Promosso da Fridays for future
"Riprendiamoci il futuro": sciopero per il clima, il lavoro e la Palestina

Venerdì 19 giugno c'è stato lo sciopero per il clima, il lavoro e per la Palestina libera in tutta Italia promosso da Friday for future, con la partecipazione di altre sigle e in alcune città anche di Cgil, Cisl e Uil.
Decine di migliaia di giovani e non hanno invaso con cortei pacifici le principali città italiane dietro lo slogan "Riprendiamoci il futuro". Dal sito di FFF Italia si legge: "Lo slogan si basa su tre punti: una transizione ecologica intersezionale, una resistenza contro gli interessi delle multinazionali petrolifere e l’impatto ambientale generato dai recenti conflitti armati."
La manifestazione più importante a Roma , da piazza della Repubblica ai Fori imperiali; al corteo si è poi aggiunto lo spezzone degli studenti universitari partito dalla Sapienza, migliaia di giovani hanno sfilato mostrando tutta la loro contrarietà alle politiche criminogene sull'ambiente da parte dei governi dei paesi imperialisti e tanti altri temi politici e sociali, come la richiesta di un cessate il fuoco in Palestina, la scuola e l'università, il G7, le vertenze sindacali come quelle della Gkn, le lotte transfemministe, le disuguaglianze fra il Nord e il Sud del mondo, la contestazione al neocoloniale "Piano Mattei", all'Eni e al raddoppio del gasdotto Tap.
"I nostri cori cantati per le strade sovrasteranno gli inni di guerra lanciati dai governi. Ogni salto farà tremare il castello di carta creato dalle aziende del fossile. Ogni cartello, ogni striscione, resterà impresso nella memoria più di qualsiasi pubblicità consumistica. Reagiamo all’immobilismo con la mobilitazione. Il futuro del pianeta dipende da tutti noi, e questa è una delle occasioni che abbiamo ogni anno di far sentire all'unisono migliaia di voci. Non solo di giovani e studenti ma anche di lavoratori, docenti, adulti".
Gli studenti universitari e i loro collettivi hanno deciso di partire dall'ingresso della città universitaria "dopo i fatti dei giorni scorsi e per mostrare l'unità e la convergenza delle lotte studentesche e cittadine, per la Palestina, la giustizia sociale e quella climatica", sottolinea Gaia, in riferimento alla lotta delle Università contro gli accordi con Israele e i colossi dell'industria degli armamenti, come la Leonardo. Davanti al rettorato dell'ateneo, Francesca e Leonardo di "Cambiare Rotta" sono ancora incatenati e in sciopero della fame.
"Oggi come giovani e studenti - spiega Tess Kucich, coordinatore della Rete della Conoscenza - siamo scesi nelle piazze di tutta Italia in occasione dello sciopero globale per il clima lanciato da Fridays For Future. Ci mobilitiamo da anni al fianco del movimento FFF per rivendicare il diritto al futuro e pensiamo sia fondamentale continuare a farlo, viste le manifestazioni di crisi climatica che continuano a colpirci." "Rivendichiamo - dice Bianca Chiesa, coordinatrice dell'Unione degli studenti - l'introduzione sistemica dell'educazione ambientale, investimenti sull'edilizia per l'efficientamento energetico, la costruzione di comunità energetiche e l'eliminazione di tutti gli accordi con aziende inquinanti e belliche da parte delle scuole e delle università. Vogliamo vedere il nostro futuro garantito e non venduto alle logiche del profitto! Continueremo a farci sentire nei prossimi mesi finché i governi non attueranno politiche realmente capaci di contrastare il cambiamento climatico".
A Torino anche Cgil, Cisl, Uil sono scese in piazza al fianco dei ragazzi e delle ragazze che lottano contro il cambiamento climatico e per assicurare un pianeta migliore alle future generazioni. "Il clima impazzito, il territorio insicuro, la siccità, le alluvioni ed eventi estremi che flagellano il nostro Paese dimostrano che non c’è tempo da perdere e che sono necessari interventi urgenti. Inoltre, va considerato che il cambiamento climatico e l'inquinamento non sono solo problemi ambientali, ma coinvolgono processi che possono minare la coesione sociale e creare forti diseguaglianze", scrivono in una nota le sigle sindacali.
Forte partecipazione anche a Milano , tanti ragazzi milanesi sono scesi in strada diretti verso piazza XXIV Maggio. In apertura del corteo, uno striscione con scritto "Free Palestine = climate justice". Arrivati davanti alla sede Enel in via Carducci, gli attivisti hanno messo in scena fatto un flash mob, accendendo alcuni fumogeni ed esponendo un altro striscione con scritto "Boicotta Enel = climate justice".
Molto partecipato anche il corteo a Genova dove una 22enne, scesa in piazza a fianco di una 88enne agguerrita e combattiva, ha attaccato anche i governanti locali del martoriato capoluogo ligure: "L'idea di città che vogliamo è quella di una città sostenibile dal punto di vista ambientale e umano, ha rispetto per le persone, per la loro salute fisica e mentale, e questo non può essere separato dalla tutela del nostro pianeta. Gli spazi verdi non ci sono e i soldi pubblici vengono spesi per opere che non porteranno alcun beneficio alla popolazione né economico né di benessere quotidiano. Noi chiediamo che vengano fermati progetti come lo Skymetro, che mette a rischio una falda acquifera, o come il rigassificatore di Vado, e che invece si investa nella transizione ecologica. Bisogna investire nel benessere dei cittadini e non in progetti di facciata da far vedere ai turisti come la funivia del Lagaccio che non porta benefici al trasporto pubblico alla popolazione ma solo ai crocieristi che possono arrivare a Forte Begato senza passare dalle periferie. La nostra è una generazione che vede un ragazzo su 5 che soffre di attacchi di ansia e uno su quattro di depressione, ed è problematico per la nostra salute mentale doversi interfacciare ogni giorno con persone più grandi che hanno deciso di sacrificare il nostro futuro per il profitto".
A Firenze decine di giovani ambientalisti si sono riuniti in presidio davanti la sede del Consiglio regionale della Toscana insieme ai collettivi studenteschi e agli operai dell'ex Gkn di Campi Bisenzio, per chiedere interventi urgenti per contrastare il cambiamento climatico. È stato posizionato davanti all'ingresso del palazzo un grande striscione con scritto “Dalle fabbriche alle scuole convergenza climatica”. Edoardo Falchini, attivista di Fridays for future di Firenze, ha spiegato che la manifestazione è stata promossa per "ricordare l'urgenza della crisi climatica e quanto poco tempo abbiamo per agire. Alla politica chiediamo l'intervento pubblico sull'industria dell'energia rinnovabile e della mobilità sostenibile, oltre a questo chiediamo una mobilità più sicura all'interno della città di Firenze, infatti sosteniamo la campagna 'Firenze 30' che farebbe di Firenze una città più sostenibile per pedoni e ciclisti". Alessandro Tapinassi, operaio Gkn, ha detto che il Collettivo di fabbrica ha aderito "in convergenza con le altre forze ambientaliste anche per parlare della nostra proposta per la reindustrializzazione perché non possiamo essere lasciati soli in questo modo. Noi cerchiamo di fare una reindustrializzazione ma è davvero difficile perché ci stanno perfino sabotando".
A Napoli forti proteste contro il G7 che proprio a Capri ha chiuso i battenti il 19 aprile. Particolarmente attivi gli studenti. Il corteo, partito da Piazza Garibaldi alle 9.30, ha attraversato corso Umberto, fermandosi tra gli altri davanti all'ingresso della facoltà di Giurisprudenza dell'Università Federico II, i manifestanti hanno esposto striscioni di solidarietà agli studenti della Sapienza di Roma, anche loro in mobilitazione per chiedere la fine del genocidio in Palestina e per dire stop alle collaborazioni tra Italia e Israele. "Fuori la guerra dalle Università" e "End Fossil, End War" le scritte più gettonate sugli striscioni. Il corteo è poi ripreso in direzione di Piazza Municipio e del Porto di Napoli.
Alcuni manifestanti hanno tentato di raggiungere l'isola di Capri con un traghetto per protesta contro i governanti imperialisti, ma sono stati prontamente fermati prima dell'imbarco e manganellati dalle "forze dell'ordine" della Meloni e di Piantedosi, a loro va tutta la solidarietà militante del PMLI e de "Il Bolscevico". Per fortuna nessun ferito grave. Un manifestante ha affermato: “È il G7 dei mandanti del genocidio del popolo Palestinese, le grandi potenze sedute sull’isola azzurra sono le dirette responsabili dell’economia di guerra verso la quale ci stanno spingendo. Gli scenari di guerra allargati e globali che stanno prendendo forma sono per noi irricevibili e preoccupanti”. Si legga l'articolo a parte che denuncia i manganelli di Meloni usati contro i manifestanti antiG7 a Napoli.
Una straordinaria giornata di lotta contro i cambiamenti climatici, contro le guerre imperialiste e contro il nero governo Meloni, notiamo una maturazione del movimento in termini di combattività,in grado di coinvolgere partiti, associazioni, sindacati e anche di merito, visto che viene attaccato sempre con maggiore forza il profitto delle multinazionali e dei monopoli.
In effetti è proprio la legge del massimo profitto capitalistico, la legge fondamentale del capitalismo dell'era dei monopoli,ossia dell'imperialismo, la causa dei cambiamenti climatici e di ogni altra disgrazia per le masse e la natura.
Per questa ragione, come abbiamo detto con la "Lettera aperta alle ambientaliste e agli ambientalisti", Documento dell'Ufficio Politico del PMLI del 15 marzo del 2019, nello stringerci a loro nella lotta continuiamo a rivolgere loro l'appello per la lotta contro il capitalismo e per il socialismo, per noi infatti soltanto con la conquista del socialismo è possibile liberarsi davvero di tutti i mali vecchi e nuovi del capitalismo, dai cambiamenti climatici passando per le guerre imperialiste fino al fascismo vecchio e nuovo, che oggi governa l'Italia nelle vesti femminili, democratiche e costituzionali della Meloni”. "Questo è il salto di qualità che vi chiamiamo a compiere: comprendere cioè che la battaglia per l’ambiente (così come tutte le altre che hanno temi sociali), non può rimanere imprigionata in questo modello economico che mette in secondo piano l'ambiente stesso, il clima, l’inquinamento e la salute pubblica, rispetto agli interessi privati dei colossi multinazionali dell’energia, dell’acqua e dei rifiuti poiché, perdurando il capitalismo, si ripeteranno nella sostanza e magari con tendenze alterne in base allo sviluppo delle mobilitazioni e delle lotte che le popolazioni saranno in grado di imbastire, gli accordi di Parigi o poco più, pomposi ma di facciata, poiché inutili e inapplicati, e mai risolutivi.
Il nostro appello è forte e sentito quanto chiaro e chiede a tutti voi di non disperdere le forze in un vicolo cieco, ma di legare la vostra apprezzabile lotta a quella più grande per realizzare una società veramente democratica nella quale siano le lavoratrici e i lavoratori, le masse pensionate, femminili e giovanili, a decidere tutto, incluso il modo di gestire le risorse naturali che abbiamo a disposizione; per noi questa società è il socialismo poiché solo esso è in grado di garantire un controllo popolare efficace e di liberare i cosiddetti “beni comuni" dalle grinfie delle multinazionali private, rendendoli effettivamente pubblici e gestiti in maniera oculata nell’interesse del popolo senza la devastante ricerca di profitto.
Uniamoci dunque per la tutela dell’ambiente, il miglioramento del clima mondiale, per il socialismo ed il proletariato al potere!”
Oggi è prioritario e imperativo in questo quadro unirsi per abbattere da sinistra e dalla Piazza il governo neofascista Meloni, prima che faccia ulteriori danni al nostro martoriato popolo e prima che possa trascinarlo in un nuovo terribile conflitto mondiale, contro il quale, se davvero scoppiasse, chiameremo il popolo italiano ad insorgere e alla guerra civile per impedirne la partecipazione dell'Italia.

24 aprile 2024