Genocido palestinese
In sei mesi a Gaza i nazisionisti hanno ucciso o ferito un bambino ogni 10 minuti
Nello stesso periodo oltre 10 mila i palestinesi arrestati e sottoposti "a diverse forme di crudeltà, torture, trattamenti disumani e degradanti". Tombe comuni con centinaia di cadaveri negli ospedali della Striscia ridotti in macerie. Il ministro sionista Gallant: "nessuno al mondo ci insegnerà cos'è la moralità e quali sono le norme"

Almeno 180 cadaveri di palestinesi uccisi dalle forze nazisioniste sono stati ritrovati il 19 aprile all'interno dell'ospedale Nasser di Khan Younis, nel sud di Gaza, distrutto e abbandonato a metà aprile dagli occupanti che già avevano raso al suolo il complesso di Amal, l'altro principale ospedale della zona. E sono almeno 2.000 i civili considerati dispersi secondo quanto reso noto dalla Protezione civile della Striscia che ha già constatato la “presenza di fosse comuni all'interno del Complesso medico Nasser”. La cronaca del genocidio palestinese che non si è fermato, riprende da qua, dal servizio di al Jazeera che documentava il recupero dei corpi, molti di donne e bambini, sepolti in una fossa comune dall'esercito occupante.
La santa alleanza imperialista schierata a sostegno dei nazisionisti non ha esitato a entrare in guerra il 13 aprile per difendere il regime di Tel Aviv dalla motivata reazione dell'Iran all'attacco israeliano contro il suo consolato a Damasco e ha tentato di trasformare in una falsa vittima gli autori del genocidio palestinese e della lunga sequenza di crimini di guerra a Gaza e in Cisgiordania, di violazioni del diritto internazionale in Libano, Siria e Iran. L'imperialismo americano si è distinto ancora una volta nel ruolo di cane da guardia degli interessi nazisionisti e propri e senza ricorrere alla farsa del ruolo di finto mediatore recitata da sei mesi ha bloccato senza indugi col veto al Consiglio di sicurezza dell'Onu la richiesta di promuovere la Palestina da osservatore a membro a pieno titolo dell'organizzazione internazionale, in ciò affiancato da Gran Bretagna e Svizzera che si sono astenute. E a seguire ha dato via libera all'ennesima fornitura di armi per rimpolpare gli arsenali e gli obiettivi bellicisti dei nazisionisti che alimentano l'escalation del conflitto in Medioriente, una escalation che viaggia al momento col freno a mano tirato ma che comunque avanza per responsabilità dell'entità sionista. L'ennesima velina partita da Washington o da Tel Aviv, che è la stessa cosa, e pubblicata il 22 aprile dal Wall Street Journal annunciava il prossimo avvio del massiccio attacco via terra a Rafah, un attacco criminale per la durata di circa sei settimane contro l'oltre milione di profughi palestinesi rinchiusi nell'area. SI tratta di quella operazione più volte annunciata dai nazisionisti e che i paesi imperialisti fanno finta di voler scongiurare. Mentre il macellaio ministro della guerra sionista Yoav Gallant difendeva i crimini dell'esercito addestrato a eliminare i civili palestinesi con la frase "nessuno al mondo ci insegnerà cos'è la moralità e quali sono le norme". Non avevamo dubbi.
Un altro esempio dell'escalation cercata dai nazisionisti sono le comunicazioni del ministro degli Esteri di Tel Aviv, Israel Katz, che il 20 aprile postava su X un video dove si vedeva il Colosseo e il giorno seguente la Tour Eiffel sorvolati da missili e commentati con "i Guardiani della rivoluzione iraniana verranno presto in una città vicino a voi. Fermate i pasdaran prima che sia troppo tardi", per compattare il fronte imperialista occidentale a sostegno dell'entità sionista e soprassedere sul genocidio palestinese. Il 19 aprile aveva attaccato l'incontro fra il presidente turco Erdogan e il capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, invocando una crociata contro l'organizzazione dei Fratelli Musulmani, presente in molti paesi islamici e da cui proviene anche Hamas, e infamata come "Fratelli Musulmani: stupri, omicidi, profanazione di cadaveri e bambini bruciati". A dire il vero la descrizione dei crimini fatta dal ministro corrisponde in pieno casomai ai crimini di guerra commessi dal suo governo nazisionista a Gaza, come risulta dalle documentate denunce di Hamas e delle organizzazioni internazionali non ancora allineate alla campagna imperialista filosionista. E altrettanto accuratamente ignorate dagli ipocriti e collaborazionisti governi imperialisti dell'Ovest.
La responsabilità nazisionista sta nella cronaca e nell'aggiornamento delle cifre del genocidio palestinese che non si è certo fermato nelle ultime settimane. Ce lo ricorda il ministero della Sanità di Gaza che al 22 aprile ha aggiornato a 34.097 il numero dei morti e a 76.980 quello dei feriti in sei mesi.
Un bilancio aggravato dai recenti ritrovamenti di fosse comuni nel sud della Striscia a partire da quelle nel complesso dell'ospedale Nasser a Khan Yunis che per Hamas "riafferma la portata dei crimini e delle atrocità commesse dall'esercito di occupazione sionista" e ricorda quanto accaduto all'ospedale Al Shifa, il più importante nella parte nord, anche esso ridotto a un cumulo di macerie, dove l'1 aprile al termine dell'assedio delle truppe occiupanti è stata scoperta la prima di una serie di fosse comuni con un totale di oltre 400 corpi.
Del 18 aprile la forte denuncia del Direttore esecutivo dell'Unicef, Catherine Russell, sui bambini uccisi a Gaza in sei mesi, quasi 14.000, che rilanciava le cifre del rapporto presentato dal suo staff dopo una visita di due settimane a Gaza: sono stati almeno 12.000 quelli feriti, pari a una media di un bambino ucciso o ferito ogni 10 minuti in sei mesi dai nazisionisti a Gaza.
Dal report diffuso il 16 aprile dall’agenzia dell’Onu per l’Uguaglianza di genere (UN Women) risulta inoltre che in sei mesi a Gaza sono state uccise più di 10.000 donne, 6.000 delle quali hanno lasciato dietro di sé circa 19.000 bambini orfani.
Completa parzialmente il quadro dei crimini sionisti la denuncia contenuta nella ricerca effettuata dall’organizzazione al Mezan, una ong di Gaza parte del team legale che partecipa alla raccolta di documentazione per il fascicolo consegnato alla Corte penale internazionale, secondo la quale in sei mesi i nazisionisti hanno riempito le carceri con almeno 3.000 palestinesi di Gaza e 8.000 della Cisgiordania. Prigionieri politici e "tra loro donne, bambini, anziani, medici, infermieri, insegnanti, giornalisti. Questa aggressiva campagna di detenzione non ha precedenti, con detenuti soggetti a diverse forme di crudeltà, torture, trattamenti disumani e degradanti", sostiene il rapporto, una detenzione al di fuori della stessa legislazione giudiziaria sionista e al servizio del genocidio palestinese. A inizio aprile infatti era stata la lettera di un medico israeliano di stanza nel centro di detenzione di Sde Teiman che aveva confermato le testimonianze di decine di palestinesi sulle condizioni di vita disumane di detenzione che prevedevano braccia e gambe legate a catene di ferro, occhi bendati, alimentazione con le cannucce e altre costrizioni. Il medico raccontava di amputazioni agli arti rese necessarie per le conseguenze delle ferite dovute alle catene permanenti.
I paesi imperialisti dell'Ovest chiudono gli occhi sul genocidio palestinese, impegnati a riscrivere di fatto le leggi del diritto internazionale a favore dei nazisionisti, ultima vicenda quella di quando nessuno di loro ha condannato il raid al consolato iraniano a Damasco dell'1 aprile, una doppia violazione quella della distruzione di una sede consolare e in un altro paese sovrano, scivolata via come un atto di guerra qualsiasi, e si sono preoccupati solo di invitare l'aggredito Iran a reagire "con moderazione". All'Onu hanno sfrontatamente chiesto la punizione dell'Iran persino i nazisionisti che hanno appena arrogantemente ignorato la risoluzione 2728 che chiedeva un cessate il fuoco a Gaza perlomeno nel mese del Ramadan che terminava il 10 aprile. Nei vertici internazionali che si svolgevano il 17 e 18 aprile il copione imperialista si ripeteva sui documenti finali scritti con la carta carbone da quello del G7 dei ministri degli Esteri di Capri e financo da quello dei ministri delle Finanze e dei governatori centrali di Washington fino a quello del vertice straordinario della Ue imperialista.
L'ipocrisia imperialista riempie la campagna propagandistica a favore dei nazisionisti per coprire il loro genocidio del popolo palestinese. E non solo. Il vertice Ue non dimenticava di coprire anche le aggressioni al Libano, quando nel comunicato non diceva una parola del recente attacco di un drone di Tel Aviv contro un gruppo di osservatori dell'Onu, esprimeva un forte sostegno al Libano in difficoltà "a causa delle tensioni regionali (provocate da chi?,ndr)", e continuava a tacere quando i media libanesi denunciavano i sionisti per aver bombardato nel sud del paese, già di per sé una violazione della sovranità nazionale, con le bombe incendiarie al fosforo bianco. Negli ultimi sei mesi numerose organizzazioni locali e internazionali, tra cui Human Rights Watch, hanno denunciato l'uso di bombe al fosforo dei nazisionisti in Libano e nella Striscia di Gaza. L'uso delle armi al fosforo, in particolare contro zone civili, sarebbe vietato dal terzo protocollo della Convenzione delle Nazioni Unite sulle armi convenzionali ma anche in questo caso le leggi internazionali sono violate impunemente e di fatto riscritte a loro favore dai paesi imperialisti nelle loro aggressioni, dagli Usa che le hanno adoperate a Falluja in Iraq alla Russia a Bakhmut in Ucraina, ai nazisionisti in Libano e a Gaza.
Il 22 aprile con una nota Hamas denunciava che l'approvazione del nuovo pacchetto di aiuti militari degli Usa è un "sostegno che viola il diritto internazionale, è una licenza e un via libera al governo sionista per continuare la brutale aggressione contro il nostro popolo” e ribadiva che "continuerà la sua lotta e la resistenza finché non sconfiggerà l’occupazione e stabilirà il suo Stato palestinese indipendente e pienamente sovrano con Gerusalemme come capitale".

24 aprile 2024