Si mette in tasca un profumo senza pagarlo, era già successo altre volte
Fassino ladro?
Eppure piangeva miseria per il suo stipendio d'oro da parlamentare

Lo scorso 15 aprile Piero Fassino, deputato del Pd con una notevole carriera politica alle spalle prima nel Pci revisionista, poi nei Ds e infine nel Partito Democratico, è stato fermato vicino a un negozio duty free all'interno dell'aeroporto romano di Fiumicino – dove doveva imbarcarsi per Strasburgo – mentre si allontanava dall'esercizio commerciale dopo aver fatto scivolare sulla sua tasca un profumo del valore di oltre 100 euro.
Fermato dagli addetti alla sicurezza e subito condotto negli uffici della polizia di Stato dell'aeroporto, Fassino sarebbe stato riconosciuto da due di essi come autore di altrettanti furti, il primo avvenuto il 22 dicembre dell'anno scorso e il secondo il 27 marzo scorso, ma in questi due casi l'uomo politico non è mai stato fermato.
Scattata la denuncia in seguito alla quale l'uomo politico è stato iscritto nel registro degli indagati della procura di Civitavecchia per il reato di furto, Fassino dovrà presumibilmente essere ascoltato dal Pubblico Ministero sull'accaduto, e certamente saranno ascoltati anche gli altri addetti al duty free e visionati i filmati delle telecamere di sorveglianza, allo scopo di ricostruire l'accaduto.
Intervistato da Repubblica sul fatto, Piero Fassino, dopo aver precisato che il profumo era destinato a sua moglie, ha dichiarato: “sto vivendo giorni di enorme malessere. In vita mia non ho mai rubato nulla. Tanti anni di attività politica, di gestione della cosa pubblica e un malinteso rischia di oscurare tutto ”.
Certo, è indispensabile non farsi infinocchiare dall'aspetto mite e bonario di Piero Fassino per indagare, invece, quale è il pensiero riguardo ai beni della vita del politico torinese, quale è la sua opinione riguardo al proprio reddito e alla sua soddisfazione riguardo al proprio tenore di vita.
Il pensiero di Fassino riguardo al proprio reddito e alla sua soddisfazione riguardo al proprio tenore di vita è stato espresso lo scorso 2 agosto a Montecitorio – mentre si svolgeva la seduta per votare il bilancio della Camera e ci sono stati diversi ordini del giorno che hanno riguardato gli stipendi dei deputati – quando il politico torinese ha affermato che “4.718 euro al mese sono una buona indennità, ma non si tratta di stipendio d’oro ”.
È evidente che Fassino mentiva sapendo di mentire mentre dava, letteralmente, questi numeri, perché faceva riferimento soltanto all'indennità e non poteva non sapere che i deputati hanno diritto a un’indennità netta mensile di 5.000 euro oltre a una diaria di 3.503,11 euro e a un rimborso per spese di mandato di 3.690 euro, cui si aggiungono 1.200 euro annui di rimborsi telefonici e da 3.323,70 fino a 3.995,10 euro ogni tre mesi per i trasporti. Per cui i componenti della Camera, della quale Fassino è membro, si mettono in tasca mensilmente in media 13.971,35 euro, oltre a diversi altri benefici, senza considerare l'assegno di fine mandato del quale beneficiano deputati e senatori, che è pari all’80% dell’importo mensile lordo dell’indennità moltiplicato per il numero degli anni di mandato effettivo.
Il suo stipendio, quindi, può e deve essere considerato d'oro perché è almeno dieci volte più alto di uno stipendio di un operaio o di un impiegato che si aggira sui 1.300 o 1.400 euro al mese, mentre quello di una commessa o di un addetto alle pulizie spesso non arriva neppure a 1.000 euro.
Quanto al patrimonio di Fassino, si consideri che egli è stato deputato ininterrottamente dal 1994 al 2011 e poi dal 2018 fino ad oggi, è stato sindaco di Torino dal 2011 al 2016, è stato poi più volte ministro e sottosegretario in costanza di mandato parlamentare e che sua moglie, Anna Maria Serafini con la quale è sposato dal 1993, è stata ininterrottamente deputata dal 1987 al 2001 e senatrice dal 2006 al 2013.
Nell’ultima dichiarazione dei redditi di Piero Fassino disponibile online, quella del 2023 relativa all'anno 2022, Fassino aveva dichiarato un reddito complessivo pari a 159.340 euro, mentre in quella del 2022 relativa all'anno 2021 aveva dichiarato 163.420 euro. La dichiarazione del 2018 relativa all'anno 2017, quando ancora Fassino non aveva fatto ritorno alla Camera dopo l’esperienza come sindaco di Torino, aveva comunque fatto registrare un reddito complessivo pari a 137.206 euro, per cui stiamo parlando di un milionario e, se si considerano anche i redditi maturati nei decenni di attività parlamentare dalla moglie, di una famiglia di milionari.
Così, analizzando sia i redditi di Fassino sia l'insoddisfazione espressa per il suo stipendio da lui considerato inadeguato, si comprende che egli vive letteralmente – come del resto tutti i signori del Palazzo una vita dorata e tuttavia ha la faccia tosta di piangere miseria, quella stessa faccia tosta con cui nega di aver mai rubato in aeroporto quantunque sia stato colto più di una volta con le mani nel sacco.

8 maggio 2024