Le istituzioni borghesi continuano a non affrontare il problema
Il maltempo continua a colpire l’Emilia-Romagna
Protesta degli alluvionati a Faenza e degli antisionisti nel forlivese al passaggio del “Tour de France”

Dal corrispondente del PMLI per l'Emilia-Romagna
Il maltempo continua a flagellare l’Emilia-Romagna, comunque non più di quanto stiano facendo le istituzioni borghesi, siano esse governate dalla destra o dal “centro-sinistra” della borghesia.
L’ennesima ondata di maltempo ha infatti colpito di nuovo la Regione. Dapprima è toccato all'Appennino cesenate e forlivese, il 24 giugno, dove le forti precipitazioni hanno causato allagamenti in abitazioni, cantine e garage nonché all’ospedale Angioloni di San Piero in Bagno, ma anche smottamenti e frane e allagamenti sulle strade. Poi è toccato alle province di Modena, Reggio-Emilia, Parma e Piacenza, ma anche Ferrara e con frane nell’Appennino tra Reggio e Bologna, con case isolate e allagamenti.
Il 26 giugno le piogge torrenziali si sono riversate in particolare su Forlì dove le strade in pochi minuti si sono trasformate in torrenti, mandando in tilt la circolazione anche per la chiusura di alcuni sottopassaggi allagati, e dove l’acqua è entrata nelle case e negli scantinati. Il sistema fognario ancora una volta è andato in crisi non riuscendo ad assorbire una precipitazione così intensa. Sotto l’acqua sono finiti in particolare il centro e la zona attorno all’area industriale. Per il neorieletto sindaco di destra Zattini tutto normale: “Il sistema fognario della città ha consentito il regolare deflusso delle acque nell’arco di pochissimo tempo, nonostante la portata d’acqua eccezionale riversatasi sul territorio in un lasso di tempo brevissimo”. Sono in molti però a non vederla come Zattini, a partire dagli stessi forlivesi: “Nella zona San Benedetto è la terza volta che succede nel giro di un anno e anche nelle zone non alluvionate della città abbiamo cantine allagate e 20-30 centimetri di acqua. È vero che il temporale è stato intenso, ma tutte le volte che piove le fogne non ricevono e ci ritroviamo con l’acqua in casa. Sarà vero che le fogne sono state pulite, ma evidentemente dobbiamo pensare qualcos’altro”. L’“Appello per l’Appennino Romagnolo” ha denunciato: “Al primo banco di prova serio questo è il risultato. La strategia dedicata all'Appennino stava tutta nell'incrociare le dita per scongiurare l'eventualità di piogge intense come quelle di oggi (purtroppo ormai una normalità, in epoca di alterazione climatica ed eventi estremi), precipitazioni che hanno rimesso a nudo tutta la fragilità del nostro territorio montano, ancora martoriato da migliaia di lacerazioni e lasciato in balìa di ritardi, mancanze e disinteresse. Sulle passerelle elettorali invece non hanno lesinato, di quelle ne abbiamo avute in abbondanza. Con questa illusione si volevano nascondere sotto il tappeto tutte le ferite ancora aperte, i pericoli incombenti, le criticità irrisolte e le fragilità che rendono strutturalmente appesa ad un filo la normalità delle nostre vallate, accontentandosi di vedere in quattro rattoppi e due pezze (oltretutto tardive) la risoluzione di una crisi di territorio gigantesca che precarizza l'esistenza di un'intera realtà montana. Nessuna centralità per l'Appennino, nessuna strategia specifica e concreta, nessuno sforzo o attenzione in più: eravamo marginali prima dell'alluvione e altrettanto siamo rimasti nell'emergenza, nonostante siano stati evidenti gli effetti in pianura della disattenzione verso la montagna”.
Il Comitato Alluvionati e Franati di Cesena e Valle del Savio chiede che “ci sia un confronto con la cittadinanza sullo stato delle cose. È stato riferito che i lavori per la sostituzione delle caditoie della acque bianche, che sono di competenza del Comune partiranno a gennaio 2025. Detto questo, sarebbe bene capire da quale parte dovrebbero arrivare i fondi e come accelerare la loro disponibilità e su quale progetto esecutivo... Bisogna ridisegnare un nuovo sistema fognario per far sì che ad ogni pioggia l’acqua defluisca in maniera abbastanza scorrevole? Non possono crearsi laghi come quelli visti ieri e altri che si sono avuti nell’ultimo mese ad ogni temporale…Tutti i lavori vanno comunque molto accelerati, che già sono molto in ritardo. Il meteo non aspetta chissà cosa per fare disastri che poi si sa benissimo che costano molte volte di più dei costi della prevenzione".
I Comitati “Borgo alluvionato” e “Via Ponte Romano di Faenza” hanno organizzato un Tour della Faenza alluvionata in occasione del passaggio del Tour de France chiamandolo “Le fatiche degli alluvionati faentini, sulle Alpi e Pirenei della burocrazia”. Un centinaio con le maglie gialle, come quella del “Tour” ma col logo “Alluvionati arrabbiati”, si sono ritrovati alle 8 del mattino per attraversare in bicicletta le aree più colpite dall’alluvione e all’arrivo in piazzale Sercognani hanno srotolato uno striscione ed esposto vari cartelli come “Scambio seimila euro (il rimborso agli alluvionati, ndc ) con l'arredamento di un ministro" e "Faccio prima a vincere il Tour che a ottenere i rimborsi", protesta ignorata dai network nazionali e internazionali che seguono il Tour de France. “Vogliamo però ribadire al Governo e alle istituzioni che non sta affatto andando tutto bene”, ha dichiarato Marcello Arfelli, referente del comitato Borgo, la protesta nasce “dall’immobilismo riguardo alla messa in sicurezza del territorio che non è nemmeno cominciata, si è semplicemente ripristinata la situazione pre alluvione e dalla difficoltà a ottenere i giusti ristori”.
Anche “Forlì Città aperta” ha manifestato sulle colline forlivesi al passaggio del Tour, esponendo “bandiere e cartelli in supporto alla popolazione palestinese, per contestare la partecipazione della Israel Premier Tech. Infatti, nonostante il genocidio in atto, i crimini contro l’umanità e i crimini di guerra commessi da Israele in Palestina, la squadra israeliana partecipa come se niente fosse al Tour de France, con il beneplacito di un Occidente complice a questa operazione di sportswhashing… Noi ci siamo e ci saremo sempre per dire no alle pratiche di normalizzazione delle relazioni con Stati che violano i diritti umani, come quello sionista, in ogni campo e ambito”.
Il PMLI da subito ha messo in evidenza le responsabilità delle istituzioni, siano esse governate dalla destra come a Forlì o dal “centro-sinistra” della borghesia come a Cesena, a livello regionale dal dimissionario e neoeletto deputato europeo PD Bonaccini e a livello nazionale dal governo neofascista Meloni, sia nella manutenzione del territorio prima della tragica alluvione del 16 e 17 maggio 2023, sia nel ripristino del territorio nel post alluvione, come anche nel fattivo sostegno alla popolazione colpita, ed è stato l’unico a riconoscere nel modo di produzione capitalistico il responsabile dei cambiamenti climatici che stanno rendendo una costante gli eventi atmosferici che precedentemente si verificavano in rari casi. A fronte quindi della richiesta della messa in sicurezza del territorio e dell’adeguamento del sistema fognario insufficiente a fronteggiare il ripetersi di tali improvvisi e violenti nubifragi, e del risarcimento di tutti i danni patiti dalla popolazione, non possiamo che invitare nuovamente le masse lavoratrici e popolari ad unirsi al PMLI contro il capitalismo per fermare la devastazione ambientale che sta causando per continuare a produrre profitto per pochi e povertà e sfruttamento per molti.

10 luglio 2024