Lo sciopero generale dell'11 aprile era stato indetto da Cgil e Uil anche per una “giusta riforma fiscale” e “nuovi modelli sociali di fare impresa”
In piazza per la sicurezza sul lavoro
Grande manifestazione a Bologna

La strage di Suviana, la centrale elettrica gestita da Enel dove sono morti 7 operai e 4 sono rimasti feriti gravemente, ha spostato tutta l'attenzione sulla questione della sicurezza, per contrastare questa vera e propria strage che vede morire ogni anno più di mille lavoratrici e lavoratori sull'altare del profitto capitalistico. Lo sciopero era stato indetto da tempo, nel quadro di una mobilitazione che poneva l'attenzione anche sul fisco e sulle relazioni industriali all'interno delle aziende. Allo sciopero dell'11 aprile si aggiungerà la manifestazione nazionale di sabato 20 a Roma, sempre sugli stessi temi.
Questioni che evidentemente non interessano alla Cisl, che quantomeno ne ha una visione diversa, visto che non ha partecipato alla mobilitazione, e questo ha innescato la polemica tra le sigle sindacali. Neppure la strage alla centrale idroelettrica ha fatto cambiare idea a Sbarra, che si dimostra ogni giorno di più un leader sindacale complice del governo neofascista guidato dalla ducessa Meloni. Quando i giornalisti hanno chiesto della mancata partecipazione della Cisl, Landini ha risposto: “Chiedete a chi davanti ai morti ha deciso di non scioperare. Noi vogliamo unire”. “Gli incidenti sul lavoro sono una grande piaga sociale che impone il massimo di unità - la replica del segretario Cisl Luigi Sbarra - tra tutti i soggetti politici, istituzionali e sociali e non ammette toni demagogici”.
Sotto accusa la precarietà, la frammentazione dei rapporti di lavoro, i subappalti a cascata, la diversità di trattamento tra appalti pubblici e privati. L’altro grande motivo è quello del fisco. “Lavoratori dipendenti e pensionati pagano oltre il 90% del gettito Irpef, mentre intere categorie economiche continuano a non pagare fino al 70% delle imposte dovute”. Così si leggeva nei comunicati di Cgil e Uil. Infine la richiesta di un “nuovo modello sociale e di impresa”.
Una rivendicazione un po' vaga, dove accanto ai rinnovi contrattuali si chiede “una legge sulla rappresentanza, la centralità della salute e della persona, la qualità di un’occupazione stabile e non precaria, una seria riforma delle pensioni, il rilancio degli investimenti pubblici e privati per riconvertire e innovare il nostro sistema produttivo e puntare alla piena e buona occupazione a partire dal Mezzogiorno”. Su alcuni di questi temi, come la flessibilità, le deroghe ai contratti nazionali concesse sopratutto al Sud, le pensioni da fame, i sindacati confederali dovrebbero fare mea culpa perché sono stati spesso accondiscendenti con governo e padronato.
Le piazze si sono riempite in tutta Italia. Manifestazioni in molte città della Lombardia, in particolare a Milano e Brescia, città dove al comizio conclusivo è intervenuto il segretario generale della Cgil. Il suo discorso è ruotato intorno ai diritti dei lavoratori: “tutti sono sorpresi ma chi paga sono i lavoratori con la morte, la precarietà e il peggioramento delle proprie condizioni” ha detto Landini dal palco. Le lavoratrici e i lavoratori del Nord hanno portato la protesta in tutte le provincie con decine di presidi. Tante anche le manifestazioni, tra le più partecipate quelle di Torino e Genova. Nel capoluogo ligure oltre 5mila manifestanti hanno dato vita a un combattivo corteo che ha attraversato il centro della città.
La manifestazione più grande si è tenuta a Bologna , con oltre 15mila partecipanti. In Emilia-Romagna, regione in cui è avvenuta l'ultima strage di operai sul lavoro, lo sciopero è stato allargato all'intera giornata di lavoro. Lo stesso hanno fatto tutti i dipendenti Enel (che gestisce la centrale di Suviana). Da registrare a questo proposito il comportamento provocatorio dell'azienda che, mentre ancora si stavano estraendo altre vittime della centrale e altri dispersi ancora mancavano all’appello, ha sentito l’urgenza di comunicare alla stampa, dati assolutamente surreali dell’adesione allo sciopero. In altre parole ha sentito il bisogno di irridere o sbeffeggiare il sincero e sentito bisogno di partecipazione dei propri dipendenti.
Michele Bulgarelli, segretario generale Cgil Bologna aveva promesso: “Il mondo del lavoro risponderà", e dal palco ha aggiunto: "Questi sono morti di appalto. Ancora oggi non abbiamo il quadro contrattuale completo e di che aziende erano dipendenti e con che contratto i feriti e i deceduti. Una situazione indegna”. Al corteo hanno partecipato anche il sindaco Matteo Lepore e il Governatore Stefano Bonaccini (entrambi PD), fischiati da una parte della piazza. (Rimandiamo all'articolo a parte)
Numerose le manifestazioni anche nel centro-sud. In Toscana, in provincia di Firenze , manifestazioni a Sieci e Empoli dove era presente anche il PMLI. Nei giorni scorsi nei due centri si erano verificati due infortuni, uno mortale e l'altro con un ferito grave. A Roma la manifestazione più importante si è tenuta davanti la sede della Regione. Altre importanti manifestazioni si sono tenute a Napoli , Bari e Taranto . In Sardegna le iniziative si sono svolte in 5 provincie dell'isola, mentre in Sicilia una mobilitazione diffusa ha riguardato piccole centri e grandi città.
Vedremo se si tratta dell'ennesimo fuoco di paglia o se la Cgil, assieme alla Uil, smetterà di tenere un atteggiamento morbido e incalzerà senza tregua, come necessario, questo governo su questo e su altri temi.

17 aprile 2024