A un anno dalla tragica alluvione
Di nuovo sott'acqua Forlì e Cesena
Le fogne non reggono, le strade si allagano

Dal corrispondente della Cellula “Stalin” di Forlì
A un anno esatto dalla tragica alluvione che ha colpito la Romagna con 14 morti, esondazioni, allagamenti, frane e smottamenti nelle zone collinari, case fortemente danneggiate e inagibili, la paura è tornata prepotentemente a farsi largo nelle provincia di Forlì-Cesena sabato 25 maggio quando è bastata un’ora di pioggia intensa, certamente “eccezionale” in quanto sono caduti 50 millilitri di acqua, ma pur sempre un’ora di pioggia unita a una forte grandinata, per mettere fuori uso il sistema fognario e provocare allagamenti in diverse zone.
In tutta la provincia decine e decine di strade allegate, a Forlì in particolare il centro e le zone già alluvionate, a Cesena nelle zone Sant’Egidio, Vigne e Pievesistina, case con l’acqua che è arrivata alla porta ed è entrata in molti scantinati e garage, chiusa la Tangenziale di Forlì. Più di 50 gli interventi dei Vigili del fuoco di Forlì-Cesena nei sottopassi allagati, alberi caduti sulla sede stradale, pali che sostengono linee elettriche e telefoniche danneggiati.
Sulla sua pagina Facebook il sindaco di Forlì Gianluca Zattini ha scritto: “il sistema fognario della città ha consentito il regolare deflusso di tutte le acque nell’arco di pochissimo tempo, nonostante la portata d’acqua eccezionale riversatasi sul territorio nel giro di pochissimi minuti”, ma questo solo dopo il termine della pioggia, se questa fosse proseguita ci sarebbero state nuovamente case allagate, proprio perché “il sistema fognario della città” non regge più, così come quello di Cesena e di tantissime altre città. La stessa cosa era accaduta una settimana prima nelle frazioni a nord di Ravenna, Piangipane, Savarna e Camerlona.
Oramai le “bombe d’acqua” non sono più una novità, dopo l’alluvione dello scorso anno ve ne sono già state diverse, quindi non si può più parlare di eventi “eccezionali”.
Le amministrazioni locali, tutte, sia di destra come quella di Forlì, che di “centro-sinistra” come quella di Cesena, la giunta regionale guidata dal PD Bonaccini, ora candidato alle europee, e il governo neofascista Meloni, sono tutti responsabili in quanto al di là di riparare, in parte, quanto danneggiato con l’alluvione dello scorso anno, non sono intervenuti in nessun modo sul sistema fognario che, se necessita di forti e strutturali interventi per essere adeguato alla situazione climatica, generata dal capitalismo che tutti loro sostengono a spada tratta, questo deve essere fatto, mettendo nero su bianco i progetti e cominciando a stanziare i fondi necessari, prima che si ripetano altre tragedie.

29 maggio 2024