Intervento all'Assemblea generale
Mattarella auspica una riforma dell'Onu che resta al servizio dell'imperialismo e quindi va sciolta

L'intervento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite dal titolo “Italia, Nazioni Unite e multilateralismo per affrontare le sfide comuni” del 7 maggio cadeva, come ha ricordato lo stesso presidente, a poco più di un anno dall’ottantesimo anniversario della fondazione delle Nazioni Unite e dal settantesimo dell’ingresso dell’Italia.
"Visto da Roma, l’esito della richiesta di adesione non avrebbe potuto essere diverso, perché i principi fondamentali della Costituzione del 1948 della Repubblica Italiana corrispondono, per molti versi, a quelli che ispirano la Carta delle Nazioni Unite, condividendone gli obiettivi", sosteneva Mattarella ricordando che "con la ferma volontà di non ripetere errori del passato, l’Assemblea costituente italiana aveva, infatti, inserito espressamente norme che consentono limitazioni di sovranità “in condizioni di parità con gli altri Stati… necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni”, oltre a promuovere e favorire “le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”. Ma il richiamo all'Italia che rifiuta la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, che nella Costituzione precede la frase citata dove è finito? Mattarella lo salta a piè pari e con questo salto rende chiaro che prima di tutto sono gli interessi imperialisti dell'Italia che contano, da difendere anche con lo strumento militare nell'ambito delle missioni internazionali. Dal Libano all'Afghanistan al seguito degli interessi imperialisti dei sionisti e degli Usa non sono stati certo interventi "a favore della pace, per la promozione della dignità umana e dei valori universali" e via dicendo.
Mattarella sosteneva che "l'Onu è l'istituzione-piattaforma universale, inclusiva e legittima per affrontare le sfide (...). Le prove globali che tutti affrontiamo richiedono una risposta collettiva e ordinata da parte della comunità internazionale". Anche se "si odono critiche, legittime e talvolta non infondate, circa il funzionamento delle Nazioni Unite. Tutti vorremmo di più dal sistema onusiano, senza tuttavia sovente essere disposti, a nostra volta, a dare di più, affidandogli compiti, responsabilità e mezzi in grado di potenziarne l’efficacia di azione, senza essere sottoposti al gioco di veti reciproci che rischia di paralizzarne la vita". Poteva semplicemente dire che i paesi imperialisti più forti, a partire da Usa e Russia, bloccano col veto la azioni dell'Onu e gli altri paesi imperialisti seguono in cordata.
Se fosse vero che "l’obiettivo è divenuto vincere tutti. Insieme", per ora non si vede quando ciò possa realizzarsi. E se pensa davvero che "l’Onu nasce per sostituire la logica della collaborazione e del rispetto a quella della sopraffazione" dovrebbe riconoscere che l'Onu non funziona da 75 anni in Palestina dove l'organismo che ha un potere effettivo, il Consiglio di sicurezza, assiste complice o impotente ai crimini nazisionsti, non funziona di recente in Ucraina aggredita dall'esercito neozarista di Putin, quando non è stato partecipe o complice nei massacri imperialisti dall'Afghanistan, all'Iraq, alla Siria.
Mattarella esaltava il fatto che a suo dire "la Carta delle Nazioni Unite, che ha fatto seguito alla Conferenza di San Francisco, stabilì con grande lungimiranza principi fondamentali: il rispetto per la sovranità nazionale, il diritto all'autodeterminazione dei popoli, l'obbligo di risolvere le controversie internazionali mediante mezzi pacifici, il rispetto per i diritti umani e per la dignità delle persone, senza distinzione di etnia, religione oppure origine sociale", oggi calpestati dagli stessi suoi membri imperialisti.
Mattarella portava a esempio "la difesa dell’indipendenza dell’Ucraina, Paese fondatore delle Nazioni Unite, ha visto impegnata l’Italia, assieme a tanti altri partner internazionali, per l’affermazione del diritto internazionale e del principio per il quale va offerta solidarietà alle nazioni aggredite da atti di prepotenza che intendono sostituire il diritto con la forza militare, giusto. Ma a parte il fatto che nel novembre scorso durante la visita in Uzbekistan aveva detto che ci voleva una soluzione che tenesse conto dei diritti di Kiev ma che “nessuno vuole umiliare e indebolire il ruolo della Russia”, e le due cose non stanno assieme. Ma perché il principio non vale per la Palestina e nel suo discorso condito di chiacchiere su pace in Medio Oriente e aiuti alla popolazione non c'è neanche un'ombra di critica ai nazisionisti, neanche una parola sulla violazione della risoluzione 2728 sul cessate il fuoco calpestata da Tel Aviv. Schierato in linea con la posizione del governo della neofascista Meloni a fianco dei nazisionisti e persino nella politica espansionista e interventista della ricerca di uno spazio neocolonialista in Africa che il presidente presenta come un impegno dell'Italia che "intende continuare a lavorare con i partner africani, con l'Unione Africana e con le altre Organizzazioni regionali per promuovere lo sviluppo di Paesi a noi così prossimi geograficamente" manifestato dallo "svolgimento del Summit Italia-Africa a Roma lo scorso gennaio e il lancio del Piano Mattei per lo sviluppo sostenibile del continente".
Tornando ai temi generali Mattarella ripartiva dal concetto sulla "pretesa di piegare le Nazioni Unite a singoli spregiudicati interessi - lo stesso obiettivo principale della Carta viene messo costantemente in discussione - non può metterne in dubbio la universalità e le sue ragioni fondanti" e siccome "la scelta dell'Italia si declina nel convinto sostegno all'azione delle Nazioni Unite, fulcro di quella architettura di governance mondiale che, sola, può evitare tragedie ulteriori all’umanità" riformiamo l'Onu per dare maggiori poteri all'Italia sulla base della proposta "dell’Italia e dei Paesi riuniti dalla sigla 'Uniting for Consensus' per la riforma e la miglior rappresentatività del Consiglio di Sicurezza, volta innanzitutto a dare spazio a regioni sottorappresentate, come l’Africa, l’Asia e l’America Latina, per rimediare a un’ingiustizia storica a tutti evidente". Rivedere insomma la struttura delle istituzioni dell’Onu che sono state modellate sui rapporti di forza usciti dalla Seconda Guerra mondiale e oggi contenitore non in grado di risolvere lo scontro fra i blocchi imperialisti dellOvest e dell'Est guidati da Usa e Cina. Al massimo c'è l'Assemblea generale che può assumere decisioni significative a maggioranza, seppur non vincolanti.
Ha voglio Mattarella a ripetere che "teatro della diplomazia, l’Onu non è riducibile al compito di affrontare e risolvere i rapporti di forza tra gli Stati, bensì è chiamata a occuparsi della sorte dell’umanità e a indicare come risolverne i problemi" ma non possono farlo gli stessi protagonisti imperialisti dello scontro mondiale e mentre Mattarella chiudeva l'intervento sostenendo che "l’attenzione con cui la maggioranza dei Paesi membri guarda al Summit di settembre e al Patto del Futuro (sulla riforma dell'Onu, ndr) è senza dubbio giustificata dalla posta in gioco", ribadiamo che l'Onu imperialista non può essere riformata e va sciolta e occorre fondare una nuova e diversa organizzazione mondiale. Come si legge nel Documento dell'Ufficio politico del PMLI dal titolo “No al governo mondiale. L'ONU va sciolta”: “Affermiamo che anche l'Onu, questa Onu, non risponde più all'esigenza della sua costituzione, ha cambiato carattere, ha ormai fatto il suo tempo e va sciolta. Bisogna finirla una volta per tutte col culto di questa Organizzazione che non è affatto qualcosa di sacro, una "necessità storica'' come dicono gli imperialisti (…) È giunto il momento di farla finita con questa organizzazione imperialista. Occorre una nuova organizzazione mondiale, senza membri permanenti e privilegiati, senza diritto di veto, con uguali diritti e doveri, fondata sui principi del rispetto reciproco per la sovranità e l'integrità territoriali, di non aggressione, di non ingerenza nei rispettivi affari interni, di uguaglianza e di reciproco vantaggio. Una volta assicurato il loro rispetto, essa potrà svolgere un ruolo positivo e benefico nella risoluzione delle dispute internazionali, le controversie politiche, di confine, economiche, finanziarie e commerciali, affinché possano trovare una pacifica soluzione. Prima i popoli del mondo, e soprattutto dei paesi più poveri e depredati dall'imperialismo, faranno questo passo rivoluzionario tanto prima romperanno le catene dello sfruttamento e dell'oppressione imperialista.”

29 maggio 2024