Mentre i nazizaristi russi occupano altri paesi dell’Ucraina orientale
Sventato piano russo per assassinare Zelensky
Morti o feriti ogni giorno quasi 900 militari russi
Zelensky reclama "Decisioni tempestive e adeguate sulla difesa aerea dell'Ucraina, fornitura tempestiva di armi ai nostri soldati”

Nonostante la disparità delle forze militari in campo l'esercito putiniano non riesce a schiacciare e annientare la resistenza ucraina. Ecco perché ricorre a ogni mezzo, oltre ai bombardamenti terroristici delle città, al reclutamento e dispiegamento di nuove unità militari nella regione e alle manovre con armi nucleari lungo i confini con l'Ucraina. Secondo quanto ha riportato il media inglese Guardian il servizio di sicurezza ucraino Sbu avrebbe scoperto una rete di agenti russi che complottavano per assassinare Volodymyr Zelensky e altri funzionari governativi. La rete russa era alla ricerca nella cerchia di militari addetti alla sicurezza del presidente ucraino persone che potessero prenderlo in ostaggio e poi ucciderlo. Due funzionari dell'Amministrazione per la Sicurezza dello Stato, riporta Ukrainska Pravda, sono stati denunciati per tradimento e complicità in un attacco terroristico. Oltre a Zelensky, i russi intendevano eliminare il capo della Sbu Vasily Malyuk, il capo della Gur Kirill Budanov e altri funzionari di alto rango. Il capo della Sbu Vasily Malyuk afferma che una cerchia ristretta di persone era a conoscenza di questa operazione speciale per smascherare gli agenti nemici. Secondo lui l'attacco terroristico avrebbe dovuto essere "un regalo a Putin per il suo insediamento". In particolare, secondo i servizi segreti, gli agenti intendevano uccidere Budanov prima di Pasqua.
Il 4 maggio Oleksandr Syrskyi, il Comandante delle Forze armate ucraine, ha fatto un lungo rapporto al presidente Zelensky sulla difficile situazione al fronte. Anche il capo dell'intelligence della Difesa ucraina Kyrylo Budanov ha tenuto una relazione sul tema. "Siamo consapevoli di tutti gli aspetti della situazione attuale", ha sottolineato il presidente ucraino su X: "Decisioni tempestive e adeguate sulla difesa aerea dell'Ucraina, fornitura tempestiva di armi ai nostri soldati: questo è ciò di cui abbiamo bisogno in questo momento per proteggere vite umane. Solo questa settimana i terroristi hanno compiuto più di 380 attacchi contro le nostre città e regioni", ha proseguito Zelensky, citando le regioni di Kharkiv, Chernihiv, Sumy, Donetsk, Zaporizhzhia, Mykolaiv, Kherson e Odessa. "E questo succede ogni settimana di questa guerra", ha aggiunto. "Il terrore russo quotidiano e deliberato contro le persone, le nostre città e i nostri villaggi può essere fermato. I partner dispongono di tutti i sistemi necessari, di tutte le armi necessarie affinché l'Ucraina possa proteggere la vita. Grazie a tutti i leader e gli Stati che comprendono che la pronta consegna e la piena attuazione degli accordi è ciò che protegge non solo gli ucraini, ma anche ogni nazione che potrebbe essere presa di mira dal terrorismo russo".
Il 28 aprile il ministero della Difesa russo aveva reso noto che le sue forze hanno preso il controllo di un villaggio a circa 10 chilometri a Nord di Avdiivka, nella regione Ucraina orientale di Donetsk. Dopo la fallita controffensiva militare ucraina della scorsa estate, le forze russe hanno preso l'iniziativa, a febbraio hanno occupato Avdivka e poi hanno continuato ad avanzare gradualmente in Ucraina orientale, approfittando del ritardo negli aiuti occidentali a Kiev. Nell'ultima settimana questa situazione è peggiorata dopo l'improvvisa avanzata dell'esercito russo verso la città di Ocheretyne, un'altura strategica a nord-ovest di Avdiivka e la cattura di diverse città. Inoltre, continuano ad avanzare in direzione di Chasiv Yar, la cui eventuale occupazione consentirebbe all'esercito russo di minacciare le roccaforti ucraine di Sloviansk e Kramatorsk, fondamentali per il controllo della regione di Donetsk. Le forze armate russe hanno altresì preso il controllo del villaggio di Novobakhmutivka, sempre nell'oblast di Donetsk.
Il 29 aprile il comandante delle forze armate ucraine aveva lanciato l’allarme sulla situazione in prima linea del suo esercito, peggiorata a causa dei molteplici attacchi russi. Oleksandr Syrskyi ha detto che le forze ucraine si sono ritirate dalle posizioni nella regione orientale di Donetsk.
Il 2 maggio il Ministero della Difesa russo ha annunciato di aver preso il controllo di altri due villaggi situati vicino a Avdiivka. Secondo quanto riferito in una nota citata dai media russi, le truppe di Mosca hanno conquistato Berdychie e Ocheretyne. La notizia arriva mentre Kiev continua ad aspettare l'arrivo della maggior parte degli aiuti militari americani che di recente sono stati approvati dal Congresso americano. Fonti militari ucraine, citate dall'agenzia Dpa, hanno precisato che ora gli scontri più pesanti nel Donetsk si registrano nelle zone di Pokrovsk e Kurakhove.
Meno pessimisti del capo dell’esercito ucraino, sono gli analisti dell’Istituto per lo studio della guerra (ISW). Le recenti conquiste russe a nord-ovest di Avdiivka hanno spinto le forze ucraine a ritirarsi da altre posizioni lungo la linea del fronte a ovest della città, ma questo non si è tradotto in guadagni tattici da parte delle truppe russe: secondo l'ISW è improbabile che le forze russe riescano a penetrare in profondità nell'area nel breve termine.
La media giornaliera di 899 soldati russi morti e feriti in Ucraina il mese scorso è stata in linea con quella registrata dall'inizio del 2024, ma è probabile che questo livello aumenterà di nuovo nei prossimi due mesi in seguito alla ripresa dell'offensiva nell'Est del Paese: lo scrive invece il ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento di intelligence. Il previsto aumento, si legge nel rapporto pubblicato su X, dovrebbe giungere dopo un leggero calo del ritmo delle operazioni negli ultimi due mesi seguito alla caduta di Avdiivka, nella regione di Donetsk. Secondo il ministero della Difesa britannico, dall'inizio della guerra le perdite russe hanno superato quota 465.000. "È probabile che, nonostante l'estremo costo in termini di vite umane, la Russia abbia adattato appieno le sue forze armate alla guerra di logoramento che si basa sulla massa piuttosto che sulla qualità - conclude il rapporto -. Questa dipendenza dalla massa quasi certamente continuerà per tutta la durata della guerra in Ucraina e avrà effetti duraturi su futuro esercito della Russia".
Al 30 aprile la Russia ha perso 468.720 soldati in Ucraina dall'inizio della guerra, il 24 febbraio 2022. Lo ha riferito il 30 aprile lo Stato maggiore delle forze armate ucraine. Secondo il rapporto , la Russia ha perso anche 7.307 carri armati, 14.046 veicoli corazzati da combattimento, 16.109 veicoli e serbatoi di carburante, 12.011 sistemi di artiglieria, 1.053 sistemi di razzi a lancio multiplo, 779 sistemi di difesa aerea, 348 aerei, 325 elicotteri, 9.531 droni, 26 imbarcazioni e un sottomarino.
Nello stesso giorno la Russia ha attaccato Odessa con le micidiali bombe a grappolo. Lo ha denunciato l'Ufficio del procuratore ucraino, secondo cui si tratta di "un'arma indiscriminata che può causare molte vittime tra la popolazione civile". I frammenti di questi ordigni sono stati trovati entro un raggio di 1,5 chilometri dal sito dell'impatto. La Procura ha allegato un video alla nota di denuncia, nel quale si vedono anche le esplosioni provocate da un missile balistico Iskander, che hanno causato la morte di cinque persone e ferito altre 30.
La città di Chasiv Yar, in Ucraina orientale, bombardata per mesi dalle forze russe, oggi appare completamente carbonizzata, come mostra il 2 maggio un filmato ripreso da un drone e pubblicato dall'Associated Press, citata da Unian. Gli edifici sono carbonizzati, solo la cupola dorata della chiesa è intatta, ma l'edificio è stato gravemente danneggiato. La cattura totale della città consentirebbe all'esercito del Cremlino "il controllo della collina da dove attaccare la spina dorsale della difesa ucraina". "La distruzione sottolinea la tattica della terra bruciata che la Russia ha utilizzato durante più di due anni di guerra", scrive Ap.
Per il giornale di Odessa "I costanti attacchi terroristici delle forze russe alle città ucraine fanno parte di una strategia conosciuta nel Cremlino come ‘creare una zona sanitaria’. In realtà, questa strategia mira a espellere gli ucraini dai territori che Putin ha rivendicato nel suo discorso in Crimea. Molti – continua il quotidiano ucraino - si chiedono perché città come Kharkiv e Odessa, dove c'è sempre stata un'alta percentuale di ucraini russofoni, siano prese di mira così spietatamente. Perché bombardare Nikopol mentre cancella le città della regione di Donetsk dalla faccia della terra? La risposta è semplice. Nell'immaginazione febbrile della cricca del Cremlino, che hanno abbracciato le idee della ‘pace russa’, i Kharkoviti, gli Odessiti, gli abitanti di Nikopol o Zaporizhzhia sono visti come ‘traditori’. Non si aspettavano davvero una feroce resistenza dagli ucraini, specialmente in queste regioni”.
Sul piano diplomatico il 27 aprile Mosca ha ribadito che non ci sono i presupposti per negoziare con Kiev, quindi l'operazione militare speciale in Ucraina continua. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, come riportato dalla Tass. "Al momento non ci sono i prerequisiti per i negoziati, perché tutti comprendono e conoscono la posizione dell'Ucraina sulla non accettazione di qualsiasi negoziato. Pertanto, l'operazione militare speciale continua", ha detto il rappresentante del Cremlino. Allo stesso tempo, Peskov ha affermato che la posizione del presidente russo Vladimir Putin è "ben nota". "L'ultima volta che ne ha parlato è stato durante una conversazione con il presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko", ha ricordato Peskov, che ha inoltre osservato che "la posizione russa è coerente". L'11 aprile, ha ricordato Tass, Putin e Lukashenko hanno avuto colloqui al Cremlino, poi il capo dello Stato russo ha nuovamente sottolineato che la Russia non ha mai abbandonato la risoluzione pacifica delle controversie ed è sempre stata propensa a questa particolare opzione per risolvere il conflitto. Il presidente della Bielorussia ha osservato che gli accordi di Istanbul, sviluppati nella primavera del 2022, potrebbero servire come punto di partenza per i negoziati per risolvere la crisi ucraina. Quegli accordi capitolardi che volevano costringere ad accettare lo status quo dei territori occupati dai nazizaristi russi.
Per Cecilia Strada, candidata alle europee come capolista nel Nord-Ovest per il PD, intervenendo in radio a “L’Attimo fuggente” di Luca Telese, “L’invio delle armi all’Ucraina non ha funzionato. Dopo due anni dall’inizio della guerra, se fosse bastato il sostegno militare e l’invio delle armi, staremmo festeggiando l’Ucraina in pace, invece stiamo ancora contando i morti. Dalla guerra se ne esce solo col negoziato: dopo due anni è il tempo del cessate il fuoco”. Belle parole, quelle di Cecilia Strada, che tuttavia contengono diversi errori e non colgono minimamente la realtà del conflitto. L’invio di armi ha funzionato perché ha consentito all’Ucraina di resistere ed esistere ancora. Salvando così milioni di ucraini dalla dittatura nazizarista, dalle deportazioni, dalle fosse comuni. Perché è quello che sta succedendo nelle aree occupate dai russi. In parte lo ammettono loro stessi, in parte lo abbiamo visto nelle aree liberate dagli ucraini, grazie alle armi. La storia insegna che nelle guerre totali, quelle che coinvolgono per intero tutti gli apparati delle nazioni belligeranti, non si è mai usciti con un negoziato ma soltanto con la capitolazione di una delle due parti. Il regime di Putin ha come obiettivo la sottomissione dell’intera Ucraina. Lo dicono, con più o meno ferocia, i vari esponenti del governo russo. Il falco nazizarista Medvedev in testa. È chiaro che un accordo di “pace”, un cessate il fuoco, non cambierebbe il punto di vista del regime russo e verrebbe utilizzato solo per prendere tempo, armarsi e riattaccare più ferocemente tra qualche mese o anno. Soprattutto se un accordo di pace che dovrebbe prevedere il riconoscimento dei territori conquistati con la forza dai russi. Insomma si reclama una finta pace oggi per trovarsi nel caos bellico e nell’anarchia imperialista domani con la fine del diritto internazionale faticosamente costruito dopo la seconda guerra mondiale. È ovvio che la guerra fa ribrezzo ma fa più ribrezzo vivere da schiavi sotto una dittatura imperialista. Gli ucraini lo sanno ed è per questo che combattono. Come lo sapevano anche i nostri partigiani contro il nazifascismo. L'invio delle armi ha funzionato male perché l'Occidente le ha inviate col contagocce, per non “umiliare" Putin, permettendogli così di massacrare l'Ucraina, che resiste, per non perdere i suoi territori. Nessuno, né il papa, né chicchessia ha il diritto di imporle una resa. Per noi, lo ribadiamo, la pace è possibile solo con la vittoria dell’Ucraina libera, indipendente, sovrana, integrale.

8 maggio 2024