Al ballottaggio nella città del Giglio oltre 150.000 elettori disertano le urne
Funaro (PD) eletta sindaco di Firenze ma il 52% di astensionisti la delegittimano
Il PD sbandiera per successo il proprio arretramento. L'appoggio dei 5 Stelle e di Italia Viva portano appena quattro mila voti in più rispetto al primo turno
Che le astensioniste e gli astensionisti di sinistra aprano un dialogo col PMLI per cambiare davvero l'Italia col socialismo

Redazione di Firenze
Sara Funaro è stata eletta sindaca di Firenze, superando al ballottaggio il candidato della destra Eike Schmidt. Sostenuta direttamente dal Movimento 5 Stelle e nei fatti anche da Italia Viva dopo l’accreditamento diretto della sua candidata a sindaco e vice-presidente della regione Toscana Stefania Saccardi, Funaro raccoglie 82.254 preferenze contro le 53.558 dell'ex direttore degli Uffizi. L'assessora uscente della giunta Nardella brinda a quella che definisce una “prova straordinaria” del PD e di tutto il “centro-sinistra” e annuncia di essere pronta a “costruire una Firenze sempre più bella e sempre più a misura dei cittadini”.
Sottolineando la portata “storica” di essere la prima sindaca donna, Funaro afferma di “poter portare anche quel lato di femminilità che serve a una città”. Qui però la questione principale non è il genere donna, ma di una nuova sindaca in piena continuità con chi l’ha preceduta e per la cui elezione - si leggeva nell’articolo generale sui ballottaggi apparso sul numero 26 de Il Bolscevico - le masse femminili fiorentine sfruttate e oppresse non hanno proprio niente da gioire, perché non hanno niente da spartire con queste rappresentanti del regime capitalista neofascista.
Eppure ciò che viene sbandierato come una vittoria da Funaro e compari, risulta nient’altro che la conferma della medesima sberla che il PD fiorentino ha preso al primo turno, rappresentata non solo da un arretramento netto di oltre 27.000 voti rispetto a quelli presi 5 anni fa da Nardella, ma anche dal fatto che, oltre alla predetta indicazione di voto da parte di IV e M5S, nei fatti Funaro ha potuto contare anche su una parte dell'elettorato che al primo turno aveva appoggiato il riformista Palagi di Sinistra Progetto Comune che pur non dando una precisa indicazione, aveva opportunisticamente affermato di “non votare a destra” al ballottaggio.
Questi appoggi però hanno portato appena 1.300 voti in più, una vera miseria se paragonata ai 288.571 elettori aventi diritto, e un messaggio chiaro di sfiducia e di distanza nei confronti di Funaro ma anche di tutta l’amministrazione piddina uscente ed entrante a Palazzo Vecchio.

Sindaca e istituzioni delegittimate dall’astensionismo
Come rilevato anche dalla candidata Cecilia Del Re nel suo augurio di buon lavoro alla sindaca, alla quale ricorda che è eletta con appena il 28% degli aventi diritto al secondo turno, il dato più rilevante sono i 152.759 fiorentine e fiorentini (il 52,9% dell’elettorato) che con la propria astensione hanno delegittimato la nuova sindaca e la stessa istituzione di governo locale. Il ballottaggio a Firenze, dove la partita che si è giocata ha senz'altro un respiro nazionale e che riguarda una delle roccaforti storiche della sinistra istituzionale, ha dimostrato che oramai nemmeno lo spettro della vittoria elettorale delle destre ha grande peso nelle scelte delle masse popolari che sono sempre più coscienti del fatto che a nulla serve turarsi ancora una volta il naso e dare continuità all'amministrazione PD.
Critiche ai festeggiamenti della Funaro sono arrivate da Tomaso Montanari dell'associazione 11 agosto: “vince ma più dei due terzi non la voleva. Una rendita che si assottiglia, votazione dopo votazione. I voti in più rispetto al primo turno sono voti dati con il naso turato, per la paura e lo schifo per questa destra oscena. Ma quanto potrà reggere il ricatto? Tuttavia, il potere nella sua bieca inconsapevolezza festeggia perché non perde la presa e sta in piedi. Festeggia invece di fare mea culpa, di capire che siamo sull'orlo del baratro, di immaginare un reale, profondo, cambiamento”.

Combattere la “nuova” amministrazione in piena continuità con Nardella
Il PD e i suoi alleati sono parte integrante del problema e autori principali di quel processo che ha portato la città del Giglio a essere una vetrina dorata per i turisti ma invivibile per le masse popolari, una città militarizzata, in preda al traffico automobilistico, dove i servizi sociali sono in continua riduzione, dove non si è fatto nulla per controllare i livelli di sicurezza nei cantieri e per rilanciare l'occupazione, e dove continua ad essere accettata dalle istituzioni la creazione di un comando Nato nella ex-caserma Predieri.
Funaro ha dichiarato di voler amministrare la città in continuità col suo predecessore Nardella, e quindi ci sarà da aspettarsi che permangano - o che si intensifichino - cantieri per la costruzioni di opere inutili gigantesche e dannose come il sottoattraversamento TAV, la privatizzazione delle municipalizzate e degli asset pubblici, la costruzione di residenze di lusso per studenti ricchi senza adeguare i posti letto negli studentati pubblici alla richiesta e via via le tante altre misure antipopolari che procedono in maniera contraria alle aspettative ed alle necessità delle masse.
Seppur uno dei capisaldi della chiamata al voto dei sostenitori di Sara Funaro, in particolar modo al ballottaggio, sia stato lo slogan “sconfiggere le destre”, è di tutta evidenza che questa continuità non fa ben sperare neanche da questo punto di vista. Nardella infatti, con la stessa Funaro in giunta, si è speso più nel reprimere e punire gli attivisti ambientali o i centri sociali, mentre ha continuato a non torcere un capello alle organizzazioni neofasciste, consentendo loro di avere spazi pubblici e di essere tutelate dalle forze dell'ordine quotidianamente, in particolare quando Firenze Antifascista è scesa in piazza per chiedere la chiusura delle loro sedi.

Il PMLI chiama al confronto gli astensionisti e gli anticapitalisti
Il nostro auspicio è che non solo le astensioniste e gli astensionisti di sinistra aprano un dialogo con il PMLI per cambiare davvero Firenze e l'Italia col socialismo, ma che lo facciano anche gli anticapitalisti e coloro che votano obtorto collo perché ancora impantanati nell'elettoralismo e nell'istituzionalismo.
Il nostro appello per un confronto ampio, aperto e a pari dignità, finalizzato anche a rispondere colpo su colpo alle politiche antipopolari che saranno promosse dalla giunta Funaro, va alle stesse liste che da sinistra hanno tentato di inserirsi nella corsa elettorale con risultati relativi o al di sotto delle aspettative, come quelli di Sinistra Progetto Comune, quando non praticamente nulli come i cartelli collocati alla loro sinistra che sono stati ignorati dalla popolazione. Possibile che non abbiano ancora compreso che la sfiducia che le masse popolari certificano con la loro astensione è cosciente e qualificata, e che essa rappresenta un distacco non più recuperabile con l'ennesima quanto inconsistente alleanza elettorale a geometrie variabili?
L'appello è rivolto allo stesso Montanari, capace di un’analisi attenta e pertinente sul voto ma ancora imbrigliato nella ricerca di un sodalizio elettoralista che è già saltato prima di queste elezioni per i soliti interessi di bottega che, quando si tratta di urne e quindi di poltrone, coinvolgono appieno tutte le forze della “sinistra” istituzionale, e nello specifico quelle extra-parlamentari che però unicamente a istituzionalizzarsi che Montanari definisce “sinistrina settaria e frazionista” e dal “tradimento dei 5 stelle” attribuito a Conte che ha “tentato fino all’ultimo di stare con questo orribile PD”.
Peccato però che anche Montanari, nonostante si sia detto “tentato dall’astensione” al ballottaggio, alla fine abbia ripiegato sul “non ci riesco”, adducendo a motivazione le solite superate riflessioni che nutrono l’elettoralismo smuovendo direttamente la pancia degli antifascisti quale “il sangue delle partigiane e dei partigiani che sembra accusarmi”, piuttosto che “votare, sì, è anche un dovere”, oppure che astenersi “significherebbe in qualche modo affermare che va bene così”. Come se oggi i partigiani di fronte al governo neofascista Meloni si recassero alle urne anziché in montagna; come se al di fuori del voto non ci fosse nulla di serio o di realmente efficace, e senza alcun accenno alla lotta di piazza e di classe.
Un elettoralismo tossico che ha portato Montanari a dare indicazione alle comunali per votare un candidato della lista di Cecilia del Re e alle europee, nel nome del sostegno “a chi sta con credibilità dalla parte delle vittime e della pace”, addirittura a quel coacervo di putiniani a fianco di Santoro, nelle persone di Ali Rashid, Raniero La Valle e Angelica Gatti.

10 luglio 2024