Elezioni comunali 2024
Perché Firenze sia governata dal popolo e al servizio del popolo ci vuole il socialismo. ASTIENITI
Non votare i partiti borghesi al servizio del capitalismo. Diserta le urne, annulla la scheda o lasciala in bianco.
Delegittimiamo le istituzioni rappresentative borghesi
Creiamo le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo

Documento del Comitato provinciale di Firenze del PMLI
I dieci anni di amministrazione PD con il sindaco Dario Nardella non hanno portato alcun beneficio per le masse popolari fiorentine. Le condizioni dei lavoratori, dei giovani e delle donne, sono decisamente peggiorati a livello nazionale e di riflesso anche nella città del Giglio.

Una Firenze distante anni luce dai bisogni delle masse popolari
L’aumento sproporzionato dei prezzi dell’energia e del costo della vita in generale, hanno reso la vita impossibile anche alle masse popolari fiorentine - come a quelle di tutto il resto d’Italia del resto -, facendo diventare questa città una fra le più care in assoluto del panorama nazionale. Una città per il turismo ricco, assolutamente fuori portata per operaie ed operai, lavoratori, studentesse e studenti, pensionati poveri, per i quali l’amministrazione Nardella non ha mosso un dito.
Sulla linea di quanto fatto dal suo predecessore e “amico” ex piddino Matteo Renzi, Nardella ha contribuito affinché gli investimenti pubblici abbiano continuato ad andare dritti nelle tasche degli imprenditori che stanno letteralmente comprandosi Firenze, finendo per favorire il “business-turistico” piuttosto della qualità della vita dei fiorentini.
Si continuano, ad esempio, a costruire studentati di lusso senza preoccuparsi del diritto allo studio per i fuori sede, così come si continua a promuovere una cementificazione selvaggia in ogni angolo di suolo utilizzabile, ignorando le richieste della popolazione: se al posto del nuovo cantiere Esselunga si fosse davvero realizzato un giardino come chiedevano i residenti della zona, ci saremmo risparmiati anche i 5 morti della vergognosa strage del 16 febbraio.
Anche in questo campo, quello dei controlli sul lavoro, l’amministrazione comunale ha fatto orecchie da mercante, senza intervenire nelle criticità che sono evidenti quali il ricorso specialmente in alcuni settori quali quello edile ma non solo, di lavoratori in nero, in condizioni di caporalato e di scarsissima - per non dire inesistente - formazione e sicurezza. Eppure anche la partecipazione e la solidarietà espressa dalle masse popolari della nostra città alla lotta dei lavoratori ex-GKN di Campi Bisenzio, è l'esempio lampante di quanto attenti e generosi ai temi del lavoro siano migliaia di operaie e operai, lavoratrici e lavoratori, studentesse e studenti. Questa lotta, i loro artefici diretti guidati dal Collettivo e l'enorme perimetro di solidarietà ricevuto, hanno tracciato una precisa indicazione, una via da percorrere verso il diritto al lavoro, che però è stata ignorata fin da subito dall'amministrazione Nardella che l'ha liquidata con qualche frammentaria dichiarazione di circostanza.
Tornando ai giovani, Firenze registra la pressoché totale assenza di spazi pubblici aggregativi, sportivi e culturali per i giovani e per i giovanissimi, limitando l'offerta ai soli locali dove sballarsi e bere.
In relazione ai trasporti, anche se una ulteriore linea della tramvia è in costruzione, in città i trasporti urbani pubblici rimangono insufficienti e incapaci di ridurre il traffico delle auto nella misura in cui ci sarebbe bisogno, sia per la qualità della vita dei fiorentini, sia per le note questioni di carattere ambientale. Per non parlare dei prezzi sempre più alti dei mezzi di trasporto pubblici; ciò infatti rappresenta un deterrente anziché uno stimolo ad usarli alleggerendo traffico ed inquinamento.
In spregio alla forte e motivata contestazione al faraonico e sciagurato progetto di sottoattraversamento TAV, la “talpa” ha ricominciato a scavare.

Meno servizi sociali, meno lavoro, ma più repressione e militarizzazione della città
L’amministrazione Nardella si è contraddistinta per una intransigente politica repressiva a tutela della tanto sbandierata (anche dalla destra) “sicurezza”, intensificando il pattugliamento della città reclutando “volontari”, confermando l’operazione “Strade sicure” che di fatto si traduce con presidi di militari armati davanti ai luoghi cosiddetti “sensibili”. Nardella, oltre ad aver ampliato di 50 agenti il corpo di polizia municipale, ha addirittura chiesto al governo Meloni una disponibilità di ulteriori 200 unità fra carabinieri e polizia da utilizzare sul territorio. La giunta Nardella ha anche istituzionalizzato i “Comitati di controllo di vicinato” coinvolgendo gruppi di abitanti al fianco della polizia municipale per un controllo ancora più capillare del territorio.
E così gli sgomberi abitativi dei senza tetto da immobili in disuso, così come i controlli polizieschi intimidatori al centro sociale “Leone” di San Frediano, sono all’ordine del giorno, così come i pestaggi durante le manifestazioni studentesche. Centinaia di migliaia di euro spesi in questo modo che si uniscono a quelli che sono serviti all’installazione di telecamere di controllo sparse in tutta la città contro “la microcriminalità”. Ma il disagio sociale non lo si combatte con la repressione e con il controllo, ma dirottando risorse pubbliche in politiche sul lavoro, abitative, sociali e sociosanitarie oggi sempre più scadenti e rarefatte, prevenendo la povertà e le ingiustizie sociali ed economiche, in modo tale che siano garantiti a tutti, italiani e immigrati.
Fra l’altro non possiamo dimenticare l’intervento reso poi un evento mediatico, dello “sceriffo” Nardella che ferma il giovane attivista di Ultima Generazione (poi oggetto di fermo e di perquisizioni a casa) durante l’imbrattamento con vernice lavabile di Palazzo Vecchio per denunciare la crisi climatica. Un peloso abbraccio all’inasprimento deciso dal governo neofascista Meloni circa le misure di contrasto al cosiddetto “vandalismo ambientalista” che in realtà non esiste; esiste invece una crisi climatica che le politiche neoliberiste nazionali e anche locali continuano ad aggravare nell’esclusivo interesse del capitale.

L’antifascismo che rimane solo sulla carta
Nonostante la salita al potere a livello nazionale del governo neofascista Meloni e il salto di qualità che la riabilitazione del fascismo ha fatto, l’atteggiamento della giunta Nardella è rimasto passivo, ridotto alle dichiarazioni di rito, assolutamente inadeguato a contrastarlo anche per difendere gli stessi diritti democratico borghesi a rischio.
In città si continua a celebrare istituzionalmente il “Giorno del ricordo”, cavallo di Troia del revisionismo storico, si continuano a legittimare le posizioni antistoriche delle associazioni degli esuli giuliano-dalmati da anni in mano esclusiva della destra più radicale, e non si torce un capello né alle sedi di Casaggì e di Casapound presenti sul territorio né alle loro iniziative anticostituzionali. Anzi, le si proteggono tollerandole, in barba alla Costituzione stessa alla quale si fa vuoto riferimento, alle leggi Mancino e Scelba, e alle proteste di piazza di coloro che non vogliono le sedi fasciste in città. A chiudere i covi neofascisti non ci si pensa nemmeno; ed è anche per questo motivo che poi si registrano anche a Firenze vere e proprie aggressioni fasciste, come il pestaggio degli studenti davanti al liceo Michelangiolo da parte dei “nuovi balilla”, sui quali Nardella ha tenuto una posizione di sostanziale ambiguità.
Così come questa amministrazione targata PD è ambigua sulla questione palestinese; neppure dopo mesi di morte e distruzione che il governo sionista di Israele semina a Gaza arriva una presa di posizione netta a favore della Resistenza palestinese e di tutte le forze che la compongono, mentre Nardella e company non perdono l'occasione di presentare il genocidio in corso come una conseguenza del 7 ottobre, dimenticando tutto ciò che è accaduto nei decenni precedenti. In questa ottica è vergognoso, fra l’altro che Marco Carrai, console di Israele e sostenitore anche di questi vili massacri, ricopra la carica di una fondazione prestigiosa come quella del Meyer, senza che nessuna istituzione ne chieda le dimissioni.

Il rischio Comando Nato
Non una parola infine - se non quelle di totale appoggio - sull’ipotesi che pare ormai una certezza, di installazione di un importantissimo comando Nato nell’area della caserma Predieri di Rovezzano; una collocazione sbagliata e pericolosa sia per la nostra posizione generale sulla Nato stessa, sia perché farebbe diventare Firenze un possibile bersaglio delle altre forze imperialiste internazionali in conflitto. Ma d’altra parte, l’appoggio a Israele sionista nel suo genocidio nei confronti del popolo palestinese appena citato, è un altro elemento che va in questa direzione.

L’evidente fallimento della giunta PD e la necessità di cambiare davvero
Quanto sopra esposto sinteticamente è la prova tangibile che l'amministrazione guidata dal piddino Nardella ha fallito, ed è distante anni luce dagli interessi e dalle necessità delle masse popolari, così come lo è il regime neofascista consolidato dal nero governo Meloni e di tutto il sistema capitalistico, incapace di risolvere i problemi della popolazione e artefice principale del loro progressivo aggravio.
Se il proletariato e le masse popolari fiorentine vogliono conquistare la giustizia sociale, devono distruggere questo sistema e costruirne uno radicalmente nuovo, che parta dalla conquista del potere da parte del proletariato e apra un nuovo scenario socialista. Questa è la nostra stella polare.

Scegliere il socialismo come reale alternativa
Nel frattempo, e a partire dalle prossime elezioni, pensiamo che serva a poco sostituire al volto odioso e neofascista dei candidati della destra, e a Stefania Saccardi, renziana di ferro di Italia Viva, i candidati della “sinistra” borghese a partire da Sara Funaro, delfina di Nardella che viene sostenuta oltre che dal PD anche da Sinistra Italiana, già assessora al Welfare e Sanità, all’Accoglienza e all’Integrazione, ed alla Casa e Pari Opportunità del comune di Firenze. Campi, fra l’altro, che mostrano importanti ed evidenti criticità nel panorama cittadino.
Sono invece marginali le proposte di Alessandro De Giuli con la lista “Firenze Rinasce”, di Andrea Asciuti del “Movimento Indipendenza” del fascista già ex-sindaco di Roma Gianni Alemanno, di Francesco Zini (Firenze Cambia), dell'imprenditore ex-IDV Giovanni Fittante (Anima Firenze 2030) e della destra Francesca Marrazza (Ribella Firenze).
Il Movimento 5 Stelle ha auspicato fortemente che l'Associazione 11 Agosto di Tomaso Montanari riuscisse nell'intento di convogliare su di sé gli organismi di “centro-sinistra” in un’unica grande lista facente perno su antifascismo e Costituzione borghese, che strizzasse l'occhio ai movimenti, e capace di battere elettoralmente sia la destra unita che il PD, dove poter trovare albergo e tentare di rilanciarsi. Ma alla fine non è stato così e, dopo aver trattato fino all'ultimo istante col PD per un accordo che piaceva alla metà dei suoi dirigenti, correrà da solo.
È un errore pensare che la soluzione di tutti i mali sociali che affliggono Firenze passi attraverso il voto agli stessi pentastellati, inglobati a tutto tondo nel sistema capitalistico, oppure a “Firenze Democratica” di Cecilia Del Re, assessora all’Urbanistica del comune di Firenze fino allo scorso marzo, o ancora dando fiducia a “Sinistra progetto comune” il cui candidato sindaco Dmitrij Palagi, già braccio destro di Antonella Bundu, si presenta come espressione della parte più avanzata, antifascista e anticapitalista dei fiorentini, ai quali propone però il confino all’interno della gabbia delle istituzioni borghesi e capitaliste in camicia nera.
In realtà, presentando proprie liste o appoggiandone altre, di fatto queste forze continuano a coprire a sinistra il regime e spargono illusioni parlamentariste, governative, riformiste e costituzionali fra l’elettorato di “sinistra” alimentando la menzogna che un vero cambiamento sia possibile attraverso queste istituzioni rappresentative borghesi ormai marce, irrecuperabilmente fascistizzate e completamente inservibili a un qualsiasi uso da parte del partito del proletariato e delle masse popolari. In questo modo essi tengono intrappolati nell’elettoralismo una parte importante dell’elettorato di sinistra che avrebbe invece bisogno di liberarsi completamente da queste catene e agire liberamente sul fronte della lotta di classe e di piazza.
Ecco perché chiediamo alle elettrici e agli elettori di sinistra di svincolarsi dalle briglie istituzionali, di combattere unitariamente sui temi che affliggono la popolazione attraverso il fronte unito e la piazza chiunque sia il sindaco che vincerà le elezioni ed il partito che lo appoggia quando farà scelte sbagliate e antipopolari, e di scegliere pertanto l’astensionismo come voto dato ad una idea di società socialista e al PMLI che la rappresenta.
D’altra parte anche sul piano elettorale, al di là dei tatticismi e dalle inconsistenti sfumature, ci sono solo due scelte: o con il capitalismo, qualsiasi sia il partito che lo rappresenta anche se travestito di rosso, oppure col socialismo ed il partito che si batte per esso.
 

La nostra piattaforma di lotta
Vi proponiamo di seguito una sintetica piattaforma rivendicativa che non è una nota elettorale ma un programma di lotta, attorno al quale creare fronti uniti e movimenti rivendicativi nel merito delle questioni più urgenti ed importanti.
 
OCCUPAZIONE E LAVORO
Lavoro stabile, a salario intero, a tempo pieno e sindacalmente tutelato per tutti i disoccupati.
Opporsi alla chiusura e alla riduzione delle ultime fabbriche del nostro territorio.
Ricollocazione di chi ha perso il lavoro e chi è in cerca di prima occupazione con corsi gratuiti per la formazione dei disoccupati introducendo un nuovo sistema di collocamento pubblico che sostituisca le multinazionali di lavoro interinale.
Regolarizzare i precari comunali e togliere il blocco del turn-over.
No obbligatorio all’apertura dei supermercati e dei negozi nelle giornate del 25 Aprile e del 1° Maggio.
 
GIOVANI, STUDENTESSE E STUDENTI
No agli sgomberi degli spazi sociali autogestiti e occupati.
Destinare parte degli immobili comunali esistenti, recuperando i numerosi dismessi, per la realizzazione e il finanziamento di Centri giovanili autogestiti, di strutture sociali, ricreative, culturali e sportive pubbliche.
Ristrutturazione e messa in sicurezza di tutti gli edifici scolastici pubblici, agli asili alle università.
Stop alla costruzione degli studentati di lusso e realizzazione di un piano che porti alla realizzazione in tempi rapidissimi di studentati pubblici e gratuiti per gli studenti e le studentesse a basso reddito.
 
DONNE
Adeguamento della rete dei consultori, alle reali esigenze di quartiere, autogestiti dalle e dagli utenti, per l’istituzione di un’informazione ed educazione sessuale, all’affettività e alle differenze nelle scuole di ogni ordine e grado che non sia gestita da gruppi e associazioni palesemente omofobe, antifemminili, antiabortiste, ma che sia scientifica, democratica, rispettosa delle identità e delle differenze di genere.
Bandire concorsi per soli medici e infermieri non obiettori.
Divieto di ingresso ai volontari delle associazioni antiabortiste nei consultori ai quali si rivolgono le donne che intendono abortire.
Finanziare adeguatamente i centri antiviolenza, che devono essere autogestiti dalle donne, e rafforzare la rete delle case pubbliche che possano ospitare donne oggetto di violenza di genere che sono impossibilitate a procurarsi un nuovo alloggio.
 
PER UNA VITA SOCIALE DEMOCRATICA E ANTIFASCISTA
Sciogliere i gruppi neofascisti e chiudere immediatamente i loro covi.
Obbligo per l’amministrazione comunale di verificare prima della concessione di qualsiasi spazio pubblico le dichiarazioni di antifascismo necessarie per ottenere tali spazi.
Rendere effettiva l’applicazione della XII disposizione transitoria della Costituzione e le leggi Scelba e Mancino in materia di antifascismo.
Eliminare la tassa comunale per l’occupazione del suolo pubblico per iniziative politiche, sindacali, culturali e sociali senza fini di lucro.
No all’installazione del Comando Nato alla caserma Predieri, né a Firenze né altrove.
 
MIGRANTI
Sanatoria generalizzata per tutti gli immigrati sprovvisti di permesso di soggiorno.
Riconoscimento di pari diritti sociali, civili e politici per tutti gli immigrati.
Corsi di lingua italiana gratuiti istituiti dal comune nelle scuole pubbliche per ragazzi e adulti nelle diverse fasce orarie.
Adeguate presenze di medici per gli “stranieri temporaneamente presenti” in tutti i presidi sanitari.
 
AZIENDE PUBBLICHE, AMBIENTE E SERVIZI SOCIALI E SANITARI
Scioglimento di tutte le aziende partecipate comunali, e nuova gestione pubblica con controllo popolare di tutti i servizi.
No all’ampliamento dell’aeroporto di Peretola.
No al sottoattraversamento TAV di Firenze e alla stazione Foster. Destinare i fondi stanziati per la TAV al potenziamento della rete ferroviaria regionale e interregionale.
No alla costruzione degli inceneritori perché dannosi per la salute e per l’ambiente e costosi. Potenziare la raccolta differenziata, ridurre gli imballaggi e la produzione di oggetti di materiale non riciclabile, con l’obiettivo dei “rifiuti zero”.
Incentivare la mobilità sostenibile e disincentivare quella su gomma. Aggiornare il parco mezzi pubblici con esclusiva alimentazione elettrica.
Gli stipendi percepiti da sindaco, assessori, manager e alti funzionari di comune e aziende partecipate (straordinari e benefit compresi) non devono superare il tetto pari al triplo dei salari medi degli operai dell’industria.
Bloccare la svendita degli immobili comunali.
Riconvertire e restituire alla collettività le aree privatizzate e sottratte all’uso comune.
Divieto di affittare ai privati spazi pubblici della città, inclusi immobili di pregio e musei.
Finanziare una fitta rete di servizi sociali pubblici a basso costo autogestiti dalle masse.
No ai bonus comunali da spendere per servizi e scuole private.
Coprire totalmente i costi dell’assistenza per anziani poveri, con immediata erogazione dei sostegni economici e garanzia di posti nelle strutture assistite.
Realizzare centri aggregativi per gli anziani capillarmente in ogni quartiere
 
CASA
Chiudere Casa Spa.
Rendere efficiente la gestione e la manutenzione delle abitazioni popolari a Firenze sotto il controllo diretto degli assegnatari.
Soddisfare il fabbisogno abitativo popolare attraverso il riuso e il risanamento di vecchi edifici in disuso pubblici e privati, l’utilizzo delle case sfitte pubbliche e private e la costruzione di nuove case popolari, senza clausole miranti all’esclusione di immigrati e Rom.
Adeguati contributi economici agli indigenti per pagare l’affitto.
 

I COMITATI POPOLARI - LE ISTITUZIONI RAPPRESENTATIVE DELLE MASSE CHE VOGLIONO IL SOCIALISMO
Come dimostrano i fatti nel capitalismo è impossibile che i governi comunali siano in mano al popolo e al suo servizio. Questo può avvenire solo nel socialismo, dove la gestione dei governi comunali, regionali e centrali è in mano al proletariato e al popolo. Date le condizioni oggettive e soggettive del nostro Paese, il socialismo non è dietro l’angolo, ma possiamo progressivamente avvicinarci ad esso se le avanguardie del proletariato, delle masse lavoratrici, pensionate, disoccupate, popolari, femminili e giovanili e le elettrici e gli elettori coscienti faranno propria questa proposta strategica e si uniranno al PMLI.
Tutto ciò anche a partire dal piano elettorale, astenendosi (disertando le urne, annullando la scheda o lasciandola in bianco) e creando in tutte le città e in tutti i quartieri le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, ossia le Assemblee popolari e i Comitati popolari basati sulla democrazia diretta.
Le Assemblee popolari devono essere costituite in ogni quartiere da tutti gli abitanti ivi residenti - compresi le ragazze e i ragazzi di 14 anni - che si dichiarano anticapitalisti, antifascisti, antirazzisti e fautori del socialismo e disposti a combattere politicamente ed elettoralmente le istituzioni borghesi, i governi centrale e locali borghesi e il sistema capitalista e il suo regime.
Ogni Assemblea popolare di quartiere elegge il suo Comitato popolare e l’Assemblea dei Comitati elegge, sempre attraverso la democrazia diretta, il Comitato popolare cittadino. E così via fino all’elezione dei Comitati popolari provinciali, regionali e del Comitato popolare nazionale.
I Comitati popolari devono essere composti dagli elementi più combattivi, coraggiosi e preparati delle masse anticapitaliste, antifasciste, che sostengono il socialismo eletti con voto palese su mandato revocabile in qualsiasi momento dalle Assemblee popolari territoriali. Le donne e gli uomini - eleggibili fin dall’età di 16 anni - devono essere rappresentati in maniera paritaria.
I Comitati popolari di quartiere, cittadino, provinciale e regionale e il Comitato popolare nazionale devono rappresentare il contraltare, la centrale alternativa e antagonista rispettivamente delle amministrazioni ufficiali locali e dei governi regionali e centrale.
 
Partito marxista-leninista italiano
Comitato provinciale di Firenze
 
Firenze, 1° Maggio 2024