L’Editoriale di Scuderi “La via maestra per cambiare l’Italia” sfata l'ingannevole mito della Costituzione

di Ugo - Genova
Dice bene, il Segretario generale del PMLI compagno Giovanni Scuderi, quando descrive il ruolo negativo che la Costituzione italiana ha avuto nella storia del movimento, e nella cultura del proletariato italiano. Un ruolo è bene ricordare, di dominio, di tranello, di laccio controrivoluzionario e ordito, soprattutto, dai partiti revisionisti, servi della borghesia, italiani. E dice bene, il compagno Scuderi, quando raccogliendo qualche articolo di quella tanto elogiata Costituzione, descritta come antifascista, ne analizza i contenuti individuandone evidenti contraddizioni. Altro che il divieto, come essa cita, alla riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista! La Costituzione italiana fu approvata il 22 dicembre del 1947; entrò il vigore nel 1948. Ma già dal 26 dicembre del 1946, e quindi subito dopo la conclusione della Seconda guerra mondiale e la conseguente caduta del regime mussoliniano, vari reduci della “repubblica sociale italiana” fondavano il MSI. Come si sono mossi, cosa hanno fatto i padri costituenti, come ha agito il garante della Costituzione e tutti coloro che si sono succeduti per risolvere l’anomalia? Ce lo dice il compagno Scuderi cosa hanno fatto, si impegnavano a fare rispettare quegli articoli che garantivano alla borghesia il potere politico-economico.
Ma facciamo qualche passo indietro. Diamo uno sguardo a chi ha controfirmato la Costituzione italiana; Alcide De Gasperi (fondatore della Democrazia cristiana); Enrico De Nicola (Partito Liberale Italiano); Umberto Terracini (Partito Comunista Italiano); Giuseppe Grassi (Partito Liberale Italiano) penso che possa essere sufficiente questa, seppur superficiale, osservazione per comprendere che con queste premesse per il proletariato italiano non poteva uscirci nulla di buono. Se non altro per rapporti di forza, se non altro perché il firmatario “comunista” faceva parte di un partito governato dal revisionista Palmiro Togliatti che di rivoluzioni socialiste non ne voleva neppure sentire parlare.
Nella Costituzione, per il proletariato, solo norme dal falso profilo e più simili a specchietti per le allodole che diritti autentici. Per la borghesia, differentemente, norme rispettate e necessarie per garantire la tutela della proprietà privata e dei mezzi di produzione. Sarebbe importante e imprescindibile, di conseguenza, sfatare l’ingannevole mito che la Costituzione italiana, per responsabilità dei partiti revisionisti, ha assunto nella classe operaia, la quale sostiene, è utile precisare, il Paese con la propria forza-lavoro, da quando è stata promulgata. Un passo può essere la diffusione, fra le masse, dell’Editoriale di Scuderi “La via maestra per cambiare l’Italia”. Un passo che potrebbe dare modo al proletariato italiano di prendere coscienza e di compiere, a sua volta, un secondo passo, e cioè assumere la consapevolezza che è un suo diritto lottare per il conseguimento del potere politico.
Fa specie che a evocare la Costituzione siano solitamente i partiti cosiddetti di sinistra e ultimamente, come suggerisce il compagno Scuderi, il segretario generale della CGIL Maurizio Landini e, aggiungo io, fra i molti, il giornalista Michele Santoro. A una generica analisi sembrerebbe che allora, chiedere l’applicazione degli articoli costituzionali, sia per la maggioranza della popolazione italiana, una garanzia di tutela democratica. Questi incantatori si dimenticano però di spiegare perché molti articoli non vengono rispettati, perché loro sono così insistenti e inascoltati nel chiederlo, e perché, differentemente, altri articoli, che vanno a vantaggio della borghesia, vengono applicati come vuole la regola e senza nessuna polemica. Non avremmo sicuramente ottenuto il socialismo se quegli articoli della Costituzione che il compagno Scuderi, con la sua solo apparente semplicità, ne smaschera la non realizzazione (Art. 1 L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro; Art. 5 La Repubblica, una e indivisibile; Art. 11 L’Italia ripudia la guerra; Art. 17 I cittadini hanno diritto di riunirsi; Art. 21 Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero; Art. 34 La scuola è aperta a tutti; Art. 40 Il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano) tuttavia, si avrebbe l’impressione di vivere in un Paese che rispetta le norme che si è dato e con le quali si riempie, periodicamente, la bocca. Ebbene costoro non lo spiegano perché pure loro sanno che la Costituzione italiana altro non è che una Costituzione borghese. E che il proletariato, la classe lavoratrice, non può permettersi di lottare per l’applicazione di una Costituzione che nei fatti è borghese, piuttosto deve trovare la consapevolezza, la capacità, di perseguire un obiettivo che sia proprio; che non può che essere, assumendo la necessaria coscienza proletaria, abbandonare l’illusione costituzionale per dedicarsi alla lotta di classe in previsione della Rivoluzione socialista.
Coi Maestri e con il PMLI vinceremo!
 
La via maestra più appropriata è quella della rivoluzione socialista

di Giovanni - provincia di Sassari
Sì, mi è piaciuto l'Editoriale del compagno Giovanni Scuderi!
Trovo che in esso vi è un'analisi molto critica e ampiamente più che giusta dei problemi legati alla poca democraticità della Costituzione italiana attuale, quindi come conseguenza la via maestra per il marxismo-leninismo e il pensiero di Mao non può più essere la Costituzione italiana, che neanche prima era veramente rivoluzionaria e comunista, quindi neanche dopo tutte le modifiche fatte dalla destra.
La proposta del PMLI che la via maestra è quella della rivoluzione socialista d'Ottobre credo sia l'unica possibilità. Come sta scritto anche sull'Editoriale già fin dal 1977 è fondamentalmente la più appropriata e ragionevole.

24 aprile 2024