Presente anche il PMLI che diffonde tra l'altro l'editoriale di Giovanni Scuderi “La via maestra per cambiare l'Italia”
Oltre 10 mila manifestanti in corteo a sostegno degli operai ex Gkn
“Pagamento mensilità arretrate, commissariamento di Qf, legge regionale sui consorzi pubblici e reindustrializzazione”
Occupati i giardini della Regione

Dal nostro inviato
Dopo quasi tre anni di presidio e cinque manifestazioni a carattere nazionale, di cui tre organizzate negli ultimi cinque mesi, la lotta contro i licenziamenti e la delocalizzazione dello stabilimento degli indomiti lavoratori ex Gkn di Campi Bisenzio (Firenze) in assemblea sindacale permanete dal 9 luglio 2021 è più viva che mai.
Il 18 maggio oltre 10 mila manifestanti: operai, lavoratrici, pensionati, casalinghe, insieme a tantissimi giovani e giovanissimi studenti medi e universitari, precari, disoccupati, attivisti e tutta la rete di associazioni, comitati, sindacati di base, centri sociali, collettivi e partiti solidali, provenienti da tutta la Toscana e da varie altre regioni d'Italia, sono scesi di nuovo in piazza nel capoluogo toscano per rivendicare insieme alla Rsu e al Collettivo di fabbrica il pagamento di cinque mensilità arretrate, il commissariamento di Qf e l'approvazione urgente da parte della Regione Toscana della loro proposta di legge regionale per la costituzione di consorzi pubblici, primo passo per dare avvio al progetto di reindustrializzazione dal basso elaborato dagli stessi lavoratori per la fabbrica pubblica e socialmente integrata e la realizzazione di un polo delle energie rinnovabili (produzione e riciclo di pannelli solari e fotovoltaici) e della mobilità sostenibile (cargo byke).
Il partecipato e combattivo corteo è partito da Via Mariti, diventato il luogo simbolo dello sfruttamento capitalista a Firenze in seguito alla strage dei 5 operai che lavoravano in subappalto nel cantiere Esselunga avvenuta il 16 febbraio scorso.
Per sottolineare l'unità di lotta di tutti i lavoratori licenziati, supersfruttati, affamati, costretti a subire condizioni di lavoro e di vita insopportabili e assassinati sul posto di lavoro in nome del massimo profitto capitalista, il Collettivo di fabbrica e la Rsu della ex Gkn hanno ceduto la testa del corteo al Comitato per le vittime di Via Mariti e al Comitato per la strage di Viareggio del 29 giugno 2019 che sono sfilati con lo striscione “Nel nome del profitto: si muore al lavoro, a scuola nelle nostre case”.
A seguire gli striscioni del Collettivo con la parola d'ordine “Insorgiamo” diventata il simbolo nazionale di questa vertenza, quello dalla l’Rsu della Regione Toscana, quello della Rsu dell’Università di Firenze, al fianco degli studenti accampati da giorni davanti al Rettorato, e quello di Firenze ribelle e mai doma; presente anche un folto spezzone degli alluvionati di Campi Bisenzio che sfilano dietro lo striscione “A mollo ma non mollo”; il Comitato 25 Aprile di Prato, Fuorimercato, la Società di mutuo soccorso Pinerolo 12 ottobre 1848 con lo striscione “Chi lucra su salute e lavoro è un criminale capitalista”; l'associazione Ogni giorno è Primo Maggio con lo striscione “Fermiamo la strage di vite e diritti sul lavoro”, le lavoratrici e i lavoratori del colosso delle telecomunicazioni che rivendicano una “Tim unica e pubblica”.
Molti manifestanti indossano magliette di denuncia con su scritto “governi assenti, operai presenti”.
Molto colorato e combattivo lo spezzone transfemminista organizzato da Non una di Meno Prato, presente anche la Fiom-Cgil della IMP Pasotti di Pompiano, e poi l'Anpi, Arci, Libera, “Autogestione in movimento” Fuori Mercato, i No Cav per le Apuane Libere, gli Operai Sanac Massa Rsu, il comitato cittadino No comando Nato né a Firenze né altrove e poi tante bandiere palestinesi, tamburi, fumogeni e cartelli contro la guerra e il genocidio del popolo palestinese ad opera dei sionisti israeliani e del nuovo Hitler Netanyau, e lo striscione “Giustizia per la Palestina” a firma della comunità palestinesi toscana.
Durante il percorso, da Via Mariti, Piazza Dalmazia, Via Corridoni, Via Circondaria, Viale Redi e poi alla fine del corteo in fondo a Via Di Novoli dove hanno sede gli uffici della Regione Toscana, la manifestazione è stata animata da vari interventi volanti tenuti dai rappresentanti del Collettivo di fabbrica che a più riprese hanno denunciato le infami condizioni economiche e di vera e propria tortura psicologica in cui versano i circa 150 operai rimasti in forze a Qf, dipendenti a tutti gli effetti ma messi alla fame da cinque mesi, criminalizzati, provocati, sabotati e presi in giro dal nuovo padrone Borgomeo per costringerli a licenziarsi.
Mentre un migrante iscritto al Sudd Cobas che lavora in appalto all'Esselunga ha raccontato le bestiali condizioni di sfruttamento a cui sono sottoposti i suoi compagni di lavoro e connazionali. Subito dopo è intervenuta una giovanissima attivista queer di Non una di meno Prato che si è detta “scandalizzata – come tutte e tutti qui – per gli attacchi del cameratesco governo Meloni al centro di Careggi che lavora, con grande cautela, sulla disforia di genere”.
Altri interventi volanti li hanno tenuti i rappresentanti dell'Associazione vittime della strage di Viareggio, gli studenti medi e universitari, attiviste e attivisti delle associazioni ambientaliste, degli alluvionati di Bologna e Campi Bisenzio, del Comitato No Comando Nato né a Firenze né altrove e i rappresentanti delle associazioni di palestinesi a Firenze e in Toscana.
Al passaggio del corteo molti residenti si affacciano alle finestre per applaudire e solidarizzare coi lavoratori in lotta a testimonianza dell’ennesima prova di forza popolare che la Rsu e il Collettivo ex Gkn hanno saputo costruire attorno a questa fondamentale vertenza per il futuro di tutto il territorio.
Col chiaro intento di raccattare qualche voto in più in vista delle prossime elezioni amministrative dell'8 e 9 giugno, al corteo hanno preso parte anche i candidati a sindaco di Firenze Sara Funaro (“centro-sinistra”), Cecilia Del Re (Firenze Democratica), Dmitrij Palagi (Sinistra Progetto Comune) e Lorenzo Masi (M5s), oltre al presidente del Consiglio comunale Luca Milani, e al consigliere per le crisi aziendali del presidente della Regione Toscana, Valerio Fabiani.
Giunti sotto le finestre degli uffici della Regione, alcune centinaia di manifestanti attrezzati con tende e sacchi a pelo hanno forzato il cordone di poliziotti scavalcano la cancellata e occupano i giardini dell'Ente regionale.
Mentre Dario Salvetti, portavoce dell'Rsu ex Gkn e membro del Collettivo di fabbrica, nel suo intervento conclusivo scandisce: "Il Consiglio regionale non ci ha ancora detto la cosa più semplice, se la discutono e quando la discutono questa legge sui consorzi pubblici, e se non la discutono perché non la discutono". Perciò, fino a quando non avremo risposte chiare: “Non andremo a casa. Resteremo qui accampati fino a quando ci pare”.
Al corteo ha preso parte anche un nutrita delegazione di compagne e compagni del PMLI provenienti da Firenze, Val di Sieve, Mugello, Fucecchio e Prato che hanno rilanciato gli slogan di sostegno e solidarietà ai lavoratori ex Gkn e intonato insieme a tutto il corteo canti partigiani e delle lotte operaie fra cui L'Internazionale, Bella Ciao, Fischia il vento, e il coro “Occupiamola” ormai colonna sonora di tutte le manifestazioni Gkn. Al concentramento del corteo sono state distribuite alcune decine di volantini con l'illuminante editoriale del segretario del PMLI Giovanni Scuderi “La via maestra per cambiare l'Italia” scritto in occasione del 47 anniversario di fondazione del Partito.

22 maggio 2024