Al decimo incontro ministeriale a Pechino del Forum di cooperazione tra Stati arabi e Cina
Il socialimperialismo cinese rafforza rapporti economici e alleanze tra i paesi arabi
Un altro mattone per costruire alleanze a favore dell'imperialismo dell'Est contro quello dell'Ovest a guida Usa

Il 30 maggio scorso nel suo discorso alla cerimonia di apertura a Pechino del decimo incontro ministeriale del Forum di cooperazione tra Stati arabi e Cina (CASCF), che nell'occasione ha festeggiato anche i venti anni di vita, il presidente cinese Xi Jinping ha voluto mettere in evidenza che le relazioni arabo-cinesi sono un modello per il mantenimento della pace e della stabilità nel mondo, un ottimo esempio di cooperazione di alto livello sulla Belt and Road (la Nuova via della Seta, ndr), un esempio modello di coesistenza armoniosa tra civiltà e per promuovere una buona governance globale. Si è impegnato a collaborare con la parte araba per mettere in atto i settori di cooperazione definiti nel primo vertice sino-arabo del 2022 a Riad, in Arabia saudita, per accelerare la costruzione di una comunità arabo-cinese con un futuro condiviso e reciprocamente vantaggioso, secondo quella pomposa terminologia confuciana adottata nel linguaggio diplomatico dal socialimperialismo cinese sotto la guida del nuovo imperatore Xi. Che vorrebbe segnare nel secondo vertice sino-arabo in programma a Pechino nel 2026 altri successi nella cooperazione politica e negli affari, aggiornando quei rapporti "profondamente radicati nei nostri scambi amichevoli lungo l’antica Via della Seta". O meglio il socialimperialismo cinese vuole mettere a frutto vecchie e nuove amicizie e alleanze anche nel mondo arabo per lo più alleato con gli Usa, e nel cosiddetto Sud del mondo, per fare affari e contemporaneamente costruire quella rete di alleati o almeno neutrali nello scontro diretto con il concorrente imperialismo americano per il dominio del mondo. Una contrapposizione che registra una guerra economica già in atto tra gli imperialismi dell'Ovest e dell'Est mentre alimenta nuovi e gravi pericoli di una guerra imperialista mondiale.
Al Forum quando Xi ha ragionato sul modello di rapporti tra paesi arabi e Cina si è riferito soprattutto le questioni economiche e ha elencato i cinque settori principali di cooperazione a partire da quello delle innovazioni dove "la Cina costruirà con la parte araba dieci laboratori congiunti in settori quali vita e salute, intelligenza artificiale, sviluppo verde e a basse emissioni di carbonio, agricoltura moderna, tecnologia spaziale e informatica"; il secondo settore è quello della cooperazione in materia di investimenti e finanza dolce "siamo pronti a istituire con la parte araba un forum di cooperazione industriale e di investimento, a continuare ad espandere l’associazione interbancaria sino-araba e ad attuare a un ritmo più rapido i progetti di cooperazione finanziati dai prestiti speciali a sostegno dell’industrializzazione nel Medio Oriente"; il terzo settore riguarda la cooperazione energetica dove "la Cina rafforzerà ulteriormente la cooperazione strategica con la parte araba su petrolio e gas e integrerà la sicurezza dell’approvvigionamento con la sicurezza del mercato" e avere la garanzia di un rubinetto energetico a disposizione per la sua economia cui non è sufficiente quello russo; il quarto settore riguarda i legami economici e commerciali "reciprocamente vantaggiosi" dove "la Cina continuerà ad attuare vigorosamente i progetti di cooperazione allo sviluppo per un valore totale di 3 miliardi di yuan. È pronta ad accelerare i negoziati sugli accordi di libero scambio bilaterali e regionali e a far avanzare il meccanismo di dialogo per la cooperazione nel commercio elettronico. Accoglie con favore la partecipazione attiva della parte araba alla China International Import Expo ed è disposta ad espandere l'importazione di prodotti non energetici dalla parte araba, in particolare di prodotti agricoli"; infine il quinto settore riguarda i rapporti politici e culturali dove "la Cina è pronta a istituire con la parte araba il Centro arabo-cinese per l’Iniziativa di civiltà globale, ad espandere le dimensioni e l’influenza del Centro di ricerca arabo-cinese su riforma e sviluppo, ad accelerare la creazione di piattaforme come l’alleanza dei think tank, il Fondo giovanile forum per lo sviluppo, l'alleanza universitaria e il centro di ricerca sulla cooperazione culturale e turistica. La Cina inviterà ogni anno 200 leader dei partiti politici arabi a visitare la Cina".
Il discorso di Xi tenuto alla cerimonia di apertura cui hanno partecipato i massimi leader di Cina, Bahrein, Egitto, Tunisia ed Emirati Arabi Uniti, nonché il segretario generale della Lega degli Stati arabi Ahmed Aboul- Gheit e altri alti funzionari degli stati arabi ha dato la traccia della discussione del Forum ministeriale che l'ha riprodotta nel documento finale, la Dichiarazione di Pechino, contenente il piano di attività del CASCF per il 2024-2026.
Dall’istituzione del Forum di cooperazione tra Stati arabi e Cina, 20 anni fa, il commercio bilaterale è aumentato in modo significativo, abbracciando un’ampia gamma di settori tra cui energia, infrastrutture, tecnologia e finanza tanto che la Cina è il principale partner commerciale di molti paesi arabi, informava l'agenzia di stampa cinese Xinuha sottolineando che il volume degli scambi tra le due parti è passato dai 36,7 miliardi di dollari nel 2004 ai 431,4 miliardi di dollari nel 2022. La Cina ha stretto partenariati strategici globali o partenariati strategici con 14 paesi arabi e la Lega Araba e tutti i 22 paesi arabi e la Lega Araba hanno firmato accordi di cooperazione sui progetti della Nuova via della Seta.
Nel 2023 si ricordava a Pechino riguardo ai "successi" politici messi in carniere, la Cina ha svolto un ruolo fondamentale nel facilitare il ripristino dei rapporti diplomatici dell’Arabia Saudita con l’Iran, un atto definito "una pietra miliare significativa" che ha portato alla riconciliazione tra i paesi della regione. Lo scorso aprile rappresentanti del Movimento di liberazione nazionale palestinese (Fatah) e del Movimento di resistenza islamica (Hamas) sono stati invitati a Pechino per tenere colloqui sulla promozione della riconciliazione intra-palestinese. Quest’anno Arabia Saudita, Egitto ed Emirati Arabi Uniti hanno aderito al BRICS, il gruppo dei paesi imperialisti emergenti, inizialmente composto da Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa. Tutti i 22 paesi arabi partecipano ai progetti della Nuova via della Seta, e in 17 sono diventati membri della Asian Infrastructure Investment Bank, che conta oltre 100 paesi aderenti ed è l'istituzione finanziaria costituita dieci anni fa dalla Cina in alternativa a quelle istituzioni finanziarie controllate dall'imperialismo americano, Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale.
"Le relazioni tra Cina e paesi arabi sono in costante crescita. La Cina è disposta a costruire ulteriormente queste relazioni, e i paesi arabi devono aprirsi di più alla Cina", sosteneva il segretario della Lega araba, l'egiziano Aboul- Gheit in una intervista alla Xinhua prima dell'apertura della conferenza ministeriale. Al termine dei lavori ripeteva che il Forum riflette il desiderio comune di costruire "relazioni forti" e che "la Cina è una potenza economica in via di sviluppo e ha una grande capacità di innovazione, di fornire tecnologie avanzate e di offrire molte ispirazioni al mondo arabo, il che merita la nostra grande attenzione". Nell'incontro al Cairo dell'8 giugno con l'ambasciatore cinese in Egitto, Liao Liqiang, dichiarava che al decimo incontro ministeriale del Forum di cooperazione sino-arabi, le relazioni sino-arabe erano arrivate a un livello di sviluppo senza precedenti. Liao gli faceva eco affermando che le attuali relazioni sino-arabe hanno raggiunto un "livello storico", affermazioni registrate e rilanciate con enfasi dalla Xinhua.
 

26 giugno 2024