Documento dell’Istanza regionale del PMLI
Perché il Piemonte sia governato dal popolo e al servizio del popolo, ci vuole il socialismo. Astenersi per delegittimare la nuova giunta e il regime capitalista neofascista

Anche in questa tornata elettorale l’Istanza regionale del PMLI invita il proletariato e le masse popolari piemontesi a non votare per i partiti borghesi che servono gli interessi del capitalismo, a delegittimare le istituzioni rappresentative borghesi attraverso l'astensionismo e a creare le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo
Le elezioni regionali dell’8 e 9 giugno in Piemonte, vedono cinque candidati alla presidenza, guidando un totale di 557 candidati distribuiti in tutte le province piemontesi, di cui 323 solo nel collegio di Torino.
Alberto Cirio , il presidente uscente, è il candidato della coalizione di “centro-destra”, composta da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati e dalla lista civica Piemonte Moderato e Liberale.
Gianna Pentenero è la candidata del “centro-sinistra”, sostenuta dal Partito Democratico, Alleanza Verdi e Sinistra, Lista Piemonte Ambientalista e Solidale, Stati Uniti d’Europa e dalla lista civica Pentenero.
Sarah Disabato si presenta con il Movimento 5 Stelle.
Francesca Frediani , nota per la sua opposizione alla TAV e ex consigliera del M5S, corre con Piemonte Popolare.
Alberto Costanzo , avvocato, è il candidato della lista Libertà, promossa da Cateno De Luca.
In questo scenario, è essenziale comprendere che le elezioni non rappresentano una vera scelta popolare, ma una conferma del dominio dei partiti borghesi. Il Piemonte, per essere realmente governato dal popolo e al servizio del popolo, ha bisogno di abbracciare il socialismo. Non votare per i partiti borghesi che perpetuano il sistema capitalistico e le sue ingiustizie. Delegittimiamo le istituzioni rappresentative borghesi astenendoci e lavoriamo insieme per creare istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo. Molte anticapitaliste e anticapitalisti in buona fede potrebbero storcere il naso di fronte alla nostra posizione intransigente, ritenendo che votare per Francesca Frediani possa rappresentare un’alternativa di opposizione reale considerate le sue posizioni di netto rifiuto alla TAV e il suo sostegno ad una politica economica a favore delle masse popolari piemontesi, che fa sembrare la sua candidatura possa offrire una speranza di cambiamento concreto. Tuttavia è essenziale analizzare questa scelta da una prospettiva marxista-leninista, per comprendere appieno le implicazioni di partecipare a elezioni che restano, in definitiva, nel quadro del capitalismo e delle istituzioni borghesi. Nonostante la buona volontà e le posizioni radicali di alcuni candidati, come la Frediani, il sistema elettorale e le strutture di potere esistenti sono intrinsecamente legati agli interessi della classe dominante borghese. Purtroppo la realtà dei fatti dimostra che i partiti borghesi, rappresentati anche dalle formazioni di “sinistra”, come Piemonte Popolare, sono strumentali nel perpetuare un sistema che privilegia gli interessi dei capitalisti a discapito delle masse lavoratrici. Le promesse elettorali e le campagne mediatiche servono principalmente a mantenere l’illusione di democrazia e partecipazione popolare, mentre in realtà le politiche attuate continuano a favorire le élite economiche oggi al potere.

LA GIUNTA CIRIO
Il presidente uscente Alberto Cirio ha ben dimostrato cosa possa realizzare una giunta con lo sguardo decisamente rivolto a destra. Nessun ostacolo alla precarietà del lavoro, anzi, come denunciato dalle organizzazioni sindacali, CGIL in testa, i tanto decantati risultati della creazione di migliaia di posti di lavoro sbandierati dall’assessore meloniano, Elena Chiorino, altro non sono, nella stragrande maggioranza dei casi, che posti di lavoro temporanei di alcune settimane, se non addirittura di alcuni giorni. Questa situazione è emblematicamente rappresentata dalla strage di cinque lavoratori di Brandizzo (Torino), dove l'insicurezza sul lavoro e le pessime condizioni dei contratti in subappalto hanno mostrato il volto più crudele del sistema capitalistico. La mancanza di sicurezza sul lavoro e la precarietà contrattuale non sono problemi isolati, ma sintomi di un sistema economico che pone il profitto al di sopra della vita e del benessere dei lavoratori. La proliferazione dei contratti a breve termine e il ricorso massiccio al subappalto non solo riducono la stabilità lavorativa, ma mettono a rischio la vita stessa dei lavoratori, rendendo sicurezza sul lavoro e buone retribuzioni un miraggio per migliaia di piemontesi.
La giunta di destra, sotto la guida di Cirio, ha dimostrato una totale incapacità o mancanza di volontà nel risolvere i problemi reali dei lavoratori. Le politiche adottate non hanno fatto altro che favorire il capitale e gli interessi delle grandi imprese. La deregolamentazione del “mercato del lavoro” e la riduzione delle tutele sindacali sono state accompagnate da una retorica di "creazione di posti di lavoro" che, nella realtà, si è tradotta in un aumento della precarietà e dell'insicurezza. Sul fronte dell’edilizia pubblica, il Piemonte è stato scosso da eventi che mettono in luce l'influenza e la persistenza di ideologie reazionarie nelle istituzioni regionali. Merita ricordare lo scandalo dei simboli fascisti nella sede dell'ATC Piemonte Nord per mano del presidente Luigi Songa. La presenza di un busto di Mussolini e di un portachiavi del MSI nel suo ufficio, oltre agli apprezzamenti nei confronti dell’organizzazione neofascista Casapound, che evidenzia una preoccupante connivenza con ideologie fasciste che dovrebbero essere condannate senza riserve. Questo episodio non è solo un oltraggio alla memoria storica e ai valori antifascisti, ma anche un chiaro segnale dell'infiltrazione di estremisti fascisti nelle istituzioni pubbliche.
A peggiorare la situazione vi è la legge regionale caldamente voluta dall’assessore leghista Chiara Caucino, nota come “Prima i Piemontesi”. Questa legge ostacola l’assegnazione delle case popolari a chi si sia recentemente trasferito in Piemonte per studio o lavoro. Si tratta di una normativa che discrimina apertamente chi cerca di stabilirsi nella regione, creando barriere per i più vulnerabili e favorendo politiche di esclusione piuttosto che di integrazione. La legge “Prima i Piemontesi” è un esempio lampante di come le politiche di destra mirino a dividere la classe lavoratrice, alimentando la xenofobia e la discriminazione. Ostacolare l'accesso alle case popolari ai nuovi arrivati crea un ambiente di esclusione e precarietà, colpendo duramente chi si trova già in condizioni svantaggiate.
L'odio di questa amministrazione regionale nei confronti dei centri sociali e di aggregazione è palese. Decine di luoghi pubblici, che per decenni hanno rappresentato il fulcro del ritrovo di migliaia di giovani e dove venivano soddisfatte alcune necessità delle masse popolari, sono stati brutalmente sgomberati. Uno dei principali artefici di questa campagna repressiva è stato l'assessore Maurizio Marrone. La sua azione contro i centri sociali si è manifestata con particolare virulenza contro il Centro sociale Askatasuna di Torino. Questo centro, da decenni, si batte per costruire legami sociali effettivi all’interno del quartiere Vanchiglia. Il lavoro svolto da Askatasuna è stato fondamentale per creare uno spazio di inclusione e solidarietà, dove i giovani e le masse popolari possono incontrarsi, organizzarsi e dare voce alle proprie esigenze. I centri sociali come Askatasuna non sono solo luoghi di ritrovo, ma veri e propri punti di riferimento. Offrono spazi di dibattito politico, attività culturali e sociali, supporto mutualistico e progetti di autogestione. Sono baluardi di resistenza contro la mercificazione degli spazi pubblici e contro la desertificazione sociale promossa dalle politiche neoliberiste. La politica di sgomberi portata avanti da Marrone e dall’amministrazione regionale mira a distruggere luoghi di resistenza e di aggregazione, cercando di spezzare i legami di solidarietà che si sono creati nel tempo. L'obiettivo è chiaro: isolare le compagne e i compagni più attivi politicamente, rendere difficile l’organizzazione collettiva e, in ultima analisi, reprimere ogni forma di dissenso.
Negli ultimi cinque anni, l'opposizione del Partito Democratico all’attuale giunta regionale del Piemonte non si è minimamente fatta sentire. Avrebbe dovuto coinvolgere i sindacati, gli studenti e le masse popolari ma è stata del tutto inesistente, incapace di scaldare gli animi dei piemontesi e di mobilitarli nella lotta per i loro diritti. Il Partito Democratico ha fallito nel fornire un'opposizione vigorosa e incisiva alle politiche della giunta di destra. Non si è vista una mobilitazione significativa per una sanità pubblica di qualità né per scuole pubbliche che mettano realmente gli studenti al centro del loro percorso di studi. Le politiche reazionarie nei confronti dei diritti delle donne e dei migranti non hanno trovato un'adeguata resistenza da parte del PD, che ha mostrato una voce flebile e inadeguata.
Il Movimento 5 Stelle non ha mantenuto la promessa di "aprire Palazzo Lascaris come una scatola di tonno". Le grandi promesse di trasparenza e di cambiamento si sono rivelate vuote, lasciando solo parole per un futuro indefinito. La mancanza di azioni concrete e di una strategia efficace per contrastare le politiche repressive e neoliberiste ha evidenziato l’incapacità del M5S di rappresentare una vera alternativa politica al regime capitalista neofascista.

COME ORGANIZZARE LA LOTTA
Per costruire un'opposizione efficace, è fondamentale coinvolgere direttamente le masse popolari, i sindacati e gli studenti. Solo attraverso una mobilitazione di massa possiamo costruire un fronte unito capace di resistere alle politiche repressive e di promuovere un cambiamento radicale. È essenziale creare spazi di dibattito e organizzazione dove i lavoratori, i giovani e tutti i settori oppressi possano incontrarsi, discutere e pianificare azioni comuni. Un'opposizione radicale deve lottare per una sanità pubblica di qualità, che sia accessibile a tutti e non subordinata agli interessi del profitto. Le scuole pubbliche devono essere difese e potenziate, garantendo che gli studenti siano realmente al centro del processo educativo. La lotta per i diritti delle donne e dei migranti deve essere una priorità, opponendosi fermamente a qualsiasi forma di discriminazione e repressione.
La mancanza di un’opposizione efficace dimostra la necessità di costruire un'alternativa politica basata sui principi del socialismo. Solo attraverso la costruzione di un movimento rivoluzionario possiamo sperare di sfidare seriamente il sistema capitalistico e creare una società giusta ed equa. È tempo di abbandonare le promesse vuote e di costruire un movimento per il socialismo. E' tempo che i fautori del socialismo e i rivoluzionari si uniscano nel PMLI.

PROPOSTE DEL PMLI PER IL LAVORO
Il PMLI propone una serie di misure volte a contrastare la deindustrializzazione del Piemonte e a promuovere il lavoro stabile, a salario intero, a tempo pieno e sindacalmente tutelato per tutti i disoccupati e lavoratori:
1) Combattere la deindustrializzazione e la delocalizzazione
Impedire la deindustrializzazione del Piemonte e la delocalizzazione delle lavorazioni, che portano all'impoverimento della regione e alla chiusura delle aziende. Adozione di politiche a sostegno dell'industria locale, incentivando la produzione interna e contrastando l'esternalizzazione delle attività produttive.
2) Abolizione del lavoro precario
Opposizione al lavoro precario in tutte le sue forme, vietare alle pubbliche amministrazioni di assumere interinali e precari per il lavoro di routine. Questo garantirà maggiore stabilità e sicurezza occupazionale per i lavoratori, contribuendo a ridurre la precarietà nel “mercato del lavoro”.
3) Estensione della raccolta differenziata dei rifiuti porta a porta
Il PMLI propone di estendere la raccolta differenziata dei rifiuti porta a porta in tutto il Piemonte. Questa misura non solo contribuirà a migliorare l'ambiente e la salute pubblica, ma creerà anche nuove opportunità di lavoro nel settore ambientale. In questo modo si aumenterà sensibilmente l'occupazione, riducendo la dipendenza da grandi investimenti in strutture dannose per l'ambiente.
4) Creazione di un coordinamento per il lavoro
Il PMLI propone di creare un coordinamento per il lavoro che funga da punto di riferimento per i disoccupati, i precari e i lavoratori delle aziende in crisi. Questo coordinamento faciliterà il confronto e la solidarietà tra i lavoratori, offrendo supporto e risorse per affrontare le difficoltà legate all'occupazione. Sarà un'organizzazione di difesa dei diritti dei lavoratori e di promozione di politiche occupazionali che favoriscano la stabilità e il benessere dei lavoratori piemontesi.

PROPOSTE DEL PMLI PER CASA E URBANISTICA
Il PMLI presenta una serie di proposte mirate a garantire alloggi dignitosi per tutti, contrastare la speculazione edilizia e promuovere uno sviluppo urbano sostenibile:
1) Stop ai progetti speculativi e riutilizzo del patrimonio edilizio
Il PMLI propone di fermare i progetti speculativi in corso e di recuperare il patrimonio edilizio e le aree dismesse o in via di dismissione per convertirle in alloggi popolari e in edifici pubblici destinati a centri sociali, culturali e ricreativi. Questa politica mira a soddisfare le esigenze abitative della popolazione e a promuovere la socializzazione e la partecipazione dei giovani e della comunità.
2) Sospensione immediata del TAV e ripristino ambientale della Valsusa
Il PMLI chiede l’immediato e definitivo blocco totale del progetto del TAV e chiede di ripristinare la situazione ambientale in Valsusa. Questa misura è finalizzata a proteggere l'ambiente e a preservare il territorio dai danni causati da progetti infrastrutturali non sostenibili e dannosi per la comunità.
3) No alla contrattazione e cessione a privati delle aree da ristrutturare
Il PMLI si oppone alla contrattazione e alla cessione a privati delle aree da ristrutturare, che spesso favoriscono interessi speculativi a discapito delle necessità abitative della popolazione. Questa politica mira a preservare il controllo pubblico sulle aree urbane e a garantire che la riqualificazione urbana sia orientata al bene comune.
4) Salvaguardia e sviluppo dell'edilizia pubblica popolare
Il PMLI propone di salvaguardare e sviluppare l'edilizia pubblica a basso costo, garantendo l'accesso a alloggi dignitosi per le fasce più vulnerabili della popolazione. Questa misura è finalizzata a contrastare la gentrificazione e l'esclusione sociale nel settore abitativo.
5) Divieto di sfratto senza adeguata alternativa abitativa
Il PMLI intende vietare gli sfratti fino a quando non sia stata trovata un'adeguata abitazione alternativa per gli interessati. Questa politica mira a proteggere i diritti degli inquilini e a garantire che nessuno resti senza tetto a causa di procedure di sfratto.
6) Contributi economici agli indigenti per il pagamento dell'affitto
Il PMLI prospetta che le amministrazioni comunali forniscano contributi economici agli indigenti per pagare l'affitto, integrando quelli statali. Questa misura è finalizzata a garantire un alloggio dignitoso per tutti e a ridurre il rischio di senza tetto nella popolazione più vulnerabile.

RIVENDICAZIONI GENERALI DEL PMLI
Il Partito marxista-leninista italiano presenta una serie di rivendicazioni generali volte a promuovere una politica economica e sociale centrata sul soddisfacimento dei bisogni della classe operaia e delle masse popolari piemontesi:
1) Indipendenza economica e sociale
Il PMLI rivendica una politica finanziaria, economica e sociale svincolata dai parametri imposti dall'Unione Europea, ponendo al centro il soddisfacimento dei bisogni economici, sociali, previdenziali, assistenziali e formativi della classe operaia e delle masse popolari piemontesi. Questo implica la promozione di politiche che favoriscano la crescita economica e l'equità sociale, senza subire vincoli esterni.
2) Piani straordinari di sviluppo e occupazione
Il PMLI propone piani straordinari di sviluppo e per l'occupazione, basati sulla modernizzazione infrastrutturale e industriale del Piemonte, nonché sul potenziamento del sistema pubblico scolastico, sanitario, previdenziale e dei servizi sociali. Questo includerebbe anche investimenti nel campo della tutela ambientale, della formazione professionale e dell'inserimento al lavoro.
3) Ammodernamento delle reti ferroviarie
Il PMLI chiede piani di sviluppo e di ammodernamento delle reti ferroviarie, nazionali, interregionali e regionali, con particolare attenzione al servizio di trasporto dei pendolari. Questo mira a migliorare l'efficienza e l'accessibilità dei trasporti pubblici, riducendo la dipendenza dall'automobile e promuovendo la mobilità sostenibile.
4) Potenziamento del trasporto pubblico urbano ed extraurbano
Il PMLI avanza piani di sviluppo e di ammodernamento del trasporto pubblico urbano ed extraurbano nelle città piemontesi, con l'obiettivo di ridurre l'inquinamento e l'impatto ambientale. Questo include il potenziamento delle reti di trasporto pubblico, l'introduzione di tecnologie più pulite e sostenibili, e tariffe accessibili per tutti i cittadini.
5) Aumento della spesa sociale e riduzione delle disuguaglianze
Il PMLI chiede di aumentare la spesa sociale in Piemonte, con l'obiettivo di raggiungere e superare i livelli medi europei. Questo include investimenti nei servizi pubblici, nell'istruzione, nella sanità, nell'assistenza sociale e nelle politiche per l'occupazione, al fine di ridurre le disuguaglianze e promuovere il benessere delle masse popolari piemontesi.
6) Risanamento delle periferie urbane e dei quartieri popolari
Il PMLI chiede di dare priorità, con finanziamenti sufficienti, al risanamento delle periferie urbane e dei quartieri popolari nelle città piemontesi. Questo mira a migliorare le condizioni abitative e sociali delle fasce più vulnerabili della popolazione, riducendo la segregazione e promuovendo la coesione sociale.
7) Tariffe accessibili e servizi pubblici senza scopo di lucro
Il PMLI propone prezzi popolari e gratuiti per luce, gas, acqua, trasporti e smaltimento dei rifiuti, con particolare attenzione agli indigenti. Inoltre, le aziende dei settori relativi non dovrebbero perseguire scopi di lucro, ma piuttosto garantire servizi di qualità e accessibili a tutti.
Le rivendicazioni generali del PMLI per il Piemonte mirano a promuovere una politica economica e sociale orientata al benessere delle masse popolari e alla riduzione delle disuguaglianze, attraverso politiche di investimenti nei servizi pubblici, potenziamento dei trasporti pubblici e tariffe accessibili.
Tutti i mali che affliggono il proletariato, le masse popolari, femminili e giovanili, a cominciare dallo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, dai bassi salari, dalla disoccupazione, dai tagli alla scuola e alla sanità pubblica, dipendono dal capitalismo sostenuto e servito dai partiti di destra, di centro e di “sinistra” borghesi. Nessuno di essi mette in discussione il capitalismo italiano e la sua integrazione europea. Tantomeno mettono in discussione la cornice borghese costituzionale italiana, peraltro ampiamente scavalcata da destra ed in frantumi da tempo attraverso le leggi costituzionali e le controriforme politiche, economiche e sociali, antisindacali, antiprecari e piduiste.
Il punto politico e strategico di fondo per i marxisti-leninisti italiani è invece quello di non accettare l’esistenza del capitalismo, a prescindere che il servo di turno si chiami Meloni, Salvini o Schlein, Conte, Calenda, Renzi o Fratoianni. I marxisti-leninisti intendono abbattere il capitalismo e conquistare il socialismo. Questo, lo sappiamo fini troppo bene, non sarebbe mai possibile per via elettorale, parlamentare, governativa, legale, costituzionale e pacifica.
Per il bene del popolo il capitalismo, questo mostro che rende schiave le masse popolari di tutti i Paesi del mondo, dev’essere abbattuto e l’unico modo per fare ciò è la conquista del potere politico da parte del proletariato.
Facciamo appello alla classe operaia, ai giovani, ai precari, ai disoccupati, ai pensionati, a tutti gli anticapitalisti e fautori del socialismo a non votare i partiti borghesi e del regime capitalista, compresi quelli falsi comunisti e il Movimento 5 stelle, ad abbandonare ogni illusione elettorale, parlamentare, governativa, riformista, costituzionale e pacifista, ad astenersi (disertando le urne, annullando la scheda o lasciandola in bianco) considerandolo come un voto dato al socialismo e al PMLI.
Il voto astensionista marxista-leninista è un’aperta dichiarazione di guerra al capitalismo e di schieramento militante col socialismo, che delegittima, isola, indebolisce e disgrega le istituzioni rappresentative borghesi e i partiti che le appoggiano e ne fanno parte.
L’impegno dell’astensionista marxista-leninista non può certo finire col voto, va continuato giorno dopo giorno, senza mai stancarsi, battendosi in prima fila nella lotta di classe nelle fabbriche, nei campi, nelle scuole, nelle università, nelle piazze.
Sul piano politico e organizzativo ciò non è però sufficiente. Da tempo proponiamo all’elettorato di sinistra fautore del socialismo, quindi anche a chi non è astensionista, di creare in tutte le città e in tutti i quartieri le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, ossia le Assemblee popolari e i Comitati popolari basati sulla democrazia diretta.
Le Assemblee popolari devono essere costituite in ogni quartiere da tutti gli abitanti ivi residenti - compresi le ragazze e i ragazzi di 14 anni - che si dichiarano anticapitalisti, antifascisti, antirazzisti e fautori del socialismo e disposti a combattere politicamente ed elettoralmente le istituzioni borghesi, i governi centrale e locali borghesi e il sistema capitalista e il suo regime.
Ogni Assemblea popolare di quartiere elegge il suo Comitato popolare e l'Assemblea dei Comitati elegge, sempre attraverso la democrazia diretta, il Comitato popolare cittadino. E così via fino all'elezione dei Comitati popolari provinciali, regionali e del Comitato popolare nazionale.
I Comitati popolari devono essere composti dagli elementi più combattivi, coraggiosi e preparati delle masse anticapitaliste, antifasciste, fautrici del socialismo eletti con voto palese su mandato revocabile in qualsiasi momento dalle Assemblee popolari territoriali. Le donne e gli uomini - eleggibili fin dall'età di 16 anni - devono essere rappresentati in maniera paritaria.
I Comitati popolari di quartiere, cittadino, provinciale e regionale e il Comitato popolare nazionale devono rappresentare il contraltare, la centrale alternativa e antagonista rispettivamente delle amministrazioni ufficiali locali e dei governi regionali e centrale.
 
Partito marxista-leninista italiano.Piemonte
Biella, 15 maggio 2024