, al sindaco di Bologna Matteo Lepore, "Il Governo, Enel e le aziende in appalto collaborino con la giustizia, lo dimostrino da subito. Perché il nostro territorio è già stato martoriato troppe volte", Vincenzo Colla, assessore al Lavoro, Ivan Taruffi, assessore al Welfare, l'ex sindaco bolognese Virginio Merola, il sindaco di Camugnano Marco Masinara. Tutti a “piangere” i morti e a chiedere che qualcuno faccia qualcosa mentre sono loro, che pure sono al governo delle istituzioni borghesi locali, assieme al governo neofascista Meloni, a dover fare interventi per mettere fine a questo scempio. Tanto è vero che alcuni manifestanti li hanno contestati urlando “Fuori dal corteo!”.
L'adesione dei lavoratori allo sciopero nelle aziende del bolognese è stato alto: il 100% alla Marelli di Crevalcore e Caffitaly, il 95% alla Lamborghini, Marzocchi Pompe, Kemet e Tper , il 90% alla Versuni e Motori Minarelli e Coop ALleanza, Toyota 85%, in Marzocchi Pompe il 95%, in Toyota l'85%, Site, Alberto Sassi, Selcom Group, Panigale Scarl e Zanichelli l'80%, Enel, Geodis e Panigale Scarl 70%, Ducati il 65%, Leroy Merlin 60%.
Comunque alta l’adesione in tutta l’Emilia-Romagna e anche a Forlì dove ha raggiunto il 100% alla Fustelpack, 95% Sacim e Ipack, il 90% alla Bonfiglioli, 85% Celli, 80% alla Marcegaglia e Mase Generators, e poi a seguire Ferretti,Trevi, Infia, Enel, Formula Servizi-Appalto Ospedale, Dussman, Avicoop (Amadori), Orogel, Cafar, StartRomagna, Smurfit, Kappa.
SI è tenuto un partecipato presidio in Piazza Morgagni davanti alla sede della provincia di Forlì-Cesena. I sindacati hanno denunciato: "La deregolamentazione degli appalti con l’introduzione dei sub appalti a cascata ci ha già mostrato la faccia peggiore di una società basata sul profitto a scapito della vita delle persone. Brandizzo, cantiere Esselunga e in ultimo la centrale elettrica di Suviana sono le punte apicali di una strage quotidiana che non avrà fine fintantoché non saranno date risposte complessive a tutte le richieste che il sindacato sta ponendo. La nostra lotta proseguirà a partire dalla manifestazione del 20 aprile a Roma nella quale nuovamente porteremo in piazza le richieste del mondo del lavoro: investire su un sistema pubblico che garantisca la salute nei luoghi di lavoro e nel territorio, il diritto alla cura e alla sanità pubblica, un fisco equo e la tutela dei salari".
Al presidio erano presenti militanti e simpatizzanti della Cellula “Stalin” di Forlì del PMLI con le bandiere dei Maestri e del Partito.
Il PMLI.Emilia-Romagna ha emesso nella giornata della strage di Suviana un comunicato dove denuncia tra l’altro “l’ennesima strage di lavoratori, l’ennesimo tributo di sangue versato all’altare del capitalismo, l’ennesimo ‘incidente’ sul lavoro conseguenza del modo di produzione capitalistico volto al massimo profitto le cui responsabilità cadono anche sulle istituzioni tutte, locali, regionali e nazionali, che oggi, come sempre succede in questi casi, versano lacrime di coccodrillo per poi tornare ad amministrare nel solo interesse del capitalismo assassino… Questo è ciò che continuerà a succedere finché il capitalismo non sarà spazzato via… Basta morti sul lavoro! Basta capitalismo!”.

17 aprile 2024