Il fascio-leghista Salvini minaccia i manifestanti
Studenti pro Palestina occupano stazione di Bologna
Nonostante la repressione del governo l'Intifada studentesca continua. Solidarietà militante alle studentesse e agli studenti vittime della repressione meloniana

Dal Corrispondente per l'Emilia-Romagna del Pmli
L'Intifada studentesca in appoggio alla resistenza palestinese continua e si diffonde con iniziative articolate. A Bologna studentesse e studenti non si sono limitati a presidiare o a promuovere pur importanti incontri di dibattito e di confronto all'interno delle sedi universitarie, ma hanno alzato il tiro della loro giusta protesta.
Martedì 28 maggio un corteo di oltre 1.500 manifestanti, partiti alle 18 da Piazza XX settembre, ha poi deviato il proprio percorso per dirigersi alla stazione ferroviaria dove ha bloccato i binari in superficie dal primo al sesto (l'Alta velocità corre sotto terra), interrompendo la circolazione ferroviaria per oltre un'ora.
Sventolando le bandiere palestinesi il corteo aperto dalla striscione “Stop Genocide. Rise Up for Rafah", promosso dai giovani palestinesi, al quale si erano uniti tanti collettivi di lotta, sono giunti in stazione gridando “Palestina libera”, Fino alla fine”, "Israele stato terrorista e assassino", “Se non cambierà Intifada anche qua”. “Eravamo qui sette mesi fa e lo dicevamo con chiarezza e lo diciamo ancora: questo è un genocidio e Israele ne è responsabile. Siamo qui perché lo sappiamo che non sarà la Corte internazionale di giustizia, che non sarà l'Italia o gli Stati Uniti a fermare questo genocidio Saremo noi, con la nostra resistenza. Siamo qui perché prendiamo l'impegno solenne di lottare affinché questo genocidio si fermi”.
“Il massacro persiste e la violenza coloniale di Israele si fa sempre più efferata: anche di fronte alle immagini del massacro sui civili a Rafah il mondo resta immobile e impassibile. - si legge in un comunicato della Rete degli Studenti -. Noi invece blocchiamo tutto, dalle strade alle stazioni, perché il grido della Resistenza e la sua forza ci guida. In nome della libertà e della liberazione, in onore dei martiri e della Resistenza palestinese: INTIFADA OVUNQUE!”.
La giusta lotta contro il genocidio del popolo palestinese ha mandato su tutte le furie il caporione fascioleghista Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti del governo neofascista Meloni, che ha minacciato “Questi imbecilli, a Bologna, hanno danneggiato migliaia di viaggiatori bloccando decine di treni con pendolari, studenti e lavoratori. Non siamo più disposti a tollerare questi atti criminali:ci saranno conseguenze“.
Per nulla intimoriti i “Giovani palestinesi Bologna” hanno invece rilanciato con un comunicato: “PER GAZA, PER LA PALESTINA, PER LA LIBERTÀ NOI FERMIAMO TUTTO! IL TRAFFICO FERROVIARIO È BLOCCATO. Il massacro persiste e la violenza coloniale di Israele si fa sempre più efferata: anche di fronte alle immagini del massacro sui civili a Rafah il mondo resta immobile e impassibile. Noi invece blocchiamo tutto, dalle strade alle stazioni, perché il grido della Resistenza e la sua forza ci guida. In nome della libertà e della liberazione, in onore dei martiri e della Resistenza palestinese: INTIFADA OVUNQUE! A Gaza i combattenti continuano ad ottenere vittorie sull’esercito israeliano e il popolo palestinese non si piega: neanche noi ci piegheremo alla complicità dei nostri governi e ai crimini dell’Occidente. Dallo Yemen all’Intifada studentesca di tutto il mondo, fino alla stazione di Bologna: LA NOSTRA LOTTA È AL FIANCO DELLA RESISTENZA PALESTINESE”
La Questura ha identificato oltre venti fra studentesse e studenti che vengono come da prassi bollati come “appartenenti all’area antagonista locale”, che saranno a vario titolo denunciati alla Procura per blocco ferroviario, interruzione di pubblico servizio, imbrattamento e manifestazione non preavvisata.
Noi solidarizziamo con loro, e con tutti coloro che in qualche modo sono vittime della repressione neofascsita del governo Meloni in tutta Italia, e combattiamo insieme a loro questa battaglia finché non cesserà l'occupazione sionista della Palestina e non sarà riconosciuto il suo stato libero ed indipendente.

5 giugno 2024