Ennesima conferma che l’UE è un inferno per gli immigrati
Il parlamento e il Consiglio europei approvano il patto anti migrazione
Centri di detenzione ai confini, più rimpatri e meno diritti, cancellato il diritto di asilo, impronte e dati biometrici dai 6 anni

Dopo l’accordo politico con i governi dell’Unione europea del dicembre scorso, il Parlamento europeo aveva approvato il 10 aprile il testo legislativo che controriforma la politica europea sulla migrazione e l'asilo, mentre il 14 maggio è arrivata la ratifica del Consiglio europeo nell’ambito dell’ultima riunione dell’Ecofin, l’assise dei ministri dell’economia e delle finanze dei 27 paesi membri. Un vero e proprio patto anti migrazione, composto da 9 regolamenti e 1 direttiva, che conferma ancora una volta come l’UE sia antidemocratica e nemica dei popoli, un inferno per gli immigrati.
Si va da un esame più rapido delle domande di asilo, anche alle frontiere UE, e rimpatri più efficaci a nuove norme per l’identificazione all'arrivo; controlli sanitari e di sicurezza obbligatori per le persone che entrano irregolarmente nell'UE alla possibilità per i paesi UE di scegliere se accogliere i richiedenti asilo, stanziare contributi finanziari o fornire sostegno operativo, fino al meccanismo di risposta alle crisi e nuovo programma volontario per il reinsediamento dei rifugiati provenienti da paesi terzi.
Una volta approvate formalmente anche dal Consiglio, le leggi entreranno in vigore dopo essere state pubblicate nella Gazzetta ufficiale dell'UE e gli Stati membri avranno due anni di tempo per introdurre le modifiche nelle loro leggi nazionali. A partire dal 2026 essi dovranno dunque adottare procedure uniformi alle frontiere esterne, in modo da stabilire rapidamente se le domande di asilo siano fondate o meno. Fino a quando non verrà presa una decisione sulla richiesta di asilo, le persone saranno trattenute in campi di detenzione per un massimo di dodici settimane. Le persone che provengono da un Paese con un tasso di riconoscimento dello status di rifugiato inferiore al 20% saranno obbligatoriamente sottoposte a tale procedura, senza poter vedere esaminata la propria domanda su base individuale.
L’inasprimento delle norme riguarda soprattutto le persone provenienti da Paesi considerati relativamente sicuri, con l’obiettivo di facilitare e rendere più rapidi i rimpatri. Con l’ampliamento del concetto di Stato terzo sicuro, esiste inoltre il rischio concreto che le persone siano automaticamente rimpatriate in paesi come Iran, Afghanistan, Siria o Pakistan.
Il Patto prevede anche la riforma del sistema EURODAC con operazioni che mirano a identificare in maniera più efficace, schedando, oltre alle impronte digitali, le immagini del volto e altre informazioni personali. “Il Nuovo Patto sulla Migrazione e l’Asilo inaugura una nuova era mortale di sorveglianza digitale” – denunciano alcune organizzazioni aderenti a #ProtectNotSurveil coalition, che criticano il patto da una prospettiva digitale, guardando all’intersezione tra migrazione e digitalizzazione – “l’ampliamento dell’infrastruttura digitale per un regime di frontiera dell’UE basato sulla criminalizzazione e sulla punizione dei migranti e delle persone razzializzate” . Viene inoltre abbassata l’età minima dai 14 ai 6 anni, sottoponendo dunque a tali pratiche soggetti estremamente vulnerabili.
Siamo di fronte ad una svolta tragica per i diritti umani in Europa. I tanto acclamati valori di solidarietà, fratellanza, diritti, su cui l’Europa imperialista pretende di fondarsi spariscono nel buio non appena a dover essere tutelati sono gli “altri”, i non europei. L’approvazione del Patto è stata accompagnata da numerose proteste da parte delle Organizzazioni non governative e sottoposta a dure critiche. In una dichiarazione congiunta più di 160 organizzazioni della società civile avevano invitato i deputati al Parlamento europeo a votare contro questo patto. L’Italia ha votato favorevole su tutta la linea, contrario su diversi dossier il voto dell’Ungheria, della Slovacchia e della Polonia, che non contenti spingevano per testi ancora più esplicitamente razzisti e xenofobi.
La linea dell’UE è chiara e lampante e non sorprende se guardiamo agli ultimi anni delle sue politiche sulla migrazione: accordi bilaterali con governi reazionari e razzisti, finanziamento della guardia costiera libica, nessuna creazione di vie di accesso legali, militarizzazione ed esternalizzazione dei confini. Tutto questo diventerà una drammatica realtà, regolarizzata e normalizzata dal nuovo quadro giuridico.
Ciò che è certo è che il Patto non riuscirà a fermare le persone che si mettono in fuga. Secondo stime ufficiali, oltre che con la povertà e le guerre, con l’aggravarsi delle conseguenze del cambiamento climatico, le migrazioni andranno ad intensificarsi. Come evidenziato dall’International Displacement Monitoring Center nel “Report on international Displacement 2023”, il numero delle persone sfollate e costrette a migrare nel 2022 a causa di disastri naturali è stato di gran lunga superiore rispetto al numero di persone in fuga da conflitti e violenze. Tale numero è destinato a crescere esponenzialmente. Nel 2022 il numero di persone sfollate a causa di disastri è aumentato del 45% rispetto all’anno precedente.
In un momento storico come questo, l’approvazione di un patto repressivo e scellerato come quello approvato da Parlamento e Consiglio europei, che non tiene in considerazione le reali cause dell’immigrazione e si limita a detenere le persone migranti in condizioni disumane ai suoi confini esterni, è un atto privo di coscienza politica. A coloro che parlano, come hanno fatto anche la premier italiana Meloni o la presidente della Commissione UE von der Leyen, di un “giorno storico“ e di “vittoria“ e si affidano alla retorica “meglio un compromesso che nessun compromesso“, va ricordato che la dignità umana è inviolabile e i diritti non sono negoziabili. Ma soprattutto che occorre usare le prossime elezioni del parlamento europeo dell’8-9 giugno, per delegittimare l’Unione europea imperialista, astenendosi. L’UE è irriformabile, va distrutta. L’astensionismo è l’unico voto antimperialista e antirazzista, specie ora che l’UE si prepara militarmente alla guerra mondiale imperialista barricando le sue frontiere. Lottiamo per l’uscita dell’Italia dalla UE e per il socialismo.

22 maggio 2024