Valdisieve (Firenze)
Antifascisti di Rufina commemorano l'eccidio nazifascista di Berceto
Importante iniziativa per gli ottanta anni della strage. Significativo intervento dell'ANPI. Il PMLI unico partito presente

Dal corrispondente della Cellula “F. Engels” della Valdisieve
Ai piedi di casa Berceto dove ottant'anni fa i boia nazifascisti trucidarono 11 persone di cui 9 civili, in particolare donne e bambini, e 2 partigiani, domenica 21 aprile antifasciste e antifascisti di Rufina, le istituzioni locali, quelle dei comuni limitrofi in Valdisieve (Firenze) e della Regione, assieme ai parenti delle vittime, hanno commemorato l'anniversario della strage.
I manifestanti hanno percorso in corteo i trecento metri che da casa Fonte portano all'immobile di Berceto e hanno deposto una corona di fiori al termine degli interventi. Alcuni suonatori de La Leggera hanno intonato all'inizio e alla fine di essi alcune canzoni antifasciste come “I briganti neri” e “Bella ciao”, cantata in coro da tutti i partecipanti.
Fra gli interventi di circostanza dell'amministrazione comunale e della consigliera regionale del PD Serena Spinelli, ha preso la parola la compagna Moira Carotti, vicepresidente della sezione ANPI “Martiri di Berceto” di Rufina, che con un intervento puntuale e preciso, ha richiamato all'antifascismo attivo, denunciando non solo il fascismo storico, ma anche il neofascismo nelle sue nuove forme che portano con sé la stessa sostanza di sempre. Un intervento applaudito e apprezzato (riportato qui di seguito) al pari di quello di una nipote dei pochi superstiti della strage, più generico e trasversale, ma comunque degno di nota.
A testimoniare la campagna elettorale sostanzialmente già in corso è stata la presenza di tutti i candidati a sindaco delle liste di centro-”sinistra” assieme ai loro collaboratori; eppure anche stavolta la rossa bandiera del PMLI portata a Berceto dai compagni della Cellula “F. Engels” della Valdisieve, è stata l'unico vessillo di partito a sventolare. Una solitudine non ignorata, se è vero che i compagni sono stati più volte fotografati; inoltre alcuni partecipanti hanno mostrato apprezzamento per aver visto “ancora una volta” la bandiera rossa con la falce e martello o salutandoli a pugno chiuso. Un compagno in particolare, ci ha ringraziati della nostra presenza che fa ricordare “il contributo dei comunisti nella guerra di Liberazione del quale si vuol cancellare ogni traccia”. Al termine della cerimonia, il circolo ARCI di Pomino ha offerto ai partecipanti un pranzo gratuito nell'aia di casa Fonte, ed i nostri compagni che individualmente sono parte attiva della sezione locale ANPI, hanno continuato a discutere con gli altri partecipanti di molteplici temi - dalle guerre, alle elezioni, passando per il socialismo - in dibattiti franchi e rispettosi, com'è giusto fare tra antifascisti.
 

L’intervento di Moira Carotti, vicepresidente sez. “Martiri di Berceto” dell’ANPI di Rufina
È un onore per me avere l’occasione di dire due parole in questo luogo, che più di ogni altro nel nostro territorio è simbolo di atrocità e di prevaricazione, ma anche di coraggio e di riscatto.
Il 17 aprile del ’44 qui furono massacrate 11 persone, delle quali gran parte donne e bambini, oltre a due giovani partigiani, ed è simbolico nel suo più ampio raggio, perché mostra fra l’altro chi viene colpito realmente dalle atrocità della guerra.
Oltre ai partigiani, ai resistenti, capaci di insegnarci che ad una oppressione bisogna - ed è giusto - ribellarsi e liberarsi, in ogni parte del mondo i primi a soffrirne e a perdere la vita sono proprio gli elementi più deboli e innocenti della popolazione, proprio coloro che sono contrari alla guerra per natura, data la loro estrazione sociale, e che nessun vantaggio possono aver mai dalla guerra stessa, a differenza di chi la muove e la foraggia con soldi e armi.
Per noi tutte le guerre in corso dovrebbero immediatamente cessare con il ritiro degli eserciti occupanti, in maniera tale che la pace possa essere giusta e duratura.
Oggi purtroppo il rischio che l'allargamento dei conflitti possa portare ad una nuova guerra mondiale è reale. Ci sono già segnali evidenti nei vari focolai sparsi per Europa e Medio Oriente, e ne è un altro pericoloso allarme l'inasprirsi delle tensioni fra Israele e l'Iran di qualche giorno fa. Si parla di “pericolo di escalation”, ma l'escalation c'è già ed è sotto gli occhi di tutti coloro che vogliono vederla.
Di ciò fa parte anche il genocidio del popolo palestinese in corso a Gaza, al quale l’Italia partecipa direttamente continuando a vendere mezzi e armi e dando sostegno politico all’alleato israeliano. E non prendiamoci in giro: le critiche ad uno Stato che che sta sterminando un intero popolo da decenni non c’entrano nulla con l’antisemitismo! Per fortuna anche i giovani, i docenti e il personale delle università si stanno mobilitando per la fine della guerra in Palestina, ma anche contro Leonardo Spa, primo produttore di armi in Europa e uno dei principali al mondo, e la sua inopportuna ingerenza negli atenei.
Quello che accadde qui il 17 aprile 1944 testimonia quanto sia importante saper scegliere da che parte stare ancora oggi. “Forse solo chi ha subito una sorte come la mia sa davvero cosa ha fatto il fascismo”, dice Lazzaro in un passaggio del suo libro.
Oggi in realtà tutti sappiamo quanta violenza ed efferatezza rappresentino la cultura fascista e nazista, e allora è nostro dovere antifascista continuare a vigilare e denunciare in maniera chiara e comprensibile il fascismo storico, così come il nuovo fascismo, che nelle sue forme aggiornate ai tempi ma portatrici della stessa sostanza, permeano in misura sempre maggiore le strutture del nostro Paese (e purtroppo anche di altri), dagli assetti istituzionali, dalle linee politiche di governo, dalla repressione delle proteste sociali e da una lettura sempre più parziale dei media.
Esempi ve ne sono in abbondanza in ogni pagina dei quotidiani del nostro Paese, anch’essi sempre più omologati e sempre meno indipendenti, così come nei palinsesti Rai, in ultima la vicenda Scurati e il suo monologo tagliato dal governo, ma poi letto da giornalisti coraggiosi.
Non è vero che il fascismo e l’antifascismo sono due categorie superate e anacronistiche; sono più attuali che mai e finché il fascismo non sarà cancellato per sempre, l'antifascismo non sarà mai superato, come vorrebbero alcuni.
Perché? Perché se si molla sull’antifascismo cercando di mantenere e migliorare questa democrazia evidentemente incompleta se né il lavoro né la casa e neppure “migrare” da Paese a Paese sono diritti riconosciuti, se la differenza e la violenza di genere sono così diffuse, e tutto ciò diviene “normale”, allora è proprio il fascismo a mettere salde e profonde radici che poi dovranno essere estirpate a caro prezzo, come ci ha insegnato la Resistenza.
Per fare un esempio, in queste settimane il governo sta accelerando sulla riforma presidenziale. Sulla sua strada troverà certamente l’ANPI e tutte le altre forze che faranno parte del nostro stesso fronte, senza alcun pregiudizio, per respingere con forma l’ennesimo attacco alla Costituzione già ridotta a brandelli e disapplicata.
L’ANPI si è opposta in passato a tentativi di controriforme costituzionali di altri esecutivi e a maggior ragione lo farà oggi, con il referendum o con qualsiasi altro strumento venga individuato.
Tornando a Berceto, come abbiamo detto, questo è anche luogo di riscatto, quello cercato con fatica, con le unghie e poi raggiunto da Lazzaro Vangelisti e dai suoi familiari, su tutti Vera alla quale va il grande abbraccio di tutto il nostro direttivo, poiché è grazie alla loro costanza e alla grande combattività nel ricercare verità e giustizia, se oggi possiamo rinnovare la nostra fiducia sul raggiungimento dell’obiettivo che ci siamo dati oltre dieci anni fa per la valorizzazione di questo luogo di grande interesse storico.
Mi riferisco a quella foresteria accompagnata da un piccolo museo che possa mostrare a tutti la storia di questo luogo e il suo contesto storico, che porti l’attenzione ad uno spaccato di vita onesta e contadina stroncata tragicamente, attraverso mobili e oggetti che arredavano la casa della famiglia Vangelisti e che adesso danno mostra di sé presso villa Poggio Reale a Rufina.
Speriamo di coronare presto il sogno di Vera, che poi è anche il nostro, nell’interesse di tutta la collettività, e in particolare dei giovani che hanno tutto da imparare dalla storia del nostro territorio, libera da quel revisionismo al quale si è dato troppo campo libero e che sta contagiando tutto ciò che non è difeso sia culturalmente che fisicamente.
Berceto, grazie al lavoro di tutti coloro che vi si sono impegnati a vario titolo, rappresenta una pietra miliare della cultura antifascista e democratica di Rufina.
In ultimo, ma non per importanza, porto il nostro sentito ringraziamento a Vera e a tutta la famiglia Vangelisti, a tutte le persone presenti, agli iscritti all’ANPI, all’amministrazione comunale ed alle altre istituzioni, associazioni rappresentanti di partiti antifascisti o enti che hanno voluto essere qui con noi oggi.
Che Berceto possa continuare ad essere un luogo di incontro, di memoria e di coraggio.
Viva la Resistenza!
Viva l’antifascismo!

24 aprile 2024