Invece di sperperare risorse per il Ponte di Messina si assicuri il diritto all'acqua per la popolazione
La Sicilia nella morsa della siccità
Gravi responsabilità della Regione e della Giunta Schifani

Con l’arrivo dell’estate e delle temperature elevate la Sicilia sprofonda di nuovo nella morsa della siccità, la più grave degli ultimi 50 anni.
La scarsità di piogge durante l’anno dovute al cambiamento climatico e gli sprechi connaturati alla gestione capitalistica delle risorse idriche da parte della Regione siciliana hanno accelerato notevolmente la crisi che sta mettendo in ginocchio la popolazione, l’ambiente e l’economia locale. In molti comuni il razionamento dell’acqua potabile è da tempo prassi consolidata, in provincia di Trapani 800 famiglie sono senz’acqua da 25 giorni.
Problemi per la sanità, a forte rischio la dialisi negli 80 centri che garantiscono le cure salvavita a oltre 4 mila pazienti.
Il lago di Pergusa un invaso naturale, situato nelle vicinanze della città di Enna, è ormai ridotto ad una pozzanghera nera e maleodorante di fango e detriti. Il 26 giugno scorso il lago di Pergusa è stato dichiarato ufficialmente scomparso.
Nei mesi scorsi Legambiente Sicilia ha criticato duramente la giunta regionale presieduta dal governatore di “centro-destra” Renato Schifani colpevole di non aver stanziato in fondi necessari alla manutenzione del lago.
“Lo avevamo predetto, entro luglio il lago Pergusa sarebbe scomparso e la scomparsa è giunta prima, con il solstizio d’estate. Abbiamo chiesto per anni il ripristino del sistema di monitoraggio ambientale e la pulizia dei diversi canali che dal bacino naturale del lago portano l’acqua verso lo stesso. Gli interventi di pulizia sono stati eseguiti solo in parte e in modo poco coordinato tra gli enti”.
Il settore agricolo dove i danni stimati ammonterebbero a quasi 3 miliardi di euro, è in ginocchio. Vi sono proprietari d’azienda che sono stati costretti a tagliare diverse piante per fare sopravvivere quelle più “produttive” e destinare ad esse la poca acqua rimasta nelle loro riserve. Gravi ricadute che in futuro diminuiranno il raccolto e il lavoro per gli stessi braccianti agricoli. Per non parlare poi degli allevatori, ormai in preda alla disperazione perché migliaia di ovini e di bovini rischiano di morire di sete.
Di fronte a questo quadro catastrofico, il governatore Schifani invece di dimettersi ha preferito (come prevedibile) scaricare le responsabilità sulle giunte precedenti, dichiarando: “La situazione di emergenza idrica che la Sicilia sta attraversando è dovuta alle condizioni climatiche e alla mancata programmazione degli anni scorsi. Siamo fiduciosi nella rapida attuazione di interventi che possono mitigare la siccità”.
Per affrontare la crisi idrica la Regione Sicilia, che ha dichiarato lo stato d’emergenza nazionale, stanzierà 20 milioni di euro da utilizzare per la rifunzionalizzazione di pozzi e sorgenti, l’acquisto di autobotti e la riparazione di alcune reti di interconnessione. Previsti fondi anche per l’acquisto di foraggi per gli animali e per l’idropotabile. Altri 90 milioni di euro saranno invece destinati per riattivare i dissalatori di Gela, Trapani e Porto Empedocle.
Vere e proprie briciole se si pensa agli oltre 10 miliardi di euro stanziati dal governo neofascista Meloni per realizzare l’inutile ponte sullo Stretto di Messina.
Una misura “tampone” parziale e insufficiente. Anche se in regime capitalista il diritto all’acqua per tutti non potrà mai realizzarsi compiutamente - per questo occorre il socialismo - la ripubblicizzazione dell’acqua e della gestione del servizio idrico spesso e volentieri dato in pasto ai pescecani privati sempre alla ricerca del massimo profitto, deve essere il primo obiettivo di ogni piattaforma di lotta.
Ecco perché nell’immediato occorre scendere in piazza uniti e battersi affinché parte dei fondi destinati al Ponte vengano destinati per garantire l’afflusso e i rifornimenti dell’acqua potabile in tutti i centri abitati della Sicilia in particolare, e del Meridione in generale. Così come serve potenziare e ammodernare le reti idriche per evitare perdite e sprechi, con obbligo per le amministrazioni comunali di effettuare analisi periodiche batteriologiche, rendendo pubblici i dati risultanti.

3 luglio 2024