Gli antifascisti celebrano il 25 Aprile in tutta Italia
La Meloni nel mirino dei manifestanti. A Roma i sostenitori di Israele lanciano sassi contro chi protesta per il genocidio sionista a Gaza e ai giornalisti
Corrispondenze sul 25 Aprile da Milano, Biella, Genova, Cesena, Valdisieve, Fucecchio, Perugia, Napoli e Catania dove era presente il PMLI

La Liberazione dal nazifascismo è stata celebrata in tutta Italia con centinaia di manifestazioni, dalle grandi città ai piccoli centri. Nelle piazze di tutto il Paese si è percepita una nuova consapevolezza rispetto al carattere neofascista dell'esecutivo guidato dalla ducessa Giorgia Meloni. Certo ancora insufficiente per spingere partiti e organizzazioni di massa democratiche e antifasciste a rompere gli indugi e ad alzare il tiro e la mobilitazione contro il governo, ma un segnale in questo senso c'è stato.
Le manganellate agli studenti, la repressione delle lotte sindacali e sociali più radicali, i tentativi di negare o limitare diritti come quello all'aborto, la censura contro gli oppositori del governo e di chi appoggia la lotta dei palestinesi, la volontà di portare fino in fondo lo stravolgimento in senso presidenzialista e federalista della Costituzione borghese del 1948 attraverso le controriforme sull'autonomia differenziata, della giustizia e in particolare con l'elezione diretta del Presidente del Consiglio, stanno aprendo gli occhi anche a chi negava l'evidenza e considerava quello della Meloni un governo come un altro, tutt'al più in continuità con quello precedente di Draghi.
Proprio alla vigilia del 25 Aprile la censura della Rai asservita al governo ha colpito lo scrittore Antonio Scurati, a cui è stato impedito di leggere un suo monologo ad una trasmissione di Rai 3 dove, tra le altre cose, puntava il dito contro l’attuale premier e contro la destra neofascista italiana che “non ha però mai ripudiato nel suo insieme l’esperienza fascista” né “il suo passato neo-fascista”, imboccando invece la via nel tentativo di “riscrivere la storia”. Scurati tra l'altro è noto per aver scritto una trilogia su Mussolini dove si critica duramente il Ventennio. Un po' troppo per questo governo di neofascisti che lo ha censurato, mentre molti intellettuali democratici sono usciti allo scoperto in difesa di Scurati attaccando il governo.
In questo 25 Aprile abbiamo inoltre avuto la riprova, anche se non ce n'era bisogno, che la festa della Liberazione non è la festa di tutti, ma soltanto degli antifascisti che nel corso della 2ª Guerra Mondiale contribuirono alla caduta del fascismo e alla cacciata degli occupanti nazisti dall'Italia, e ai nostri giorni di tutti coloro che si ispirano a quegli ideali. Non c'è quindi da meravigliarsi se la destra al governo rimane estranea al 25 Aprile, e in particolare la Meloni e gli esponenti di Fratelli d'Italia non riescano nemmeno a pronunciare la parola antifascista, perché non lo sono anzi, sono gli eredi del fascismo e lo hanno restaurato sotto nuove forme e nuovi vessilli nelle vesti femminili, democratiche e costituzionali.
Al secondo anniversario della Liberazione da quando sono al governo, hanno utilizzato le falsità e il revisionismo storico fascista contro la Resistenza in quantità industriale rilanciando i “crimini dei partigiani”, con il ministro Sangiuliano che alla vigilia del 25 Aprile ha avuto il coraggio di pretendere le scuse dall'Anpi per alcuni presunti omicidi perpetrati dai “partigiani comunisti”. Provocazioni non solo sul piano politico, ma anche su quello pratico, utilizzando la “Brigata ebraica” come portabandiera del sionismo nelle manifestazioni, allo scopo di creare tensioni per poi imbastire una campagna mediatica contro gli “agitatori rossi antisemiti” e chiedendo la scomunica contro chi ha bruciato in piazza un manifesto elettorale della Meloni o una bandiera israeliana, mentre si legittima la censura, le manganellate ai pro Palestina e si sostiene Israele che ha già trucidato 35mila palestinesi.
La “Brigata ebraica” fu un corpo di volontari ebrei provenienti dalla Palestina, allora sotto Mandato britannico, che raggiunse il numero di 5mila effettivi inquadrati nell'esercito del Regno Unito che sul finire della guerra, nel 1945, combatté sul fronte italiano, adesso ne rimane un centro studi con sede a Milano. È quindi del tutto strumentale l'uso che se ne fa il 25 Aprile. In particolare quest'anno abbiamo visto come, assieme ad alcuni esponenti delle comunità ebraiche, dietro i loro striscioni si raggruppino personaggi come Calenda e i Radicali della Bonino con le bandiere di Israele e della Nato quando va bene, oppure dei veri e propri squadristi com'è successo a Roma.
Nella capitale i manifestanti filo Israeliani e pro Palestina si sono ritrovati a pochi metri di distanza a Piazzale Ostiense, davanti Porta San Paolo. In mattinata gli esponenti che sostenevano i sionisti si sono presentati al grido di “Israel-Israel”, scatenando la tensione con il presidio contro il genocidio a Gaza. Ad un certo punto dalle file dei primi è partito un lancio di sassi e di barattoli di mais e piselli scagliati come proiettili contro gli antifascisti, che hanno colpito anche un giornalista e un cameraman. Tra i filo sionisti si sono notati in prima fila gruppi con i simboli degli ultras della Lazio (notoriamente di orientamento fascista) e della squadra inglese gemellata del West Ham. Una ragazza che aveva la kefiah al collo e stava salendo in motorino è stata circondata da una decina di uomini, come ella stessa ha raccontato, che gli hanno avvolto intorno, insultandola, una bandiera israeliana.
Sempre a Piazzale Ostiense, poche ore dopo è arrivato il corteo organizzato dall'Anpi, a cui hanno aderito partiti politici e i sindacati Cgil-Cisl e Uil, oltre a tante associazioni come Arci, Emergency, Friday for future e le organizzazioni studentesche. Sul palco anche Roberto Salis, padre dell'antifascista Ilaria, incarcerata a Budapest dal sodale della Meloni, Orban. Vi hanno partecipato alcune migliaia di persone, entrate in piazza al canto di Bella Ciao, intonata all'unisono da tutto il corteo. Nel pomeriggio, nella periferia ovest della capitale, nelle zone popolari di Centocelle e Quarticciolo, come avviene da alcuni anni, si è svolto un altro combattivo corteo con alcune migliaia di manifestanti, organizzato dai sindacati di base, centri sociali e comitati di quartiere, con una notevole partecipazione giovanile.
In Lombardia, oltre a quella imponente di Milano di cui scriviamo a parte, di notevole importanza la manifestazione di Bergamo, con migliaia di partecipanti, una parte dei quali ha fischiato molti dei discorsi ufficiali pronunziati dal palco. A Bologna (si veda l'articolo relativo) tanta partecipazione e slogan contro il genocidio attuato da Israele, contro il fascismo e il governo. Polemica pretestuosa dei neofascisti di Fratelli d'Italia che hanno accusato “i manifestanti di sinistra”, di essere “liberticidi” per aver bruciato qualche manifesto elettorale della Meloni, cosa che è avvenuta anche in altre città come Napoli.
Piazza Signoria a Firenze gremita come non si vedeva da anni. La manifestazione si è aperta con la lettura del monologo di Scurati (come in molte piazze italiane) da parte dell'attore Stefano Massini. In mezzo a tanti cartelli anche bandiere palestinesi e uno striscione con scritto “Gaza è un genocidio”. Anche a Napoli, come a Roma e in altre città, ci sono state due manifestazioni distinte, entrambe partecipate. Qualche tensione a Torino alimentata, come nel resto d'Italia, dalla volontà di voler circoscrivere gli interventi alle sole figure istituzionali negandola, come accaduto quest'anno, a chi voleva denunciare con forza il genocidio messo in atto dai sionisti israeliani.
Di seguito pubblichiamo le corrispondenze sul 25 Aprile da Biella, Genova, Cesena, Valdisieve, Fucecchio, Perugia, Napoli e Catania dove era presente il PMLI, nonché quella relativa a Bologna.

1 maggio 2024