Ballottaggio nel capoluogo umbro
Quasi il 40% degli elettori si astiene a Perugia
La nuova sindaca Ferdinandi (“campo largo”) appoggiata solo dal 31,3% dei perugini

Dalla corrispondente del PMLI per l'Umbria
Nella città del Grifo, Perugia, il ballottaggio tra le due candidate a neopodestà, si è svolto il 23 e 24 giugno e ha visto l’affermazione di Vittoria Ferdinandi sostenuta da PD, M5S, AVS (Alleanza Verdi e Sinistra), Rifondazione comunista, Pensa Perugia (Azione, Più Europa e socialisti per Perugia) e dai voti della lista di Massimo Monni che sconfitto al primo turno ha indicato di votare appunto Ferdinandi.
La candidata del “campo largo” vince con il 52,1% dei voti vallidi rispetto a Margherita Scoccia (sostenuta da Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia, Perugia civica, Progetto Perugia, “Fuori tutti” di Tuteri e Giogoli, “Futuro giovani”, vari professori e civici) che si ferma al 47,9%.
Il dato però inconfutabile è che anche al ballottaggio, così come al primo turno, un'alta percentuale di perugini ha disertato le urne, il 39,4% ossia +5,2% rispetto al primo turno, pari a 51.234 elettori. Nello specifico sono 159 le sezioni votanti con iscritti 130.171 elettori di cui solo il 60,6% si è recato alle urne. Pertanto, Vittoria Ferdinandi ha sì ricevuto il consenso del 52,1% dei voti validi ma solo l’effettivo 31,3% del corpo elettorale.
Durante il tour conclusivo pre-ballottaggio, la Ferdinandi ha ribadito come un mantra “siamo tornati per prenderci cura di voi” (riferendosi alla sconfitta elettorale che ha consegnato Perugia per un decennio nelle mani della destra), e ancora “Ora abbiamo davanti la peggiore destra di sempre. Destra muscolare e violenta. Noi non siamo metalli ma essere umani, ci spezziamo e dobbiamo poter sanguinare. E se qualcuno andasse a vedere bene vedrebbe che le mie mani hanno fatto più carezze che pugni chiusi... non tradirò mai le promesse d'amore che vi ho fatto”. Evidentemente, vuol contrastare il neofascismo della “peggiore destra” con le “carezze” piuttosto che con la lotta di piazza.
Anche se la Ferdinandi viene osannata come la prima donna che nella storia governa Perugia, ciò non garantisce affatto che difenderà i diritti delle masse sfruttate e oppresse, anche quelle femminili, vista anche la sua ispirazione politica idealista piccolo borghese, da “democratico-cattolica”.
Vedremo cosa faranno Ferdinandi e la sua amministrazione (sostenuta in Consiglio comunale da 9 esponenti PD, 4 Anima Perugia, 2 Pensa Perugia, 2 M5S, 1 Alleanza Verdi e Sinistra, 1 Orchestra per la Vittoria e 1 Perugia per la sanità pubblica), per garantire i diritti delle masse operaie e popolari perugine, coscienti che solo la conquista del potere politico da parte del proletariato, la lotta per il socialismo è la via maestra da perseguire per cambiare anche Perugia.
Il “centro-sinistra”, a parte Perugia e la vicina Bastia Umbra, perde a vantaggio della destra città importanti come Foligno, Orvieto e Gubbio.

3 luglio 2024