Manifestazioni a Genova per ricordare la rivolta antifascista di 64 anni fa
Sostegno della piazza alla causa palestinese. In due occasioni diffuso l’importante volantino del PMLI “La via maestra per cambiare l’Italia”. Per il futuro serve una mobilitazione unitaria

Dal corrispondente dell'Organizzazione della provincia di Genova del PMLI
Come ogni anno a Genova si è svolta la manifestazione per ricordare il 30 giugno 1960, anno in cui Genova insorse con lo sciopero generale indetto dalla CGIL e con 100mila giovani, operai, ex partigiani e antifascisti in piazza per impedire lo svolgimento del VI congresso nazionale del MSI fascista sotto il governo Tambroni che si sarebbe dovuto svolgere il 2 luglio.
I fascisti, provocatoriamente, volevano arrogarsi il diritto di parlare in una città medaglia d'oro alla Resistenza, la prima città d'Italia a costringere le truppe naziste e i fascisti alla resa. Era chiaro il valore simbolico e provocatorio dietro a questa scelta. Già una settimana prima, il 25 giugno, iniziano nel capoluogo ligure le proteste di massa e di piazza che sfoceranno il 30 giugno in una grandiosa e combattiva manifestazione e che si concluse solo a tarda sera dopo violenti scontri con la polizia. La quale infatti aggredisce selvaggiamente i manifestanti con i caroselli di camionette, manganelli, idranti, fumogeni sullo stile scelbiano ormai consolidato. Ma i giovani e gli operai non indietreggiano e coraggiosamente rispondono alle cariche con lanci di sassi e barricate. È la miccia che dà fuoco alla prateria. Altre città si mobilitano in solidarietà con gli antifascisti di Genova: comizi, manifestazioni, ordini del giorno approvati nelle fabbriche giungono un po' da ovunque.
Quest'anno la tremenda situazione di genocidio che sta soffrendo il popolo palestinese ad opera di Israele e dei suoi complici tra cui lo Stato italiano, che è in prima linea per i finanziamenti ai maggiori produttori di armi e per il supporto logistico dei nostri porti al mercato della guerra, ha connotato le manifestazioni in ricordo della Rivolta popolare del giugno 1960.
Il 25 giugno alle prime luci dell’alba sono stati i portuali a mobilitarsi, bloccando i varchi portuali di Genova (Varco Etiopia, Varco Albertazzi-San Benigno, Varco di Ponente) ad opera dei CALP. Hanno portato il loro sostegno alla lotta Potere al Popolo, PRC, OSA, CR, FGC, Si Cobas, che ha indetto sciopero e USB che invece non lo ha chiamato lo sciopero. La mobilitazione è stata un successo causando gravi danni alla viabilità dei mezzi e delle merci.
Il 28 giugno invece a scendere in piazza a manifestare sono gli antifascisti e i lavoratori mobilitati dall’ANPI e dalla CGIL, che portano in piazza i valori e parole d'ordine dell'antifascismo costituzionalista e democratico-borghese: “La via maestra è la Costituzione”, ecc. Il PMLI ha partecipato alla manifestazione che ha percorso via XX settembre diffondendo l'Editoriale di Scuderi per il 47° Anniversario della fondazione del Partito: “La via maestra per cambiare l'Italia”, per disilludere le masse lavoratrici dall'inganno costituzionalista e riformista di Landini&co.
Sono un migliaio i partecipanti. Alcuni hanno si sono fermati a discutere con i nostri compagni scambiando alcune considerazioni sul ruolo del sindacato e del governo Meloni.
Arriviamo infine al 30 giugno dove si è tenuto il corteo più atteso, organizzato da Genova Antifascista, che ha visto la partecipazione di circa duemila antifascisti. Anche in questo contesto è stato diffuso l'importante volantino del PMLI. Stupidamente gli organizzatori non volevano bandiere di partiti, organizzazioni e associazioni; come se l'antifascismo fosse un qualcosa che i sopra citati gruppi organizzati debbano nascondere.
Presenti quindi nel corteo bandiere palestinesi e bandiere rosso-nere anarchiche (perché quelle non sono di partito?), cori ultra sinistri ma anche importanti e giuste denunce all'autorità portuale, al delinquente Toti (governatore ligure) e all’affarista Bucci (sindaco di Genova). Inoltre è stata esplicitamente sostenuta la lotta di liberazione e resistenza del popolo palestinese e della sua guida militare e politica Hamas, con le dovute differenziazioni, ovviamente.
Il corteo ha attraversato i luoghi più significativi del 30 giugno 1960 ed era presente anche una comunità araba in sostegno della Palestina.
In conclusione Genova non è stata passiva, ma il fatto è che ora più che mai, con il governo neofascista Meloni che procede spedito, non ci si possono permettere settarismi e soprattutto occorre imparare dalla Rivolta antifascista del luglio '60: abbattendo allora Tambroni e oggi Meloni.
Il corteo dev’essere unitario, la lotta antifascista dev’essere unitaria, altrimenti il fallimento politico e organizzativo è inevitabile. La non massiccia partecipazione ad entrambe le iniziative è un forte campanello d'allarme che dev’essere al più presto ascoltato. O non ci sarà nessuna resistenza di massa a Genova contro l'avanzata dei fascisti in doppiopetto.

3 luglio 2024