Torino
Grande manifestazione per il rilancio della produzione alla Stellantis
In 12mila sfilano in città
Contestati il sindaco Lo Russo (PD) e il Governatore Cirio (Forza Italia)

A Torino i sindacati tornano a manifestare uniti e la risposta delle lavoratrici e dei lavoratori è stata forte e chiara. In 12mila hanno hanno sfilato per le strade del capoluogo piemontese, storica capitale italiana dell'automobile che attualmente vede i suoi stabilimenti lavorare a ritmo ridotto. Non solo dipendenti di quella che fu la Fiat, adesso parte integrante del gruppo Stellantis, ma lavoratori dell'indotto, studenti, personalità della cultura e dello spettacolo, a rappresentare tutta la città che da sempre è legata a doppio filo alle sue fabbriche.
Negli stabilimenti piemontesi la produzione ha subito un drastico calo, circa 50mila auto all'anno, con migliaia di lavoratori da mesi in cassa integrazione. Ma quello che fa temere il peggio sono i mancati impegni del gruppo a investire e produrre a Torino e in Italia. Pochi giorni prima il capo di Stellantis, il franco-portoghese Carlos Tavares, era a Milano a presenziare un nuovo modello a marchio Alfa Romeo che anche in questa occasione non ha preso nessun impegno, né di fronte ai sindacati né al ministro delle Imprese e del Made in Italy, D'Urso.
Oltre a Cgil, Cisl e Uil sullo striscione c'erano le firme dell'Ugl, e di un paio di sindacati aziendali. Fino allo sciopero dei metalmeccanici torinesi di venerdì 12 aprile erano anni che non veniva fatta una manifestazione unitaria. Sicuramente Marchionne e il suo “modello” di sfruttamento e di sottomissione sindacale, hanno portato divisione all'interno dello storico stabilimento di Mirafiori. Nessuno però lo ha ricordato e ha prevalso l'unità e la voglia di voltare pagina, ma sopratutto la consapevolezza di affrontare una fase occupazionale molto difficile.
Le contrapposizioni tra il CEO di Stellantis Tavares e governo italiano finora non hanno portato a niente di buono per gli operai. Il gruppo automobilistico ricatta il nostro Paese chiedendo sovvenzioni in cambio dell'impegno a restare in Italia, il governo agita il nazionalismo e la vendetta. Il ministro D'Urso ha minacciato di aprire le frontiere a gruppi cinesi se Stellantis non investirà e ha diffidato Tavares a non chiamare “Milano” un auto targata Alfa Romeo ma che si produrrà il Polonia. In realtà il Gruppo sta tagliando posti di lavoro in tutta Europa, compresa la stessa Polonia e la Francia, con l'unico scopo di ridurre le spese.
Eppure Stellantis tra i gruppi automobilistici più grandi è quello che ha realizzato i maggiori profitti, che offre generosi dividendi e dove le famiglie Agnelli e Peugeot, primo e secondo azionista, riempiono i propri forzieri mentre tra il rampollo torinese John Elkann e il Ceo Tavares (numero uno e due del gruppo) si accaparrano complessivamente uno “stipendio” annuo di quasi 44 milioni di euro, mentre migliaia di operai sono in cassa integrazione e non arrivano ai mille euro mensili. Nonostante tutto hanno la faccia tosta di chiedere lauti aiuti di stato perché non vogliono investire un euro di tasca propria.
I sindacati da parte loro chiedono investimenti e che Torino rimanga un sito di progettazione e produzione, ruolo che ha sempre rivestito facendone uno dei poli dell'automotive più importanti d'Europa. Per Michele De Palma, segretario generale della Fiom, in Piemonte si dovrebbero costruire almeno 200 mila auto per mantenere l'occupazione, dopo anni di cig e di uscite, senza alcuna assunzione.
Il corteo è stato colorato e combattivo, con larga maggioranza di bandiere rosse della Fiom-Cgil. Tra tanti slogan e fumogeni, spiccava uno striscione che riproduceva il sindaco Lo Russo e il Governatore Cirio che alcune settimane prima si erano scattati sorridenti un selfie con Tavares e la scritta “o con lui o con noi”. Entrambi hanno subito una forte contestazione “bipartisan”. Cirio (Forza Italia) nonostante se ne stesse defilato, è stato avvicinato dai lavoratori e apostrofato per non aver fatto niente per Mirafiori. Lo Russo, arrivato al corteo con la fascia di sindaco ha subito una contestazione ancora più forte, con fischi e urla. Nonostante poi sia stato fatto parlare, il suo invito alla moderazione verso Stellantis non ha convinto nessuno.
Uno striscione con la scritta “siamo operai orgogliosi, Tavares siamo nervosi”, sintetizzava la voglia di riscatto delle lavoratrici e dei lavoratori ex Fiat di Mirafiori e dell'indotto. Lo sciopero dei metalmeccanici torinesi e il sostegno della città sono il primo passo necessario per passare all'offensiva e pretendere da Stellantis e dal governo la salvaguardia dei posti di lavoro e il rilancio della vocazione industriale automobilistica di Torino.

17 aprile 2024