Da vedere se il nuovo sindaco riuscirà ad avere una stabile maggioranza in consiglio
Ballottaggio a Campobasso, nuova avanzata dell’astensionismo
Quasi il 50% degli elettori diserta le urne, Forte, “centro-sinistra”, ribalta il risultato del primo turno sconfiggendo De Benedittis, “centro-destra”

Dal corrispondente dell’Organizzazione di Campobasso del PMLI
Il 24 e 25 giugno si è tenuto il II turno di elezioni comunali nel capoluogo molisano necessario per vedere chi, fra Aldo De Benedittis, “centro-destra”, e Marialuisa Forte, “centro-sinistra”, avrebbe ottenuto l’ambita fascia tricolore per il ruolo di nuovo ras cittadino.
Dopo che al primo turno la coalizione FI, FdI, Lega, Popolari, UDC e Noi Moderati aveva sfiorato la vittoria (47,9% dei voti validi al candidato, il 52,68% alle liste) sulla candidata del PD, M5s e AVS (32,16% per lei, 32,39% alle liste) e sul terzo incomodo, l’“antisistema” Giuseppe Ruta, fermo al 19,94%, al ballottaggio si è registrato un sorpasso sul filo di lana. 10.510 preferenze alla Forte, prima donna sindaco nella storia della città (donna ok, ma sempre di una borghese si parla, la sua classe di riferimento è quella, c’è poco da gioire per questa “prima volta”), 10.111 per De Benedittis, l’uomo (borghese pure lui) che dice di amare Campobasso ma che, ovviamente, non avrebbe compiuto nulla di buono per risolvere i tanti problemi che affliggono ampie fasce della popolazione.
Il vero vincitore, tuttavia, è nuovamente l’astensionismo che ha fatto registrare un clamoroso boom: su 42.583 aventi diritto, si sono recati alle urne in appena 20.918 (49,12% del totale); a tale cifra, inoltre, bisogna aggiungere 201 schede annullate e 95 lasciate in bianco.
Insomma, la vittoria della Forte è una vittoria di Pirro poiché è stata eletta da una netta minoranza. E dovrà subito affrontare uno scoglio arduo: come ottenere una stabile maggioranza. I “fedelissimi” di De Benedittis, giorni fa, con la loro solita tracotanza (e inebriati dal fatto di avere già la maggioranza in consiglio) avevano firmato un documento congiunto in cui si impegnavano a non salire sull’altro carro, nel caso di una loro sconfitta; manterranno ora la parola? Rinunceranno, dando in massa le dimissioni, a 5 anni di lauto e comodo stipendio dopo aver investito tanto in campagna elettorale? Vedremo presto.
Per non dire poi di come rapportarsi con Giuseppe Ruta detto Pino. L’“eroe antisistema” che fino a pochi giorni fa aveva incentrato la propria campagna elettorale dicendo che PD o Lega, destra o sinistra sono la stessa cosa, e chiacchiere varie, cosa ha fatto poi? Appoggio pieno, palese e incondizionato al “centro-sinistra” onde evitare che “la Meloni potesse mettere una nuova bandierina sulla cartina”, “scegliamo il male minore per il nostro capoluogo” e solito tristissimo frasario di circostanza. E non batterà cassa per i suoi ora che è stato determinante nel favorire il ribaltone? Anche qui vedremo presto il “prezzario” di certi soggetti.
Per noi marxisti-leninisti la situazione è chiara: l’elettorato si è espresso in modo netto, oltre il 50% ha dato un sonoro ceffone ai due contendenti, delegittimandoli in modo clamoroso. Basti pensare che al primo turno si erano registrati 26.057 voti validi, al ballottaggio, come detto, oltre 5.000 votanti in meno: dinanzi a tale impennata dell’astensionismo, ci vuol coraggio a cantar vittoria.
Ergo, ribadiamo il concetto: l’astensionismo è indiscutibilmente la prima forza politica in città (e non solo a Campobasso); ciò testimonia come esso tutto sia fuorché un qualcosa di passeggero, anzi, all’opposto, come sia sempre più strutturale nella società; testimonia la rabbia e la stanchezza delle masse popolari per come stanno andando le cose. Di nuovo, plaudendo il buon senso espresso nella tornata elettorale, rilanciamo il nostro appello alle donne e gli uomini più avanzati, coscienti e determinati a cambiare lo stato delle cose. Per il bene di Campobasso è necessario che le masse popolari lottino ogni giorno contro le istituzioni della borghesia, unendosi in un organismo politico di massa. Per questo proponiamo di unirsi a noi per dar vita in ogni quartiere cittadino alle istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, cioè, le Assemblee popolari e i Comitati popolari basati sulla democrazia diretta e con rappresentanti revocabili in qualsiasi momento.
Solo con il potere politico al proletariato e la conquista del socialismo, Campobasso potrà essere governata dal popolo e al servizio del popolo!

26 giugno 2024